I pensionati si sono stancati di essere considerati alternativamente una cassa per il Paese, o dei parassiti che pesano per il 17% sul Pil. Per questo le sigle sindacali dei pensionati tornano a mobilitarsi unitariamente anche in Veneto per far sentire la loro voce: la riduzione delle tasse prevista dall’ultimo decreto legge, cosiddetto Oraics, doveva toccare anche loro.
Fino al 15 maggio, quindi, in tutte le province Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, attraverso una serie di iniziative, faranno firmare ai pensionati delle cartoline con le richieste dei sindacati, da consegnare al presidente del Consiglio Matteo Renzi.
L’obiettivo su scala nazionale è raccoglierne due milioni. Non solo, visto che il premier è molto prolifico sui social network, i pensionati lanciano l’hashtag #nonstiamosereni: se è vero che Renzi sta mettendo in campo iniziative positive, è anche vero che non può esimersi dal confronto con chi rappresenta le fasce deboli della società, in cui ormai rientra anche il ceto medio duramente colpito dalla crisi.
«I pensionati vogliono esprimere il proprio dissenso per il mancato confronto sulle attuali priorità sociali, tra cui l’aumento esponenziale dei livelli di povertà che colpisce soprattutto gli anziani – affermano Rita Turati (Spi Cgil), Adolfo Berti (Fnp Cisl) e Walter Sperotto (UIlp Uil) – Non includere i pensionati dalla riduzione dell’Irpef è stata una forma di discriminazione e di grave ingiustizia».
Il decreto legge Oraics riduce l’Irpef tanto da consentire un aumento in busta paga di 80 euro al mese per i dipendenti con un reddito fra gli 8mila e i 24mila euro l’anno, mentre un’azione positiva verso gli incapienti (reddito inferiore agli 8mila euro l’anno) è stata rimandata.
Ebbene, su quasi 1,3 milioni di pensionati in Veneto, oltre il 75% avrebbe risposto ai requisiti se la riduzione delle tasse fosse stata estesa ai pensionati. «In Veneto le pensioni sono basse – concludono i segretari generali dei tre sindacati veneti dei pensionati – Ottanta euro fanno la differenza perché la povertà è la stessa sia per i lavoratori dipendenti che per i pensionati, ed è ingiusto metterci ancora una volta in disparte. È una questione di equità. Renzi dovrà per forza ascoltarci se farà davvero qualcosa per gli incapienti».
Categoria che per quanto riguarda i pensionati, in Veneto, raggruppa circa 350mila persone. Senza contare che 297mila pensioni sono integrate dall’Inps per portarle al trattamento minimo pari a 501,38 euro al mese.