L’Italia che sale, l’Italia che vogliamo, l’Italia giusta, Italia futura. Come direbbe De Gregori, l’Italia che non muore. E allora, viva l’Italia.
Stiamo attraversando, ma più che altro stiamo subendo, una campagna elettorale particolarmente astiosa, con dichiarazioni al vetriolo da parte di tutti i leader, anche l’imperturbabile professor Monti è sceso dalla cattedra e sta la lanciando fendenti a destra e sinistra. Sei i pretendenti alla carica di Presidente del Consiglio (anzi cinque perchè uno sarebbe leader ma al momento non candidato premier), il confronto quindi è veramente duro.
Noi poveri comuni mortali nel frattempo cerchiamo di districarci nella selva di simboli, candidati e soprattutto programmi.
Nella speranza di fare un servizio utile, abbiamo analizzato i programmi, l’elenco delle buone intenzioni o meglio il libro dei sogni, in alcuni casi, per tentare di capire dove andrà questo povero paese dopo il 25 febbraio.
Di sicuro con questo passo non molto lontano: Goleminformazione, ad esempio, solo per trasferire un’utenza telefonica (abbiamo cambiato sede) ha dovuto sudare le sette camicie e passare ore al telefono con le signorine (nel senso buono del termine) dei call center per far capire che non avevamo bisogno di una nuova utenza ma solo di un trasferimento.
Ci chiediamo allora: chi riuscirà, non tanto a cambiare l’Italia, ma a farla funzionare?
Viaggio nei programmi elettorali, iniziando dalla giustizia per continuare con l’Economia, il rapporto con l’Europa, l’Ambiente.
La lista Monti.
Il presidente del Consiglio dimissionario è appoggiato da una coalizione formata da Udc (Pierferdinando Casini), Fli (Gianfranco Fini) e Scelta civica, un movimento che eredita l’ossatura dell’associazione Italia Futura di Montezemolo.
Per quanto riguarda l’argomento Giustizia la Lista Monti vuole continuare quanto iniziato dal governo uscente: miglioramento e accelerazione della giustizia civile e delle imprese.
Obiettivi:
– introduzione di una disciplina coerente del falso in bilancio e completamento della normativa anticorruzione, antiriciclaggio e autoriciclaggio;
– riduzione dei termini di prescrizione per garantire in modo più adeguato l’azione di prevenzione e contrasto di diversi gravi reati;
– introduzione di una disciplina sulle intercettazioni
– introduzione di una disciplina più robusta sulla prevenzione del conflitto di interesse.
E ancora, lotta alla criminalità organizzata e alle mafie, puntando a contrastare le infiltrazioni nell’economia, abbassando la quota di denaro contante che circola ma soprattutto sostenendo l’educazione alla legalità.
Procedure per le gare d’appalto più trasparenti e controllabili attraverso la stazione unica appaltante e controlli dei cantieri per evitare infiltrazioni mafiose.
Rafforzamento delle misure sui giochi in concessione e sui Compro Oro.
Rendere più efficienti le procedure di sequestro confisca e riuso dei beni sottratti ai mafiosi.
Per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nella vita politica, andare oltre la legge sull’incandidabilità seguendo il codice di autoregolamentazione dei partiti preparato dalla commissione Antimafia.
Osservazioni: il programma è una serie di buoni propositi che rischia di essere non solo complicata sul piano attuativo, ma soprattutto quello che si promette rischia poi di rivelarsi nella realtà un problema; ad esempio le norme sull’antiriciclaggio a seconda di come vengono attuate rischiano di essere una corsa ad ostacoli per i “soliti ligi alle regole” e acqua calda per i mafiosi incalliti.
Il Partito Democratico
A scegliere il candidato premier del Pd alle prossime elezioni sono state le primarie che si sono svolte alla fine di novembre. Alla guida del Paese è stato scelto Pier Luigi Bersani.
La coalizione che lo sosterrà è formata dal Centro democratico di Tabacci, dal Psi di Nencini, dai Moderati di Pontas, da Sel di Vendola, dal Svp di Thetner e da Megafono Lista Crocetta di Lauretta.
Il programma elettorale è tutto basato su una diversa visione della politica: più partecipazione, più condivisione, più attenzione al paese per colmare “la faglia che si è scavata tra cittadini e politica”.
Obiettivo dichiarato, essere protagonisti del cambiamento, perché “la politica non è tutta uguale. Vogliamo che i nostri rappresentanti siano scelti per le loro capacità e per la loro onestà”.
Nel programma del Pd non c’è un capitolo specifico sulla Giustizia, anche se diversi capitoli raccolgono l’argomento.
Nel capitolo Democrazia, i capisaldi sono la legalità e rispetto delle istituzioni;
obiettivo: dare segnali netti all’Italia onesta che cerca nelle istituzioni un alleato contro i violenti, i corruttori e chiunque si appropri di risorse comuni mettendo a repentaglio il futuro degli altri.
Quindi, contrasto alle mafie attaccando anche la loro forza economica, rigorosa applicazione del Codice etico approvato dalla commissione Antimafia “per le candidature a tutti i livelli”.
Norme stringenti sul conflitto di interessi, legislazione antitrust e libertà di informazione.
Il programma del Pd, nel capitolo Libertà prevede inoltre “misure più incisive nel campo delle professioni, della scuola e dell’università, dell’amministrazione pubblica e dell’impresa privata per liberare le energie della creatività e del merito individuale contro le chiusure corporative e familistiche della società italiana”.
Superare quindi la legge 40 in materia di procreazione assistita e piena applicazione della 194 sull’aborto.
Nel dettaglio per quanto riguarda la Giustizia queste le linee programmatiche:
– giustizia civile: si prevede l’istituzione del calendario del processo con la rivisitazione della disciplina dei conflitti di competenza.
– giustizia penale: rivedere il regime di custodia cautelare che ingolfa le carceri riformare l’udienza preliminare e ridurre i casi di ricorso in Cassazione.
Il candidato Piero Grasso, ex procuratore Antimafia ha parlato di una Costituente della Giustizia.
E ancora, completa telematizzazione del processo, rilanciare il manager dell’Ufficio giudiziario da affiancare al magistrato dirigente giudiziario, rafforzare l’organico delle carceri tra polizia penitenziaria, educatori, assistenti sociali e psicologi.
Rafforzamento del disciplinare per i magistrati.
Osservazioni: anche in questo caso la genericità di tanti enunciati desta qualche perplessità: in tema professioni difficili le riforme, visto il subbuglio tra i diretti interessati. Per quanto riguarda la telematizzazione, sono dieci anni che il processo è iniziato, come si fa a concluderlo? Anche del manager dell’ufficio giudiziario se ne parla da anni, ma non è mai stato attuato; saranno forse contrari i magistrati? Ultimo punto, il disciplinare dei magistrati: a decidere è il Csm, il governo potrebbe proporre una riforma dello stesso organo di autogoverno ma non c’è traccia nei documenti di questo.
Popolo delle Libertà
Lo schieramento è formato da Lega, La Destra, Fratelli d’Italia, Grande Sud, Mpa, Mir, Pensionati e Liberi da Equitalia. Questo schieramento presenta un leader nella figura di Silvio Berlusconi che però non sembra essere il candidato premier.
Schematico al massimo ma proprio per questo molto chiaro il programma che al capitolo sulla Giustizia ripropone vecchi cavalli di battaglia del partito delle libertà e di Forza Italia prima.
Sui magistrati: Separazione delle carriere, vera responsabilità civile, carriera basata sul merito e non sull’anzianità, revisione e limitazione degli incarichi extragiudiziari.
Intercettazioni più liberali e garantiste, divieto di pubblicazione, inappellabilità delle sentenze di assoluzione, limitazione della carcerazione preventiva e più dignità per i detenuti, informatizzazione della giustizia e del processo, riduzione dei tempi della giustizia civile, penale e tributaria, attuazione del giusto processo con pari dignità tra accusa e difesa, potenziamento della legislazione sui reati contro il patrimonio (soprattutto furti negli appartamenti), istituzione di una sezione distaccata del Consiglio di Stato al Nord.
Osservazioni: lo ripetiamo per l’ennesima volta, durante la legislatura 2001-2006 il governo Berlusconi ha potuto contare su maggioranze bulgare sia alla Camera che al Senato, ha rimesso mano all’ordinamento giudiziario, perchè non è andato fino in fondo almeno per quanto riguarda la responsabilità civile dei magistrati, gli incarichi extragiudiziari, la progressione in carriera. Ricordiamo molto bene ogni passaggio parlamentare di questa riforma, perchè non affondare l’acceleratore nonostante le proteste dei magistrati e dello stesso sottosegretario alla giustizia che comunque fu poi sostituito e oggi è vicepresidente del Csm? Meglio far cadere un governo su argomenti forti che vivacchiare e non fare le riforme. O c’erano altri obiettivi?
Movimento 5 stelle
Si presenta da solo e il candidato premier è Beppe Grillo. Il fulcro del programma è la lotta alla malapolitica. Non c’è una voce dedicata all’argomento ma nel capitolo Stato e Cittadini ci sono comunque passaggi come l’eliminazione del Lodo Alfano, oppure l’insegnamento obbligatorio con esame finale della Costituzione, il divieto di cumulo di cariche, divieto di esercitare un’altra professione durante il mandato parlamentare e l’ineleggibilità di condannati. Proposta l’abolizione di tutte le Authority.
Il movimento propone soprattutto una cultura della legalità e della partecipazione con la pubblicazione on line delle leggi tre mesi prima della loro approvazione per una ricevere i commenti dei cittadini.
Osservazioni: che il Parlamento non rappresenti più i cittadini ce ne eravamo accorti, ci sono però modi e modi di attuare il cambiamento, farlo con una energia a volte eccessiva rischia di travalicare poi alcuni principi democratici basilari. La democrazia è partecipazione, diceva Gaber. Alcuni punti sono poi di difficile realizzazione, si rischia di sconfinare nel libro dei sogni.
Rivoluzione civile
La coalizione è guidata dal giudice Ingroia, che fino a ieri si è occupato dell’inchiesta sulla trattativa Stato-Mafia. Aderiscono Italia dei valori (Di Pietro), Comunisti italiani (Oliviero Diliberto), Rifondazione comunista (Paolo Ferrero), Federazione dei Verdi (Angelo Bonelli) e Movimento arancione (De Magistris).
Coalizione piena di magistrati che vogliono una politica pulita, che vogliono costruire un’alternativa al berlusconismo e alle scelte liberiste economiche, sociali e culturali del governo Monti.
Tra gli obiettivi: liberare l’Italia dalle mafie e dalla corruzione, con l’unico punto di riferimento imprescindibile che è la Costituzione. Attuare un cambiamento radicale della casta politica e burocratica, puntare sullo sviluppo del mezzogiorno per unificare il paese.
Legalità e solidarietà devono essere il cemento per la ricostruzione del Paese, politiche antimafia che colpiscano l’organizzazione nella sua struttura finanziaria e nelle sue relazioni con altri poteri a cominciare da quello politico.
Osservazioni: tutto più o meno condivisibile, ma la domanda è: come lo farete? Quanto è realizzabile questa agenda? Torniamo al libro dei sogni… la poca concretezza si manifesta anche nella proposta di programma: sul sito viene pubblicato solo il manifesto “io ci sto”.
Fare per fermare il declino
E’ il movimento promosso da Oscar Giannino che si presenta da solo (almeno fin’ora).
Il progetto è molto dettagliato e chiaro, soprattutto sul fronte Economia (ne parleremo la prossima settimana). Chiari i punti riguardanti la Giustizia: al punto sei c’è fermare la corruzione e al punto 7 la Giustizia veloce.
Questi i capisaldi per fermare la corruzione:
– legislazione organica sui conflitti di interesse
– imporre effettiva trasparenza e pubblica verificabilità dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti i funzionari pubblici e di tutte le cariche elettive
– instaurare meccanismi premianti per chi denuncia reati di corruzione
– allontanamento dalla gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli amministratori che hanno subito condanne penali per reati economici o corruttivi.
Per far funzionare la giustizia:
– riforma del codice di procedura e la carriera dei magistrati con distinzione dei percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti per anzianità;
– introdurre e sviluppare forme di specializzazione per far crescere l’efficienza e la prevedibilità delle decisioni;
– difendere l’indipendenza della magistratura;
– assicurare terzietà dei procedimenti disciplinari a carico dei magistrati;
– gestione professionale dei tribunali generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi;
– assicurare la certezza della pena.
C’è poi una parte di approfondimento che parte dall’analisi della situazione per proporre riforme concrete.
Ad esempio nel civile:
– disincentivare l’abuso dello strumento processuale prevedendo un’automatica e piena condanna per le spese processuali sostenute dalla controparte; in caso di malafede sanzioni estese anche agli avvocati. Disincentivare gli stessi avvocati da cause futili;
– segnalazione obbligatoria all’Autorità giudiziaria da parte del Ministero della Giustizia in caso di statistiche anomale in particolari aree geografiche o settori di contenzioso;
– migliorare i filtri all’appello e ricorso in Cassazione;
– incentivare la sottoscrizione delle polizze di tutela legale a copertura dei costi del processo
– introdurre una nuova e seria disciplina della mediazione e dell’Adr;
– realizzare un piano straordinario di smaltimento delle cause pendenti assumendo più giudici dalle entrate provenienti dalle sanzioni per l’abuso del processo e incentivando fiscalmente il ricorso a transazioni e procedure di Adr.
– Estendere il processo telematico con incentivi per i tribunali che lo adottano più rapidamente;
– generalizzare la possibilità di pronunciare la sentenza con lettura immediata del dispositivo con concisa esposizione delle ragioni di fatto e diritto riducendo i tempi della stesura della sentenza;
– semplificare la fase di conferimento dell’incarico ai consulenti tecnici d’ufficio che devono poi essere incentivati anche economicamente per quanto riguarda i tempi del deposito della perizia.
E ancora riorganizzare la struttura degli uffici giudiziari con l’inserimento di figure manageriali scelte dagli operatori di giustizia in loco, introdurre metodi di lavoro finalizzati allo smaltimento dei carichi pendenti, prendendo spunto da chi ha avuto risultati positivi come il Tribunale e la Corte d’Appello di Torino dove è stato stilato un decalogo per lo smaltimento.
Generalizzare metodi di lavoro che riducano la quantità di procedimenti: vedere i risultati positividella Corte d’Appello Sezione Lavoro di Roma e ancora la Corte d’Appello di Torino.
Dotare il giudice togato di un ufficio costituito da giovani laureati selezionati secondo criteri qualitativi, con borsa di studio che coadiuvino il giudice. Una pratica che potrebbe essere inserita a regime nel meccanismo concorsuale e ammessa come tirocinio (si vedano i risultati della sperimentazione al Tribunale di Milano).
Creare sezioni e giudici specializzati.
Nel penale:
incentivi alla scelta di riti alternativi, assicurare certezza ed effettività della pena riformando la prescrizione e la concessione dei benefici ai carcerati, limitare la carcerazione preventiva, incentivare il ricorso a misure cautelari, semplificare il meccanismo delle notifiche con particolare riguardo all’ipotesi degli irreperibili.
Giustizia tributaria:
Aumentare gli strumenti per la sospensiva, ripensare la composizione delle commissioni tributarie per accrescerne la competenza, garantire la necessaria specializzazione dei giudici anche in Cassazione.
Giustizia amministrativa:
regolamentazione più puntuale, severa e restrittiva della disciplina degli incarichi extragiudiziali a tutela della sua terzietà, introdurre anche nel processo amminsitrativo le Adr, favorire la specializzazione del giudice amministrativo con sezioni specializzate.
Infine no allo strumento del silenzio assenso per superare i ritardi della pubblica amminisitrazione: le imprese devono avere un provvedimento e certezze. Favorire quindi percorsi alternativi per arrivare ad una decisione unica e definitiva riducendo le contrapposizioni tra i diversi enti pubblici interessati.
Intervenire sulla disciplina dei reati commessi dalla pubblica amministrazione al fine di incentivare la dirigenza amministrativa ad assumersi i poteri decisionali che le competono.
Carceri
incentivare la costruzione di penitenziari in concessione di lavori, affidare tramite appalti pubblici i servizi di gestione degli istituti di pena esclusa la sorveglianza e introduzione di pene alternative per condannati non pericolosi.
Osservazioni: si può essere d’accordo o meno sulle misure, resta il fatto che il programma è chiaro e dettagliato, se ne potrebbe fare tesoro, visto che alcuni passaggi sono contenuti anche in altri programmi ma in maniera più fumosa e imprecisa.
Programma Fare per fermare il declino
Programma Pd
Programa Pdl
Programma cinque stelle
agenda Monti