lle elezioni del 2 giugno del 1946 il programma del Fronte dell’Uomo Qualunque concepiva uno Stato non di natura politica, ma semplicemente amministrativa, senza alcuna base ideologica. Uno stato tecnico che fungesse da organizzatore di una folla e non di una nazione. Secondo Giannini, il fondatore, per governare: “basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione. Da questa visione deriva che lo Stato deve essere il meno presente possibile nella società. L’economia deve essere lasciata totalmente ai privati in un sistema totalmente liberista. Se ciò non fosse lo Stato diverrebbe etico, e secondo Giannini da questa eticità deriverebbe l’oppressione del libero pensiero del singolo, fino ad arrivare ad una visione imperialista dell’organizzazione centrale. Il programma quindi si riassumeva in: lotta al comunismo, lotta al capitalismo della grande industria, propugnazione del liberismo economico individuale, limitazione del prelievo fiscale, negazione della presenza dello Stato nella vita sociale del Paese. (tratto da Wikipedia)
Il parallelismo con il movimento 5 stelle è palese, infatti Grillo si muove apparentemente in un contesto di critica al sistema che in realtà è tutta interna al sistema stesso. Grillo, come allora Giannini, tuona contro le ruberie e gli sprechi, le ingiustizie e gli scandali, ma non propone un alternativa radicale di segno anticapitalista ad un sistema che oramai si è rivelato fallimentare in ogni suo aspetto. Grillo propone una serie di ricette, di “cure” che ripropongono in toto il verbo del riformismo con cui in questi anni ci hanno fatto credere che gli asini volino e che da presupposti di sfruttamento e di prevaricazione possa nascere il fiore della giustizia sociale e della redistribuzione delle ricchezze…come dire, un capitalismo riformato e buono, che in realtà fa parte di un ben rodato immaginario collettivo da spot pubblicitario, ma è di gran lunga lontano da ogni realtà sensibile ed esperibile, e porta solo all’emergenza che oggi viviamo sulla nostra pelle quotidianamente. (Alessandro Gatto)