Ventuno dodici duemiladodici la fine del mondo arriverà, lo dicono i Maya, sì ma a che ora? No, perché è fondamentale per regolarsi: accadrà alle ore 24.01 del 21/12 in piena notte o la fine aspetterà l’ultimo minuto ovvero le 23.59 come quando le banche pagano le scadenze regalandoci un altro giorno per sbrigare le ultime pratiche?
Lo scopriremo solo vivendo quel poco che ci resta ma la cosa che più mi assilla è come vivranno l’ultimo giorno gli “apocalittici italiani” ovvero Marco, Giuseppe, Andrea, Piero, Loretta. Sono 5 e sono conviti che la fine sia vicina e Nat Geo Tv ce li mostra in tutto il loro splendore. Marco ha fondato il sito prepper.it dove puoi apprendere tecniche di sopravvivenza, Giuseppe ha imparato a cacciare con arco e freccia a Norcia, Andrea c’ha la fissa dell’acqua potabile e si ingegna a restare in vita usando filtri che gli consentono di bere anche acqua aromatizzata alla merda, Piero si è creato un rifugio segreto in Svizzera perché pensa che siamo prossimi al collasso economico (intanto però va proprio nella patria delle banche… mah!) ed infine Loretta, medium, si è trasferita sull’altopiano di Asiago perché i “maestri ascesi” con cui parla devono essere ascesi dalla montagna per dirle che è uno dei luoghi sicuri per sopravvivere all’Armageddon.
E qui già mi rode… ma come? Anche alla fine del mondo facciamo differenze? Non finisce per tutti? E poi che significato ha salvare Asiago? E’ per il formaggio? E quell’altro posto a ridosso dei Pirenei, Bugarach? Perché mai? Comincio ad avere dei dubbi sulla traduzione e comincio a documentarmi in rete. Ma torniamo al programma. Se in qualunque altro contesto i 5 verrebbero sottoposti ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio (è quando vengono a prenderti con quella simpatica camiciola con le maniche luuunghe luuunghe) qui invece li vediamo discettare serenamente su come affrontare l’apocalisse utilizzando l’immondizia per recuperare materie prime utili alla sopravvivenza come quando Marco ci mostra il riutilizzo di un pannellino solare da lucine di Natale che diventa produttore di energia utile ad alimentare un cellulare. Beep beep beep, una spia rumorosa e luminosa mi avverte che c’è un’anomalia… ma come? Siamo nel pieno dell’ultimo atto ed è verosimile che le prime a cadere oltre alle linee elettriche saranno le linee telefoniche e io mi preoccupo di caricare il cellulare? MMMM Ma che, me state a cogliona’?
Continuo la mia ricerca sulla profezia e scopro che per un difetto di traduzione è possibile che i Maya abbiano previsto non “LA FINE DEL MONDO” ma “LA FINE DEL PONGO” che sarebbe altrettanto drammatico per i bambini di tutto il mondo ma non, come dire, altrettanto definitivo e catastrofico.
Passiamo allora ai “paramilitari” Giuseppe, Andrea e Piero che vedono nell’inizio della fine una valida motivazione per invogliare persone ad iscriversi a quei corsi di sopravvivenza che andavano tanto di moda negli ‘anni 80 tra i manager che volevano fare carriera al lavoro o comunque imparare tecniche per spezzare il collo del capufficio. Qui devo dire che ho trovato di pessimo gusto il segmento dedicato a Giuseppe dove un coniglio selvatico viene cacciato con l’arco, trafitto e scuoiato ma gli viene messo accanto un ramoscello d’erba con tanto di manina insanguinata del cacciatore che spiega come quello sia un rito che rende onore allo spirito dell’animale perché “gli animali non vanno uccisi per gioco ma solo per necessità”… Beep beep beep… stavolta ci deve essere uno speciale dispositivo che segnala le cazzate in questo programma… “gli animali vanno uccisi solo per necessità?” e qual è la necessità in questo preciso momento? Far vedere un coniglio trafitto in un programma televisivo? Anche perché dubito che i 15 attoniti partecipanti al gruppo di aspiranti sopravvissuti sia in grado di costruire un arco e tirare una freccia a un animale. Mi imbatto in una nuova traduzione dei Maya che getta ancora una luce diversa sul 21 dicembre prossimo venturo: pare infatti abbiano predetto “LA FINE DEL BONZO”, la qual cosa ha gettato nel più cupo sconforto tutti i monaci buddisti del sud-est asiatico ma senza conseguenza planetarie. Il problema qui è palesemente uno solo: anche nella follia ci vuole un pizzico di stile e lo stile dei veri apocalittici non può che essere americano. Nel format originale sì che si preparano alla grande al final countdown, in puro stile Yankee: con bunker sotterranei grandi come centri commerciali e scorte di provviste che potrebbero sfamare una nazione medio grande dell’africa sub-sahariana. Noi italiani facciamo un po’ la figura dei peracottari, imitatori di provincia, esagitati del “vorrei ma non posso”. Il fatto è che non sembriamo convinti e, scusate se è poco, ma si sta parlando di una cosa molto seria, dopo non è che si ha tempo per recuperare. La fine è la fine anche se per qualcuno invece è l’inizio. Ecco, ne ho trovata un’altra, di traduzioni Maya… questa dice che il 21/12/2012 ci sarà “LA FINE DEL BONGO”, una grande perdita per l’umanità non v’è dubbio, ma come dice Elio e le storie tese:
“Piantala con sti bonghi non siamo mica in Africa, porti i capelli lunghi, ma devi fare pratica”.
Il messaggio di questo articolo è molto semplice. Non tutti i format possono essere importati dall’estero e l’adattamento è una cosa molta seria: ci sono culture come la nostra dove ringraziando gli dei “gli apocalittici” sono pochi e conosciuti dagli appositi enti preposti. E con questo Andalù vi saluta e si porta via “Apocalittici italiani”, almeno fino al ventunesimo giorno del dodicesimo mese dell’anno 2012: giorno in cui , secondo i Maya, avverrà “LA FINE DEL GONZO”. Anche in questo caso sarò un grave lutto per il mondo del porno ma per il resto dell’umanità arriverà senza problemi Sabato 22.