Kenya 2014, l’avvocato Dola Indidis lancia l’allarme: il processo a Gesù è da rifare. La Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia è chiamata ad annullare la sentenza e l’Italia e Israele a rispondere dei vizi procedurali.
In tutto questo Indidis non ha tenuto conto che in Italia i termini di prescrizione sono ben al di sotto dei 2000 anni e che, a differenza del suo paese di origine, qui non vige la pena di morte. Comunque sia, secondo il Perry Mason africano la via crucis è un interrogatorio sotto tortura, la giuria popolare non è stata selezionata a dovere e Ponzio Pilato non ha usato il sapone. Per questi e altri inattaccabili motivi il procedimento penale più famoso al mondo sarebbe una farsa. Certo, ci sarebbe anche quella faccenda della strage degli innocenti, ma l’errore giudiziario rischia di cambiare il finale di molti film e magari di sostituire la croce con un martelletto. Effettivamente un po’ di confusione sui registri dell’epoca non ha aiutato a ricostruire l’identità dell’imputato. C’è chi ha scritto Jahvè, chi Geova, chi addirittura Giove, qual è la verità? Addirittura, qualche blasfemo ricercatore della verità ha osato avanzare un dubbio… e se non fosse mai esistito?