Semplificare e fare in modo che le regole procedimentali si adeguino alla giustizia “telematica” in modo da mantenere invariato lo standard di tutela dei diritti della difesa e aumentare l’efficienza della risposta del sistema.
Con questo spirito il CNF ha avanzato una serie di proposte- da attuare in via normativa ma anche-in via d’urgenza- tramite l’adozione di un Protocollo uniforme sul territorio nazionale, per rendere garantito il passaggio al digitale (dal 30 giugno diventerà obbligatorio il deposito degli atti del processo civile).
Interventi che vanno dal definire il momento dell’avvenuto deposito dell’atto processuale e quello nel quale esso deve essere reso visibile anche alla controparte; o al riconoscere agli avvocati il potere di autenticazione degli atti “informatizzati” e di attestazione di conformità agli originali; e ancora stabilire anche in via tecnica cosa accade se l’atto supera i 30 megabyte.
Dalla carta al bit, la Giustizia civile cerca il riscatto dell’efficienza e l’Avvocatura ha già accettato la sfida. Gli organismi di rappresentanza istituzionale, CNF e Cassa forense, hanno già messo in campo risorse, progetti concreti e proposte per accompagnare gli avvocati nel passaggio al digitale.
Il punto è stato fatto sabato a Roma, nel corso del convegno I Fori fanno Rete, organizzato da CNF, Cassa forense e FIIF ( la fondazione del CNF incaricata di seguire il progetto PCT).
All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, anche i rappresentanti del Ministero della Giustizia (Daniela Intravaia, direttore generale dei servizi informativi e Massimo Orlando, magistrato dell’ufficio legislativo), i rappresentanti della Corte di Cassazione e dell’Avvocatura dello stato.
Tutti d’accordo nell’evidenziare che la “rivoluzione digitale” nella giustizia è innanzitutto un fatto di “cultura e di “conoscenza” dal quale si aspettano vantaggio in termini di efficienza di tutti il sistema. Tutti d’accordo, ancora, sul fatto che occorre superare- con il confronto tra i vari protagonisti e le sinergie fattive- le resistenza psicologiche, strutturali, organizzative che dovessero verificarsi.
E’ un dato emerso nel convegno che nei 16 tribunali nei quali valgono Protocolli stipulati su base volontaria il sistema funziona.
“L’informatizzazione potrà colmare il gap tra alto livello del nostro sistema giuridico e l’inadeguatezza del sistema organizzativo di amministrazione della giustizia” ha evidenziato il presidente del CNF Guido Alpa.
Il CNF, anche con il supporto degli avvocati del gruppo FIIF (la fondazione coordinata da Lucio Del Paggio), hanno predisposto diversi documenti- anche video- divulgativi.
Del Paggio esprime soddisfazione per la riuscita dell’evento. “Al convegno si sono iscritti 140 avvocati; e in tanti di più hanno seguito i lavori in streaming, anche presso gli Ordini forensi. Il dibattito con i referenti informatici dei COA è stato vivace e tutti hanno espresso apprezzamento per l’impegno di CNF e FIIF”, ha dichiarato Del Paggio.
Con la Cassa forense è stato siglato l’accordo per dotare gli avvocati degli strumenti necessari al deposito telematico.
Daniela Intravaia ha evidenziato che solo l’1% dei tribunali non è pronto, e che il ministero sta lavorando a colmare questo gap.
Il tavolo tecnico permanente sul PCT presso il Ministero della Giustizia, al quale partecipa il CNF, tornerà a riunirsi il 27 maggio.