Un nuovo programma della TV cosiddetta “factual”, quella che ci insegna a fare le cose, ma stavolta entriamo in un campo totalmente diverso.
Non c’è una Barbara Gulienetti che ci aiuta con voce querula a decorare un mobile orrendo, non ci sono tate saccenti alle prese con bambini e famiglie ai confini della realtà, non cambi tua moglie (ultimo esemplare di casalinga ridens in grado di accogliere 10 ospiti a sorpresa e cucinare in 12 minuti netti senza nemmeno trasformarsi in un demone azteco) con un modello “non mi arrendo” che si dipinge le unghie dei piedi ogni 12 ore e guarda il display di una lavatrice come fossero geroglifici in una piramide… No, niente di tutto questo perché stavolta si toccano le corde più emotive, stavolta “CAMBIO CANE”, in onda dal 30 novembre su FOX LIFE ogni venerdì (come prima tv).
Chiunque possegga un cane sa di cosa parlo, di quale rapporto si instauri: un misto tra amore allo stato puro e simbiosi e questo spesso genera dei piccoli, medi, grandi dittatori a quattro zampe che nel buon nome del puro istinto (che si può suddividere in cibo, pisciatina e coccola infinita) sottomettono i poveri padroni in uno stato di ebeatitudine (misto tra il beato e l’ebete) perenne. La totale incapacità di gestione canina però è stata equiparata al sonno della ragione che genera mostri e situazioni paradossali ed è a questo punto che arriva lui: Angelo Vaira, il “dog coach” dalla voce di velluto, uno di quegli esseri dotati di una qualità eccezionale, la calma interiore, che, con pochi comandi, due crocchette e qualche gesto deciso trasforma il campione mondiale di pisciatine indoor in un cane felice ed equilibrato. Come fa? Addestrando i padroni, ovviamente, e sottoponendoli a quella che sembrerebbe la peggiore delle torture: privarsi del proprio cane per una settimana. Preciso che quando vado in vacanza mi informo sullo stato di salute, su quello emotivo e su eventuali aneddoti relativi ai miei animali (una cagna e due gatti) almeno una volta al giorno via chat/sms/skype/telefono per poi chiedere alla mia compagna: “ma abbiamo chiesto come stanno i tuoi? Che figura di m…” Capite quindi che non oso immaginare cosa sarebbe la mia vita senza la mia adorata cagnolina per una settimana.
Questo potente motore emotivo centrale si sposa con un montaggio divertente, musiche e riprese mai banali e una scelta dei due nuclei familiari azzeccatissima (parlo della prima puntata vista in anteprima sul sito di Fox life, altra cosa molto interessante dal punto di vista comunicativo). Guardo allora i titoli di coda come faccio sempre e vedo “capo progetto” e “regia” Angelo Vitale e si accende una lampadina nel polveroso archivio della memoria: ma io questo lo conosco…. ma sì, l’ho conosciuto un paio di secoli fa, nel periodo “Sardellico”, una sorta di pleistocene della tv dove alle 11 su Raiuno c’era sempre la roba da mangiare ma era tenuta al caldo sotto la coppola dell’improbabile conduttore pugliese. Si vedeva che era sveglio e infatti scappò presto dalla macchina infernale dei contratti a tempo determinato e delle consulenze di Mamma Rai per affrontare da free lance l’universo dei gruppi privati che fanno televisione in Italia.
Non è un caso che sia anche il regista di “Clio make up”, altro grande successo della tv che sta mandando in pensione la produzione “generalista” di contenuti. Se nel pomeriggio di Raidue si fosse pensato ad un progetto editoriale che non fosse una fotocopia di quello di Raiuno con un contenitore (quello della Bianchetti per intenderci) che si proponeva di fare cronaca sociale ma poi ripiombava puntualmente nell’attualità “nera”, e si fosse invece pensato ad un’alternativa con programmi rivolti ad un pubblico diverso da quello delle reti ammiraglie RAI e Mediaset (vaglielo a far capire che esistono anche fasce d’età sotto i 50 anni e che, incredibile, sono anche il pubblico commercialmente più appetibile per i pubblicitari) adesso non avremmo una seconda rete con un palinsesto senza una logica fatto di repliche di telefilm.
Ma torniamo a “Cambio cane”: la durata del format è di 45 minuti e sinceramente pensavo che avrebbero pesato sul livello di sopportazione e invece scivolano via in maniera molto piacevole: tutto perfetto quindi? Si, ma una nota stonata c’è… la voce fuori campo, necessaria per sintetizzare dei passaggi che sarebbe noiosissimo riprendere, è troppo “fredda” e questa distanza contrasta in maniera poco piacevole con i sentimenti in gioco e con la componente dialettale dei protagonisti (il vicino di casa di uno dei protagonisti era sottotitolato per quanto il dialetto del lago d’Iseo fosse incomprensibile). Per darvi un’idea delle emozioni che vengono suscitate molte delle persone che, come me, hanno visto il primo episodio sul web hanno pianto insieme ai padroni dei cani (brutta parola padrone ma non me ne vengono in mente altre, chiederò ad Angelo Vaira).
Il format mi è talmente piaciuto che mi viene in mente una variante: “Cambio politico” (e il primo che dice che i politici sono cani mi incazzo a nome della categoria canina). Pensate, prendiamo uno dei nostri “onorevoli” deputati o senatori e lo scambiamo per una legislatura (una settimana sarebbe troppo poco) con un equivalente islandese o anche tedesco, inglese, polacco. Sono quasi certo che al ritorno (sempre che si accetti che ritornino, e mica sono i nostri adorati cagnolini che ne sentiamo la mancanza, cribbio) noteremmo un cambiamento nel campo delle deiezioni: non direbbero più così tante cagate per buona pace della nostra società civile. E con questo Andalù vi saluta e si porta via, una volta tanto scodinzolando, un bel programma: “Cambio cane”.