«Una cattiva legge che sta danneggiando l’avvocatura : dal caos  sull’iscrizione obbligatoria e contestuale all’albo e all’ente previdenziale professionale, che riguarda 56 mila professionisti, al nulla di fatto sulle società tra professionisti, fino alla mancata revisione degli scandalosi parametri dei compensi, solo per citare alcuni nodi irrisolti.
Il quadro è gravissimo: a distanza di nove mesi dall’approvazione della riforma forense nessuno dei numerosi regolamenti affidati alla responsabilità del Ministro della Giustizia ha sinora visto la luce, mentre il CNF ne ha approvati solo due e anche piuttosto irrilevanti. Ma ora l’urgenza si concentra sulla necessita’ di individuare le modalità di accertamento dell’esercizio effettivo, continuativo e abituale e della professione, perchè ad esso è strettamente collegata la tenuta stessa dei conti della Cassa Forense». Così Ester Perifano, segretario generale dell’Anf, si rivolge al ministro della Giustizia, in una lettera in cui si fa portavoce dei timori dell’avvocatura sulla stabilità dei conti della Cassa Forense, ma anche della stessa reale applicabilità della legge professionale vigente.
«Solo quando i concetti di “esercizio effettivo, continuativo, abituale e prevalente” saranno stati precisati nel regolamento ministeriale – spiega – sarà possibile individuare il numero esatto degli avvocati chiamati a contribuire alla Cassa, che ora in merito “naviga a vista”».
«C’è in ballo – continua Perifano – un grave problema di coordinazione dei tempi: la norma in questione, contenuta nella legge forense, concede un termine di 24 mesi per l’approvazione del regolamento ministeriale, ma ne prevede solo 12 per l’approvazione del regolamento da parte della Cassa Forense che è fondamentale per individuare i minimi contributivi dovuti nel caso di soggetti iscritti senza il raggiungimento dei definiti parametri reddituali, per eventuali condizioni temporanee di esenzione o di diminuzione dei contributi per soggetti in situazioni particolari e per l’eventuale applicazione del regime contributivo.
Dunque al momento manca il regolamento ministeriale, ma la Cassa paradossalmente ha a disposizione solo tre mesi per varare il regolamento.Tutto ciò senza considerare che in questi giorni si stanno svolgendo le elezioni per il rinnovo del Comitato dei delegati dell’ente che, presumibilmente si insedierà, a tutti gli effetti, non prima del prossimo anno».
«Un primo effetto negativo di questa situazione sono stati i ricorsi affrettati di coloro i quali ritenendo che la contestualità della iscrizione Albo/Cassa fosse vigente sin da subito, hanno ritenuto di ricorrere all’Autorità Giudiziaria per sospendere le elezioni in corso. Fortunatamente pero’ le operazioni elettorali sono proseguite regolarmente. Ma il rischio più serio ovviamente è la tenuta dei conti – sottolinea – perchè la Cassa non può operare se non sa quali siano i soggetti che negli anni a venire saranno qualificati come avvocati a tutti gli effetti e quali saranno effettivamente le entrate”.
«Chiediamo al ministro della Giustizia Cancellieri – conclude Perifano – di farsi promotrice di un decreto legge che modifichi la normativa attuale, al fine di consentire all’Ente di Previdenza dell’avvocatura di tarare l’intervento previdenziale tenendo conto dei criteri che, indicati dal Ministero della Giustizia, regoleranno la vita professionale degli avvocati». 

Di Golem

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