Nonostante il 9 marzo sia stato avviato il programma di acquisto di titoli di Stati, meglio conosciuto come quantitative easing, messo in campo dalla BCE, in aprile i prestiti concessi alle famiglie e imprese italiane sono calati. Se si pensava in una svolta positiva con la notizia dell’aumento dell’8,6% delle domande di prestiti registrate a maggio, ci pensa Bankitalia a smorzare gli animi: le richieste a maggio sono sì aumentate, ma ad aprile le erogazioni sono diminuite rispetto al 2014.
Stando al report di Bankitalia, la diminuzione sarebbe dell’1,4% rispetto ad aprile dell’anno scorso. Lo stesso dato registratosi a marzo. In particolare si parla dello 0,2% in meno per i prestiti alle famiglie, e del 2,2% per quelli alle imprese.
Il quantitative easing non ha favorito i prestiti
L’immissione di liquidità nelle casse degli istituti di credito del Bel Paese, da cui la BCE compra Bot e Btp, non ha determinato uno scongelamento della situazione. Questo nonostante a gennaio il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan avesse sottolineato come fosse importante immettere liquidità. Lo scenario emerso dal report mensile realizzato da Bankitalia continua a descrivere una situazione nera e incerta in ogni settore.
In calo i finanziamenti alle famiglie e alle imprese
I prestiti alle famiglie sono calati dello 0,2% su base annua, con valori pari al -0,3% rispetto al mese di marzo. Anche i finanziamenti alle società non finanziarie hanno subito una contrazione con il -2,2% rispetto al 2014. Senza tenere conto degli altri crediti ceduti o cancellati dai bilanci bancari, i prestiti al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua dell’1,4%.
Stabili le sofferenze bancarie
La situazione è rimasta più o meno la stessa per le sofferenze bancarie, cioè quei crediti la cui riscossione non è certa a causa dello stato di insolvenza dei soggetti debitori. I valori registratisi ad aprile sono stati pari al 14,8% con un leggero calo rispetto al 14,9% del mese precedente.
Federconsumatori e Codacons sul piede di guerra
Il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, ricorda che le banche europee hanno ricevuto prestiti dalla BCE pari a 129,8 miliardi di euro a tassi super agevolati dello 0,15%, soldi finalizzati a rilanciare il credito all’economia reale. Invece le banche italiane continuano a far lievitare il portafoglio di Btp, Cct e Bot: ad aprile i valori si aggiravano intorno ai 415,498 miliardi di euro, 15 miliardi in più rispetto a fine dicembre.
L’Unione nazionale consumatori ha definito i dati sui prestiti a dir poco “scandalosi”. “E’ incredibile che le banche continuino a tenersi i soldi, invece di farli circolare, specie se si considera che dal 9 marzo la BCE sta immettendo liquidità con il quantitative easing” ha dichiarato il segretario Massimiliano Dona. Il Codacons chiede alle autorità europee di “verificare dove finiscono i soldi immessi dalla BCE” oltre ad indagare sull’uso reale che viene fatto della nuova liquidità.
Ridotti i tassi di interesse
L’unico dato positivo è la riduzione dei tassi di interesse: quelli sui mutui sono passati dal 2,95% al 2,86%, motivo per cui stanno aumentando le richieste di surroga. Questo però non basta, quello che serve per rilanciare gli investimenti è l’aumento di prestiti alle famiglie e alle imprese.