I prestiti ai privati hanno segnato una perdita delle erogazioni quantificabile in 100 miliardi di euro negli ultimi 3 anni. Nonostante i recenti segnali di ripresa lanciati dal comparto crediti, la crisi che ha attanagliato il settore a partire dal 2011 mostra ancora tutti i suoi segni. Il comparto ha provato a reagire in maniera differente, diversificando i prodotti, aumentando la competitività e integrando sempre di più l’offerta con le infrastrutture di rete. Gli utenti vagliano prestiti personali e finalizzati, navigano su internet per informarsi sulla cessione del quinto tramite portali come SuperMoney, comparano tassi d’interesse e durata dei finanziamenti, sperimentano le alternative offerte dalle compagnie online. Ma il contesto di riferimento, quello italiano, è stato scosso da una crisi ben più forte di ogni cosa e solo oggi si intravedono i primi pallidi segni di una reazione.
Prestiti ai privati: la ricerca di Unimpresa
A fare il punto sulla situazione è stata Unimpresa, che ha analizzato l’andamento dei prestiti ai privati negli ultimi tre anni ed evidenziato la portata mastodontica delle perdite subite dalle banche nel corso degli anni bui del settore. Il tutto, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’ultima ricerca Abi, che evidenziava come il comparto fosse in realtà in ripresa, dopo una contrazione dei mercati perdurata per 37 mesi.
Secondo quanto rivelato da Unimpresa, tra maggio 2012 e maggio 2015 i prestiti ai privati erogati da banche e istituti di credito sarebbero passati dai 1.502,6 miliardi di euro stimati tre anni fa agli attuali 1.402,1 miliardi, per una perdita totale di circa 100,5 miliardi di euro e ad una contrazione dei volumi intorno al 6,69%. A soffrire maggiormente sono state (e lo sono tuttora) soprattutto le Pmi, che accusano perdite per circa 84,6 miliardi (-9,54%), mentre le famiglie hanno accusato una contrazione prossima ai 16 miliardi.
I prestiti alle aziende nel dettaglio
Le Pmi soffrono da diversi anni delle difficoltà di accesso al credito. Secondo le stime di Unimpresa, sono soprattutto i finanziamenti a breve termine – fino a un anno – ad accusare le perdite più significative, con una contrazione di 50,4 miliardi di euro (-14,81%, da 340,5 a 290,1 miliardi di euro). Male anche i crediti sul lungo periodo – oltre i 5 anni – che segnano una perdita di 39,6 miliardi (da 415,4 a 375,8 miliardi, pari a un -9,55%). In positivo soltanto i prestiti a medio termine – fino a 5 anni – che fanno segnare un +4,11% e una crescita di 5,4 miliardi di euro.
Prestiti alle famiglie
Non sorridono neppure le famiglie: i crediti al consumo hanno perso 1,5 miliardi di euro (da 62,6 a 61,3 miliardi di euro, -2,45%). I mutui, che sono passati da 367,8 a 359 miliardi, segnano un -2,40%, con perdite pari a 8,8 miliardi. I prestiti personali, che passano da 184,4 a 178,9 miliardi, accusano un decremento del 2,98%, corrispondente a 5,4 miliardi di euro in meno.
In aumento anche le sofferenze bancarie
In aumento anche le sofferenze bancarie, ovvero i crediti non soluti da parte dei cittadini e delle imprese. Nel maggio del 2012, esse valevano 110,8 miliardi di euro, contro i 193,7 miliardi stimati in relazione a due mesi fa, pari a 82,8 miliardi in più non restituiti alle banche (+74,75%). Anche qui le maggiori difficoltà sono state riscontrate dalle Pmi (64,9 miliardi in più, pari a un +88,71%) ma accusano una situazione di emergenza anche i finanziamenti alle famiglie (+5,2 miliardi, +49,68% ).