Scoraggiato, impoverito, profondamente diverso da Nord a Sud: è un Paese a pezzi, quello che esce dalla presentazione del ventesimo Rapporto annuale dell’Istituto nazionale di statistica. Quello presentato oggi a Montecitorio dal presidente dell’istituto Enrico Giovannini è un rapporto che si è arricchito anche del 15° Censimento generale della popolazione i cui risultati preliminari sono stati diffusi qualche settimana fa.
Il 2011, anno cui si riferiscono i dati, è stato caratterizzato dalla percezione (traumatica) del carattere strutturale della crisi da parte dell’opinione pubblica.
Il brusco peggioramento delle prospettive ha portato imprese e famiglie a rivedere al ribasso i piani di produzione, investimento e spesa. L’occupazione totale è rimasta praticamente ferma, segnando un più 0,4, è aumentata l’occupazione femminile ed è rimasta stabile quella maschile. Sono diminuite però l’occupazione giovanile e quella della fascia 30-50enni e l’occupazione a tempo indeterminato.
Nel dato parziale, a partire dall’autunno la disoccupazione ha ripreso però a salire.
L’inflazione ha ripreso a salire spinta dall’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e alimentari importati.
Industria e commercio hanno visto contrarre i loro margini di profitto.
Sempre nel 2011 sono poi arrivate la manovre che hanno ridotto il defitic pubblico e contenuto la crescita del debito.
Il reddito reale delle famiglie è calato per il quarto anno consecutivo e la propensione (tutta italiana) al risparmio è scesa dell’8,8 %.
Da un punto di vista sociale, si vive più a lungo ma si fanno meno figli, quindi continua a salire la quota della popolazione anziana.
L’ascensore sociale si è praticamente fermato (da almeno dieci anni) e questo rende più difficile per i giovani migliorare la propria situazione.
Cambiata anche la “geografia della povertà”: peggiorano le condizioni delle famiglie con minori, soprattutto al Sud e migliora la situazione delle famiglie di anziani.
Continua a restare forte il divario Nord-Sud nonostante alcuni casi di successo di amministrazioni del Mezzogiorno.
Giovannini ha quindi paragonato l’attuale crisi a quella vissuta dal nostro paese nel 1992…
(il Rapporto e la sintesi di Giovannini sono leggibili in allegato)
Rapporto Istat Capitolo 1
Rapporto Istat Capitolo 2
Rapporto Istat Capitolo 3
Rapporto Istat Capitolo 4
Sintesi intervento Giovannini