Il Premio Italia diritti umani, una manifestazione ideata e organizzata dalla Free Lance International Press in collaborazione, tra gli altri, con la sezione italiana di Amnesty International assegna ogni anno riconoscimenti a coloro che dedicano la propria attività, e talvolta la propria vita, alla difesa dei diritti umani e dei più deboli.

Quest’anno, nel corso della cerimonia che si svolgerà il 15 ottobre nell’aula magna della Facoltà Valdese di teologia, a Roma, un riconoscimento sarà assegnato a Riccardo Rossi.

Riccardo da anni vive in una casa famiglia, in Sicilia, e dedica tutto se stesso all’aiuto di coloro destinati a essere emarginati da una società organizzata per schiacciare chi non rispetta le “regole” che quella stessa società si è unilateralmente data. “Integrazione”, “recupero”, “assistenza”, sono parole che per quanto ripetute ad ogni occasione, sono più spesso pretesto per gli affari.

Conosco Riccardo Rossi da più di vent’anni. Da quando, giornalista, era addetto stampa dei Verdi a Napoli (un’entità caratteristicamente italiana ormai sostanzialmente scomparsa che forse grazie a una strana forma di fotosintesi clorofilliana fece germogliare alcune misteriose piante politiche). Avrebbe potuto studiare, che so, da Capezzone e invece a un certo punto i suoi occhi riuscirono a guardare oltre l’orizzonte apparente.

Per chi non sapesse cosa fa, oggi, e da anni, Riccardo Rossi, e fosse curioso di saperlo, basta leggere il suo profilo accanto a uno qualunque dei tanti articoli pubblicati da Goleminformazione.it.

Ciò che vale la pena di aggiungere è che in un Paese dove sempre più spesso c’è qualcuno che vuole “buttare la chiave”, Riccardo Rossi quella chiave, invece, l’ha raccolta e ha scoperto che, tra tante porte, apre la più piccola che, come quella di Alice nel paese delle meraviglie, conduce in un mondo dove anche la regina di cuori è costretta, alla fine, a cedere il passo al cappellaio matto.

Aula Magna della facoltà valdese di teologia
Via Pietro Cossa  40  (piazza Cavour) ROMA
Roma 15 Ottobre 2015
 
Il Premio Italia Diritti Umani nasce dall’esigenza da parte delle associazioni coinvolte di voler dare un giusto riconoscimento a coloro che, per la loro attività, si sono distinti nel campo dei diritti umani. In un mondo in cui il profitto sembra essere lo scopo ultimo di ogni intento, bisogna sostenere chi lotta veramente, sacrificando spesso gran parte (o del tutto) la propria esistenza per aiutare il prossimo. I Mass Media spesso non prestano la dovuta attenzione al tema dei diritti umani, se non in maniera superficiale. È giunto quindi il momento, non solo di dare un giusto riconoscimento a chi lotta per la difesa dei più deboli, ma anche di parlare su come possano essere tutelati meglio questi diritti che, anche in paesi come l’Italia oltre che all’estero, sono sistematicamente violati, soprattutto nei confronti dei più deboli.
In collaborazione con – Amnesty International – sezione italiana , Cittanet, Studio Scopelliti-Ugolini
 
 
PROGRAMMA
Moderatrice e presentatrice del premio: Neria De Giovanni, giornalista, Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari. 
Interventi
Ore 16.00 – Saluti  
Virgilio Violo – giornalista- Presidente della Free Lance International Press 
Ore 16.05 – il problema curdo in Siria e in Turchia
Yilmaz Orkan – Membro Congresso Nazionale Kurdistan KNK
Ore 16.15 – L’informazione che cambia nell’epoca dei digital media 
Antimo della Valle – Giornalista e saggista, direttore di Editorpress
Ore 16.30 – Gli interventi umanitari del corpo militare della CRI
Vittorio Badalone – col. cap. uff. operazioni di addestramento Isp. Naz. corpo militare della CRI
Ore 16.45 – “La crisi dei rifugiati e l’egoismo dell’Europa”
Riccardo Noury – 
 Portavoce di Amnesty International sezione Italia
Ore 17.00 – l’esperienza di un’insegnante alla città dei ragazzi.
Maria Foffo – 
professoressa di italiano e pedagogista
Ore 17.15– Il nuovo ruolo del giornalismo locale
Antonio Cilli: Cittanet founder
Ore 17.15 – Il ruolo dei media nel comunicare le migrazioni. 
Roberto Zaccaria 
– Presidente del Cir – Consiglio Italiano per i Rifugiati
Ore 17.30 – Antonio Russo a “Rivoluzioniamo Rancitelli”: il suo ritratto nel ghetto della Rivoluzione (a Pescara)
Andrea D’Emilio ed Erica Greco
 
Ore 17.40 Monologo“Il mio nome è freelance”
scritto da Michela Zanarella, diretto da Giuseppe Lorin, interpretato da Chiara Pavoni.
 
PREMIAZIONE  ore 18,00
 
Menzione speciale per i diritti umani
Legge la motivazione Giuseppe Lorin
 
– Consegnano i premi e leggono le motivazioni gli attori:
Chiara Pavoni , Valentina Ghetti e Vittorio Pavoncello regista.
 
Donate opere degli artisti: Federico Gismondi, Patrizia Borrelli, Anna San

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