Per festeggiare degnamente i 20 anni di servilismo, Bruno Vespa ha preparato una puntata speciale di Porta a Porta. Niente plastico insanguinato, niente troioni opinionisti e nemmeno uno speciale sulla dieta dei Casamonica.
L’avvenimento va celebrato con un ospite d’onore degno della poltrona più bavosa della tv di stato. Signori, ecco a voi Salvo Riina, figlio di Totò Riina, a sua volta condannato per associazione di stampo mafioso, in tour promozionale per la sua autobiografia. Un’occasione ghiotta per l’ineffabile Bruno Raspa, che ha incalzato il discendente del boss con domande interessantissime, tipo “da bambino che pensava di suo padre?” oppure “si è mai accorto che suo padre era un mafioso?”. Ma le risposte sono state altrettanto degne “non giudico mio padre, per quello c’è la giustizia”, “non penso bene e non penso male di nessuno”, “non so cos’è la mafia, può essere tutto e nulla”, “non lo so”, “boh”, “chi sono io?”.
Alla fine, nel tentativo di alzare il livello della serata, Rutto Vespa ha chiesto l’ora a Riina, che ha subito ribattuto: “Non spetta a me dire che ore sono, per quello c’è l’orologio”. Insomma due ore di botta e risposta tra un muro e una merda di cane. Per saperne di più, correte ad acquistare il libro del piccolo boss, lo troverete alla sezione “letteratura omertosa”.