Nello scorso articolo abbiamo scoperto come perdonare sia un’abilità esclusiva delle persone più forti caratterialmente, una vera e propria prerogativa dei duri.

Abbiamo infatti scoperto che perdonare non è quello che pensiamo, non vuol dire porgere l’altra guancia e sacrificarsi, né vuol dire tornare a fidarsi ingenuamente di qualcuno e neanche continuare a frequentare la persona che ci ha feriti. Perdonare vuol dire invece modificare le proprie sensazioni negative e sentimenti di vendetta in razionalizzazioni più costruttive. Perdonare ci permette quindi di andare avanti a testa alta, ma non è facile, non è per tutti!
Esistono però delle strategie che possiamo mettere in atto per imparare ad abbandonare le emozioni accecanti, proseguendo senza rimorsi e rancori per la nostra strada.

Come perdonare
E’ ovvio che le situazioni che causano desideri di vendetta ricoprano una vasta gamma di intensità e di gravità, vi sono comunque delle linee generali applicabili alle situazioni più difficili e quindi utili anche per quelle più facilmente tollerabili.
Per quanto sia possibile, la prima cosa che si dovrebbe fare per abbandonare il dolore del risentimento è cercare di comprendere il punto di vista dell’altro o il motivo che lo ha indotto a farci del male. Questa è una delle tecniche più utili, infatti ciò che non si comprende, solitamente arreca più dolore in quanto ignoto e imprevedibile, rispetto a ciò che riusciamo a capire e quindi circoscrivere.
Ma al di là che sia possibile o meno comprendere il gesto dell’altro, si possono tenere presente alcuni consigli, possibilmente da mettere in atto in successione per intraprendere il giusto percorso verso il perdono:

1) Cercare di comprendere le proprie emozioni, ovvero cosa si sta provando per quanto è accaduto e perché, focalizzando cosa esattamente induce a soffrire.
2) Cercare di osservare da punti di vista differenti le ragioni del proprio malessere, ovvero valutare motivi non ancora presi in considerazione sulle possibili cause della sofferenza.
3) Tenere bene in mente il concetto basilare che quanto accaduto può farci ancora male solo se si continua a rimuginarci sopra.
4) Se in qualche modo l’accaduto ha bloccato il proprio cammino, bisogna trovare una nuova via per andare avanti lasciandosi il passato alle spalle, e traendo comunque insegnamento da ciò che è stato.
5) Trasformare il proprio desiderio di vendetta in perdono, in quanto questo è il vero modo per non permettere a chi ci ha fatto soffrire di avere ancora potere su di noi.
6) Afferrare fortemente ciò che di bello abbiamo nella vita e tenerlo come punto saldo dentro di noi.

Ovviamente la teoria è sempre più facile della pratica, ma provare a mettere in pratica queste tecniche a piccoli passi, potrà portare solo a benefici e a trovare la forza (o la freddezza) per poter perdonare.
Sarà comunque normale se non si riuscirà a mettere in atto la forza del perdono in ogni situazione, preoccupante però diverrà il caso in cui non si riesca a perdonare mai niente e nessuno. In questo caso si dovrebbe fare un lungo percorso su di sé, magari imparando per prima cosa a perdonare se stessi e rinforzando il proprio carattere. E fate attenzione a non confondervi: spesso l’insicurezza si maschera proprio di altezzosità, presunzione  e sopravvalutazione, caratteristiche tipiche di chi, non avendo nulla nella sostanza, tenta di mascherarsi di grandezza, proprio come un piccolo mago di Oz.

Perdonare il partner
Una forma particolare di perdono è quella che si attua nel rapporto di coppia, infatti nelle relazioni si sta costruendo un cammino assieme e il perdono diviene indispensabile per continuare in questa costruzione.
Nelle coppie il perdono viene accompagnato dalla comprensione di ciò che ha indotto il partner a sbagliare, così da poter trovare insieme una soluzione che magari porti ad un miglioramento della coppia, anche se non è da escludere che molte volte la soluzione sia proprio la separazione.
Ma che si decida di continuare insieme oppure no il proprio cammino, il perdono (ovvero sostituzione di sentimenti irrazionali con una più fredda consapevolezza) rimane una tappa importante per evitare una vita piena di rimorsi. E il primo passo in questa difficile impresa è sviluppare l’empatia nei confronti del partner. Bisognerà comprendere il suo punto di vista e i suoi sentimenti, bisognerà riuscire ad immedesimarsi in lui, avendo magari l’umiltà di ammettere davanti a se stessi anche i propri errori.
Attenzione questo non vuol dire “visto che ho sbagliato io, ti concedo di sbagliare” altrimenti si rischia di andare avanti giustificandosi a vicenda, e invece di crescere come persone e come coppia, si rischia di continuare ad errare. Aver presente i propri errori deve servire semplicemente per aiutare il processo di empatia, ingrediente fondamentale per il perdono tra partners, oltretutto rivedere nell’altro i nostri comportamenti può aiutarci non solo a perdonarlo, ma anche a migliorare noi stessi.

Il falso perdono
Esistono anche modi falsi di perdonare, questi servono per ottenere cose in cambio o per far sentire maggiormente in colpa l’altra persona. Non si vuole indicare questi atteggiamenti come sbagliati a priori, a volte possono essere utili, per esempio nell’impartire un’educazione; quello che semplicemente si vuole far notare è che non sono reali modi di perdonare.
Ad esempio non si può parlare realmente di perdono se si mettono condizioni, così come non sempre è realmente perdono se si dichiara apertamente alla persona che la si sta perdonando, soprattutto quando per fare questa dichiarazione la si sta mettendo a conoscenza per la prima volta che sappiamo del suo errore: il perdono viene fatto dentro di sé,  al di là che gli altri vengano mai a conoscenza del fatto che le abbiamo perdonate.
Anche minimizzare l’accaduto snatura il perdono trasformandolo in giustificazione. Oltretutto negando la responsabilità della persona, la si sminuisce considerandola incapace di prendere decisioni e questo vale per gli altri come per noi stessi: perdonarci facendo spallucce e sostenendo “siamo fatti così” riduce la nostra intelligenza e capacità d’azione.

Perdonare se stessi
Sembrerà banale, ma spesso per perdonare gli altri bisogna per prima cosa perdonare se stessi, in quanto capita sovente che quello che dobbiamo perdonarci è di aver permesso a qualcun altro di farci del male oppure, altre volte, di aver permesso a qualcuno di guardarci sbagliare o fallire.
Accade spesso che ci sentiamo inetti per aver lasciato che si determinassero certe situazioni e non possiamo darci pace per questo, così più ci arrabbiamo verso noi stessi più sale anche la rabbia e la voglia di vendetta verso l’altro e verso gli altri. In tal modo diventiamo delle persone vendicative e rancorose, ma una volta che impariamo a perdonare noi stessi, anche perdonare gli altri diventa più facile, forse questa è proprio la tappa più importante per imparare a sviluppare la forza mentale di chi sa perdonare.
Per perdonar se stessi quel che bisogna fare è accettare che il tempo in cui ci si credeva infallibili appartiene all’infanzia, bisogna accettare che sbagliare è normale e capita a tutti, anzi è una fortuna poter sbagliare in quanto si ha maggiore possibilità di imparare, ogni errore deve essere preso come un’interessante lezione di vita, è il nostro percorso di crescita.
Abbandonare l’ego fittizio e invincibile della giovinezza è il primo passo per imparare a perdonarsi quando sbagliamo (ad agire o a parlare), quando ci sentiamo inetti, quando poniamo male la nostra fiducia negli altri.
Probabilmente è difficile ammettere con se stessi di non saper fare tutto, spesso di non saper fare cose che ci sembravano facili, ma la presa di coscienza della nostra fallibilità è il passo essenziale per perdonarsi in maniera costruttiva e non cercare più inutili colpe negli altri: smettere di dare la colpa ai sassi quando inciampiamo è il primo passo per imparare a camminare.

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