I movimenti indipendentisti in Europa sembrano aver trovato nuova linfa negli ultimi anni, l’infografica prodotta dalla facoltà di Scienze Politiche dell’università telematica Unicusano che trovate in fondo all’articolo ne presenta un valido specchio.

Il caso più eclatante è sicuramente il referendum catalano di ottobre 2017, che ha portato ad una crisi interna nella nazione spagnola con capovolgimenti di fronte e dimissioni dei vertici governativi della Catalogna. Situazione simile anche in Italia, sebbene i toni siano stati più bassi e le richieste meno incisive sulla stabilità dello stato. In Europa tuttavia i Movimenti Indipendentisti non si sono mai completamente esauriti e continuano a resistere in diverse nazioni del continente. Le radici di questo dibattito trovano ragion d’essere in differenze di tipo etnico, culturale, religioso ed anche politico ormai radicato nei secoli.
Proviamo a fare una panoramica sui movimenti più attivi e quelli che negli ultimi anni hanno infuocato le polemiche e lo scontro al fine di fornire un’idea generale delle motivazioni ed i risultati ottenuti.

Indipendenza Catalana

La Catalogna dal 1979 detiene un’indipendenza amministrativa dalla Spagna, con il riconoscimento di un governo speciale, che sottostà alle leggi spagnole per quanto concerne la condivisione economica, politica e linguistica. I catalani tuttavia, considerandosi completamente indipendenti anche dal punto di vista linguistico e culturale, sognano da sempre un totale distacco dal governo di Madrid.

A tal proposito già nel 2014 avevano richiesto un referendum per ottenere l’indipendenza, ma fu respinto dal governo centrale. Per questo nel 2017, il dibattito si è fatto più acceso onde evitare lo stesso epilogo negativo; infatti il referendum è avvenuto senza approvazione del governo spagnolo ed in un clima di tensione molto alta che ha portato al ferimento di diversi attivisti e cittadini. Gli elettori sono stati oltre 2 milioni, corrispondenti al 42% del totale ed il SI ha vinto con il 90%. A questo punto la Catalogna dichiara l’indipendenza, che non viene riconosciuta da Madrid e considerata incostituzionale; Puidgemont, governatore catalano, fugge a Bruxelles e i suoi alleati vengono arrestati.

Madrid prende posizione e convoca elezioni anticipate per formare il nuovo governo catalano. Le conseguenze di un gesto così forte da parte dei catalani hanno tenuto col fiato sospeso l’intera Europa, che non può permettersi l’indipendenza e quindi l’esclusione dall’Unione Europea di una delle regioni più produttive del continente. Tuttora il clima è incandescente; si attendono gli sviluppi, sperando siano di tipo diplomatico.

Movimenti per l’Indipendenza del Veneto e della Lombardia

In Italia il discorso è molto simile, con la richiesta da parte del Veneto e della Lombardia di un’indipendenza dalla nazione ed il riconoscimento di una regione autonoma della Padania con maggiore autonomia fiscale. Come per la Spagna, anche le due regioni indicate sono fondamentali per l’Italia e per l’Europa, essendo i motori trainanti dell’economia del paese.

Nel 2017 si è svolto un referendum per legittimare, attraverso l’approvazione popolare, l’inizio delle trattative per ottenere il riconoscimento di Regione a statuto speciale con agevolazioni fiscali ed economiche. I risultati sono stati schiaccianti con una percentuale di SI del 98,1% per il Veneto e del 95,29% per la Lombardia. Le conseguenze non hanno avuto la stessa risonanza della Spagna e soprattutto il dibattito è stato molto più pacifico. Lo Stato italiano però non potrà ignorare a lungo le richieste e le pressioni indipendentiste, ma dovrò cercare nel 2018 un dialogo ed un confronto al fine di capire se ci sono gli estremi per un accordo.

Altri Movimenti Indipendentisti Europei

Oltre ai su citati movimenti catalano ed italiano, in Europa il dibattito sulle indipendenze di alcune regioni coinvolge diverse zone del continente e continua imperterrito il suo cammino con azioni più o meno eclatanti ma di sicuro costanti. Famoso per il loro sostegno alla lotta armata e alla violenza, l’ETA, il movimento indipendentista basco, ha ottenuto in Spagna un’indipendenza amministrativa nel 1979, ma mai una piena autonomia in Francia. Nel 2011, attraverso un comunicato stampa, ha deposto le armi e dichiarato il cessate il fuoco permanente. Ciò però non ha portato alla rinuncia delle mire indipendentiste, ma ad una pressione sul governo centrale di tipo politico.

Vicenda simile per l’FLNC, il movimento per l’indipendenza della Corsica dalla Francia, che nel 2014 dichiara la fine della Lotta Armata e nel 2016 termina le operazioni di indipendenza. I partiti che sostengono l’indipendenza dell’isola tuttavia continuano ad essere presenti nella vita politica del paese.
Molto attivo soprattutto in quest’ultimo periodo a seguito della Brexit, il partito Sinn Fein che chiede l’annessione all’Irlanda e l’indipendenza dal Regno Unito. Alle elezioni del 2017 ottiene una percentuale di consensi molto alta, pari quasi agli unionisti. Si tratta dunque di un fronte da tenere sotto osservazione, in virtù degli eventi futuri che riguarderanno il Regno Unito.

Sempre in Regno Unito, resta aperta la questione dell’indipendenza scozzese, che già nel 2014 aveva proposto un referendum che non ottenne la maggioranza. A seguito della Brexit anche questo focolaio potrebbe tornare ad infiammarsi, creando tensioni nell’intera nazione, già interessata da diversi fenomeni di indipendenza.  

www.unicusano.it/blog/universita/indipendentismi-infografica</a></p> <p><a href="http://www.unicusano.it/blog/universita/indipendentismi-infografica”>www.unicusano.it/blog/images/infografiche/preview-referendum-indipendenze

Infografica a cura dell’Università Niccolò Cusano

 

 

 

Di Golem

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