Si parla di 6 miliardi di fondi europei gestiti in maniera molto disinvolta, il dossier pubblicato dal Fatto Quotidiano parla di irregolarità molto gravi; l’esponente dell’Idv presenta un’interrogazione urgente al ministro Profumo, ma la risposta del sottosegretario Ugolini per Borghesi è tutt’altro che esaudiente
«Sono profondamente insoddisfatto della risposta fornita dal sottosegretario alla mia interpellanza urgente e come me, sono certo, lo saranno i ricercatori e i cittadini italiani. Una risposta burocratica che non ha fornito né ulteriori informazioni né rassicurazioni di alcun tipo. Eppure si tratta di fatti che, qualora fossero veri, sarebbero di una gravità inaudita».
Così, in aula, il presidente dei deputati di Italia dei Valori Antonio Borghesi.
«Un articolo, apparso di recente su Il Fatto quotidiano, – ha spiegato Borghesi – ha riportato la notizia di un dossier anonimo, probabilmente fatto recapitare alla redazione da un funzionario interno, dal quale emergerebbero fatti gravissimi riguardanti la gestione di fondi destinati alla ricerca. Si tratta di somme ingenti: 6 miliardi di contributi europei a fondo perduto, tre miliardi di contributi statali e un miliardo per gli enti di ricerca».
«Stando a questo dossier anonimo, – ha proseguito Borghesi – vi sarebbe all’interno del ministero dell’Università e della ricerca, una sorta di ‘cricca’ ministeriale che avrebbe fatto da sponda ad una serie di truffe, scambi, agevolazioni, appalti pilotati e consulenze di favore. Emergerebbe, inoltre, che aziende senza i giusti requisiti per l’accesso ai fondi sarebbero state ripescate e ne avrebbero usufruito, in spregio alle regole».
«Sappiamo bene in quali condizioni versa la ricerca in Italia, – ha detto ancora – quali e quanti siano stati i tagli imposti al settore. L’esistenza di questa presunta cricca ministeriale mortifica chi nella ricerca ci crede, i tanti ricercatori bravi che fanno fatica a portare avanti i loro progetti e a vedersi riconosciuto il loro lavoro».
«Un ministero e un ministro seriamente preoccupato non si sarebbe dovuto limitare a disporre un’indagine interna, i cui risultati chissà tra quanto arriveranno. Avrebbe agito con tempestività, acquisendo immediatamente il dossier in questione per fare chiarezza su fatti e circostanze tanto gravi. Perché, allora, il ministro non l’ha fatto?» ha concluso.