Che cos’è la paura? Uno “stato d’animo, costituito da inquietudine e grave turbamento, che si prova al pensiero o alla presenza di un pericolo”. Così il dizionario. Ma la paura che non si vede e non si tocca e si “sente”, invece, dentro, è difficilmente definibile.
Quelli che si possono avvertire, accertare, sono i suoi effetti. E ciò appare confermato dai termini che individuano questa emozione. L’italiano paura viene dal latino pavor, che vuol dire sì paura, ma come signficato secondario; quello principale è tremore, quel tremore che, appunto, è effetto della paura. Tremo perché temo e temo perché sono di fronte a qulcosa di tremendo, a qualcosa, cioè, che fa tremare. Chi ha paura – si dice – diventa terreo. E lo diventa perché terrorizzato, perché atterrito, perché è in preda al terrore; e il terrore è prodotto da qualcosa di terribile. O da qualcosa di orribile o di orrendo, qualcosa che fa orrore. Il richiamo, qui, è al latino horrere, che vuol dire essere ispido, essere irto. Un altro effetto della paura: i capelli si drizzano in testa e così i peli lungo il corpo, in un brivido. Orripilante – si ricordi – viene appunto da horrere e da pilus (pelo).
La paura, come s’è accennato, è prodotta da un pericolo, reale o presunto; e può paralizzare, instupidire, agghiacciare. E chi è in tale condizione può facilmente essere vinto, schiacciato, dominato. Chi è atterrito può più facilmente essere atterrato. E’ questo lo scopo del “terrore” (dalla rivoluzione francese al nazismo); è questo il fine del terrorismo. Ma la paura – ambiguità di tutte le cose – può anche stimolare all’azione. Il coraggio, diceva Don Abbondio, uno non se lo può dare da solo. Giusto. Ma dimenticava, il pavido curato, il coraggio della paura: la temerarietà, l’audacia, che nasce in un momento di grande pericolo. L’adrenalina irrompe nel sangue, il cuore pompa impazzito, il respiro si fa affannoso rispondendo alla maggiore richiesta di ossigeno, la pupilla si dilata e il “povero spaventato” compie cose di cui non si sarebbe mai creduto capace. Tensione paralizzante, tensione attivante, ma anche, a volte, rilassamento; quel rilassamento supremo che accomuna la paura alla morte.
Tanti sono i pericoli, tante sono le paure, individuali e collettive, personali e sociali. Chi teme i cani e chi gli insetti, chi i serpenti e chi di andare in ascensore, chi il buio e chi il dentista. E più o meno tutti temono la guerra: Ares-Marte procede per i campi di battaglia con i suoi figli Deimos (Spavento) e Fobos (Paura). La paura è di sempre e di tutti. Dice Rosellina Balbi, che ha pubblicato un saggio su questi temi, Madre Paura: “…la paura, come la madre, è una presenza possente con cui dobbiamo imparare a convivere e con cui… dobbiamo fare i conti ogni giorno”. “L’emozione più vecchia e più forte del genere umano è la paura, e la paura più vecchia e più forte è la paura dell’ignoto”. Sono parole di H.P. Lovecraft, il noto scrittore “dell’orrore”, uno che di paura se ne intendeva. L’ignoto, in effetti, proprio perché non si conosce, non è prevedibile, non è afferrbile, non si sa come affrontarlo e allora inquieta, impaurisce. Ma qual è l’ignoto più ignoto, più inconoscibile, più inafferrabile? E’ – come ricordava il teologo Rudolph Otto – il sacro (divino o demoniaco che sia. Il sacro, infatti, è “totalmente altro”, è mistero; e il mistero non può he essere tremendo, non può che far tremare per sacro terrore.
Non va infine dimenticato, in positivo, il timor di Dio che, nella tradizione cristiana, è indicato come uno dei sette doni dello Spirito Santo: l’uomo, consapevole del suo stato di creatura, è indotto a fuggire il peccato per timore del castigo divino. Ma c’è anche il timore reverenziale per qualche figura che, ai nostri occhi, appare particolarmente autorevole.
Quanto all’astrologia, si può affermare che, in linea di principio, l’estrema sensibiità e influenzabilità dei Segni d’Acqua (Cancro, Scorpione, Pesci) li rende più facilmente vittime della paura. In ciò gioca molto anche la loro forte inclinazione per l’immaginazione e la fantasticheria. In secondo ordine, da questo punto di vista, vengono i Segni di Fuoco (Ariete, Leone, Sagittario), facilmente emozionabili; e seguono poi quelli di Terra (Toro, Vergine, Capricorno) e d’Aria (Gemelli, Bilancia, Acquario). Nella prossima “puntata” esamineremo l’atteggiamento “timoroso” di ciascun Segno. Resta inteso, naturalmente, che le diverse paure (e la loro diversa intensità) di un singolo individuo possono venire individuate nel suo tema di nascita.