Dal “ logorio della vita moderna”, come diceva il grande Ernesto Calindri, nascono disturbi quali ansia, depressione, attacchi di panico e insonnia.
E siccome non è possibile ritirarsi su un eremo solitario, molte terapie della medicina tradizionale, ansiolitici, antidepressivi, psicofarmaci, sono sostituibili da una pianta che è una delle più antiche e conosciute al mondo: la Passiflora (Passiflora incarnata L. ). Altrimenti detta FIORE DELLA PASSIONE, fu introdotta in Europa nel 1610 da Emmanuel de Villegas, padre agostiniano che rientrava dal Messico, colpito dallo splendido fiore, di cui gli indigeni mangiavano il frutto ( il famoso frutto della passione), in quanto a esso associavano la passione e la crocifissione di Gesù: la corona di filamenti, era la corona di spine, i 5 stami, le 5 ferite, i 3 stigmi, i 3 chiodi, i 5 petali ed i 5 sepali, gli apostoli rimasti fedeli a Cristo, il pistillo, la colonna della flagellazione ed i viticci, i flagelli.
Appena rientrato in patria Villegas fece vedere la pianta a Padre Giacomo Bosio, che scrisse un “Trattato sulla Crocifissione di Nostro Signore”, con la prima descrizione del fiore, che venne chiamato Passione incarnata. E infatti il nome, adottato da Linneo nel 1753, deriva dal latino passio, che significa appunto “passione” e flos, “fiore”. Conosciuta già durante la I guerra mondiale, la passiflora veniva utilizzata per combattere le “angosce da guerra” che tormentavano i soldati. Nei tempi moderni l’uso rimane lo stesso. Le proprietà della pianta sono essenzialmente sedative e ansiolitiche e ne fanno un rimedio estremamente efficace per combattere l’insonnia, stimolando un sonno fisiologico, senza risvegli notturni e senza produrre senso di intorpidimento mattutino, effetti narcotici o assuefazione. Evitando cioè, i fastidiosi e comuni effetti collaterali degli psicofarmaci, tanto cari alle industrie farmaceutiche che, delle nostre nevrosi, hanno fatto un lucroso business.
La grave dipendenza che caratterizza gli psicofarmaci è del tutto assente nella passiflora, che aiuta a “disintossicarsi” proprio dagli psicofarmaci a base di benzodiazepine e, col tempo, li sostituisce completamente senza presentare alcuna tossicità. Al contempo la pianta è un ottimo rimedio per tutti i problemi di tipo gastrico o intestinale, grazie alla sua azione antispasmodica. Infine è risultata utile per i più comuni disturbi della menopausa, quali irritabilità e vampate di calore.