La tradizione di appendere satire sulla statua di Pasquino, situata alle spalle di Piazza Navona, risale al 1508 quando, gli studenti di architettura, iniziarono con i primi cartelli e proseguì fino al 1870, ovvero per tutta la durata del potere temporale della Chiesa.

Gli strali di Pasquino, infatti, si rivolgevano soprattutto contro il Papa ed il clero in genere. Non risparmiarono però nemmeno Hitler quando nel 1938 venne in visita nella Capitale:

Povera Roma mia de travertino
Te sei vestita tutta de cartone
Pe’ fatte rimirà da ‘n imbianchino!”

Da quel tempo Pasquino ha sempre ufficialmente taciuto. Ma oggi, con la presenza di ben due papi, la sua lingua tagliente è tornata a farsi sentire. Questo il cartello rinvenuto nel giorno dell’intronizzazione di Papa Francesco:

Evidentemente nun j’era abbastato
D’avecce già un Papa ‘ncoronato
Mò pure n’antro ce s’è ‘ntronato
E dalla fine der monno è arivato
Pe’ lavacce da ogni peccato.
Speramo sia venuto già magnato
Perché co’ quanto ce costa ‘n papato
Co’ dua er Commune è rovinato.
Pure questo Messa ha celebrato
Le alte personalità ha salutato
Che tanto ai dittatori è abituato
Visto che sempre la testa ha girato
Quanno quarcuno veniva torturato.
Comunque mò dice d’esse bbono
Che davanti ai poveri è prono
Che della tenerezza ce farà dono
Si je damo er nostro perdono.
Ma uno che prima d’ave’ ‘ncominciato
Già vo’ esse perdonato
E’ chiaro che te vo’ fregà
Mentre intanto te fa pregà.
A France’ qua la gente è stanca
Tu chiudi la tua banca
E poi ne riparlamo
Intanto che pregamo!

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