Il Parlamento Europeo (PE) è l’organo di rappresentanza assembleare comunitario, eletto suffragio universale dagli elettori di tutti gli Stati Membri ogni 5 anni. I seggi sono attualmente 754, distribuiti proporzionalmente in rapporto al numero di abitanti per Stato, costituendo la seconda assemblea eletta del mondo (dopo il Congresso indiano). La sede formale del Parlamento si trova a Strasburgo, dove tuttavia si riunisce una settimana al mese: il resto dell’attività viene svolta nella sede di Bruxelles, dove hanno sede le commissioni parlamentari e le principali direzioni generali. Il PE ha subito un continuo processo di riforma in seguito ad ogni modifica dei trattati, sul piano delle funzioni e dei poteri, acquisendo nel tempo sempre maggiore importanza.
Al Parlamento è delegata principalmente la funzione legislativa, che condivide con il Consiglio in una sorta di sistema bicamerale. I poteri dei due organi sono stati quasi del tutto unificati solamente con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel 2009, attraverso cui si è conferita la capacità di adottare formalmente la “legislazione ordinaria”. Non è invece attribuita, almeno sul piano formale, la funzione di iniziativa legislativa, che spetta in via esclusiva alla Commissione: questa ha l’incarico di proporre al Parlamento ed al Consiglio eventuali interventi nell’ordinamento, da implementarsi attraverso gli atti previsti, principalmente “regolamenti” (che entrano direttamente in vigore in tutti gli Stati Membri) e “direttive” (che devono essere votate dalle assemblee nazionali). Quando arriva una proposta della Commissione, che detiene il potere esecutivo, il Parlamento ed il Consiglio devono approvarla, avendo facoltà di apportare modifiche al testo originale. Solo quando i due organi approvano lo stesso testo questo diventa efficace, conferendo di conseguenza un diritto generale di veto al Consiglio. Ulteriori poteri del Parlamento sono l’approvazione del bilancio comunitario, attraverso cui l’assemblea può influire su diverse politiche europee, e la scelta del Presidente della Commissione, su proposta del Consiglio e sulla base della conformazione politica dell’assemblea.
Le critiche che vengono mosse al disegno istituzionale europeo sono spesso incentrate sul ruolo del Parlamento. L’assenza di un potere diretto d’iniziativa limita la capacità decisionale, in quanto possono essere valutate soltanto le proposte di un organo non eletto, ovvero la Commissione. Inoltre, la condivisione del potere legislativo con in Consiglio, che presenta un profilo democratico indiretto, essendo composto dai ministri dei governi nazionali, impone una tendenza al compromesso istituzionale ritenuta spesso eccessiva. Ulteriori dubbi sorgono, oltre che sul numero dei parlamentari, sulla necessità di mantenere la doppia sede in Francia e Belgio, che costa ai contribuenti circa 250 milioni di euro all’anno. (luigi borrelli)