La paprika è una spezia che si ottiene dalla macinazione del peperoncino, fatto seccare e privato della parte bianca interna. Il nome deriva dall’ungherese e significa appunto peperone. L’Ungheria ne è la patria per eccellenza e costituisce l’ingrediente basilare per il piatto nazionale, il goulash. Il peperoncino, infatti, è stato introdotto in Europa proprio dagli ungheresi, che a loro volta lo importarono dai Turchi, che a loro volta lo avevano preso in India.
La pianta però sarebbe di origine americana, sia centro, che nord e sud America. Era già nota agli indiani pellerossa. Negli ultimi anni la coltivazione si è sviluppata anche in altre aree, fra cui il Perù, Cile, Brasile, Sud Africa, Israele, Cina, Sud Africa, Mozambico. Possiamo trovare diverse qualità di paprika a seconda del tipo di peperone utilizzato e della quantità di capsaicina presente (che conferisce il sapore piccate): Kulonleges, molto delicata, fine, dal colore rosso vivo e non piccante; Eros Paprika, marrone, macinata grossa e piccante; paprika fine, dal colore chiaro e sapore dolce; paprika rosa, dal gusto deciso; paprika semi-dolce, rosso vivo e dal gusto forte; paprika dolce, di colore rosso vivo, con gusto aromatico e dolce.
In Ungheria, il momento del raccolto dei peperoncini usati per la paprika, viene vissuto come un rito gioioso. L’8 settembre le donne, vestite con costumi sgargianti, raccolgono i peperoni nei campi e dopo averli infilzati con ago e filo e fanno delle lunghe ghirlande che appendono a speciali sostegni di legno e ai muri delle case. Per le sue proprietà analgesiche in Cina si strofinavano degli estratti di peperoncino sullo scroto degli eunuchi prima della castrazione. La paprica fu prodotta per la prima volta dai fratelli Pàlfi a Seghedino (Ungheria), nel XIX° secolo d.C. successivamente il chimico magiaro ungarico Albert Szent-György scoprì che, oltre ad essere una gradevolissima spezia, la paprica avrebbe potuto contribuire a ridurre significativamente il flagello della carenza di vitamina C nella popolazione marinaresca. Una leggenda narra che una giovane contadina ungherese, costretta con la forza a vivere nell’harem di un pascià turco a Buda, avesse spiato a lungo i giardini del palazzo mentre venivano coltivati i peperoni e che, una volta liberata, avesse insegnato ai contadini del suo villaggio a coltivarli.
Da un punto di vista fitoterapico la paprika, grazie alla presenza della capsaicina. vanta proprietà antireumatiche e analgesiche, che la rendono adatta nella cura di dolori reumatici e muscolari. Inoltre stimola l’apparato circolatorio abbassando il colesterolo nel sangue, facilita la digestione e combatte i radicali liberi. Infine ha un buon potere disinfettante in caso di parassitosi e, se miscelato con acqua. rinforza il cuoio capelluto conferendo anche un bel colore ramato.