Ore 9.14 Dà un’occhiata a Corriere.it. Tra una fotogallery di Wanda Nara e una ricetta di muffin ai gamberi, scopre che le polemiche su Il capitale umano, il suo ultimo film, non si sono ancora spente: descrivere la Brianza come un “paesaggio gelido, ostile e minaccioso” con “grumi di villette pretenziose” è stato ritenuto scandaloso, soprattutto perché Virzì si è dimenticato delle discariche abusive, delle aziende controllate dalla ‘ndrangheta e della sanità pubblica in mano a CL.
Ore 10.56 Studia i soggetti di altri film dedicati alla Brianza: Auchan’s eleven, storia di una super tecnologica rapina in scena in un centro commerciale di Monza; Natale a Giussano, cinepanettone che vede la reunion di Massimo Boldi e Christian De Sica all’insegna dell’eleganza e della raffinatezza (tutti i rutti e i peti vengono fatti indossando giacca e cravatta); e Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Cesano, drammatica vicenda di Christiane Fumagalli, quindicenne che rimane chiusa nel Gigante di Cesano Maderno per quattro giorni di seguito cercando di prendere un peluche alla macchina pesca pupazzi.
Ore 11.14 La Brianza lo ispira. Inizia a scrivere la sceneggiatura di Dio perdona, Viganò, film d’azione in cui Bud Spencer e Terence Hill si prendono a pugni in un piccolo Comune della Brianza Lecchese: nel cast, Micaela Ramazzotti (nei panni di Bud Spencer), Massimo Ghini (nei panni di Terence Hill) e Bud Spencer (nei panni di un piccolo Comune della Brianza lecchese). Pensa anche a una produzione internazionale, Carate kid, film di arti marziali con protagonista un sedicenne, Daniel LaRusso (interpretato da Edoardo Gabbriellini), che lavora in un’impresa di pulizie di Carate Brianza: celebre la scena in cui il maestro Miyagi (interpretato da Sabrina Ferilli) insegna a Daniel a mettere e togliere la cera al lavoro in una fabbrica di mobili di Concorezzo.
Ore 12.28 Pensa ad alcune scene di Sirtori non deve morire, thriller con protagonista un romanziere che vuole fare chiudere tutti i locali di un Comune della Brianza meratese prima di incontrare una donna pazza del luogo (Michela Vittoria Brambilla).
Ore 13.46 La sua vena creativa è inesauribile: dopo Il signore degli anelli – Le due torri (fantasy che vede in scena il celebre televenditore Sergio Baracco nella visionaria location delle Torri Bianche di Vimercate), scrive il soggetto di A qualcuno piace Calco, storia di due musicisti squattrinati che si travestono da donna per prostituirsi vicino alla Nuova Valassina.
Ore 16.45 Accarezzato da una vena neorealista, pensa alla storia di Biassono città aperta. Ambientato nell’Italia del Dopoguerra, racconta la storia dell’ingegner Vismara, iscritto al Pd e impegnato nel Comitato Caccia e Pesca di Lesmo, che propone di accogliere tutti gli extracomunitari clandestini della Lombardia a Biassono: così, giusto per dare fastidio ai leghisti. Per una pellicola dal tocco più internazionale, invece, scrive Il cielo sopra Molteno, con protagonisti due angeli che vagano per il paese in attesa che passi il primo sgarrupato treno a gasolio diretto a Milano.
Ore 21.12 Tira fuori da un cassetto alcuni vecchi soggetti scritti quando era giovane: “Qualcuno si è intrufolato all’ufficio anagrafe e ha cambiato il nome di Adolf Hitler in Adolf Itler. Ecco perché i nazisti si mettono al lavoro per ripristinare le cose com’erano” (I predatori dell’acca perduta); “I camerieri, un soprannome dispregiativo e quelle due lire raccattate a fine serata” (La mancia dei pinguini); “Lino Banfi passa dalla fattoria in cui tiene mucche e tori a un viaggio in mongolfiera” (L’allevatore nel pallone); “Un importante maresciallo della televisione, un’attrice consacrata da Tutti pazzi per amore, l’ala dell’Aurora Jesi, uno sciatore italiano” (Rocca e i suoi fratelli); “Un importante filosofo torinese costretto a scappare per tutto il film” (Vattimo fuggente); “Un pingue mago genovese parte in compagnia di un’amica a bordo di una Ford Thunderbird” (Otelma e Louise); “Carlo Verdone in una gustosa commedia tra altarini e altari” (Io, loro e l’ara).