Segnali di speranza dalla Terra Santa. La zona Israeliana palestinese è perennemente in guerra e l’informazione ci offre, come spesso accade, cronache di sangue, di odio, d’intolleranza… fanno audience! Ci sono invece tante belle notizie che arrivano da quelle terre martoriate, numerosi segnali di speranza.
Per esempio c’è il progetto Datteri Medjuol prodotti a Gerico, città palestinese isolata dal mondo, dove collaborano palestinesi e israeliani. Questo progetto è inserito nell’iniziativa Progetto Terra Equa con la collaborazione della Coop, della Fondazione Giovanni Paolo II, la regione Toscana, Unicoop Firenze e professionisti dell’ospedale fiorentino Meyer. Il progetto prevede che nella terra di Gerico, molto fertile, i Palestinesi si occupino della coltivazione del dattero, mentre gli Israeliani s’impegnino nella commercializzazione del prodotto. Il fatto che israeliani e palestinesi collaborino è già una grande notizia, ma che poi anche nei momenti più bui del conflitto questa collaborazione continui è un altro segno importante.
Il progetto Terra Equa non finisce qui, in ogni confezione una parte del ricavato (0.25 euro) servirà per costruire una clinica pediatrica a Betlemme. Questo bel progetto non è l’unico segnale di speranza, negli ultimi anni sono nate tante orchestre, con arabi islamici, arabi cristiani e israeliani; anche dal mondo della musica ci sono grandi segnali di comunione! Su internet è possibile trovare un’associazione, Parent Circle, che promuove la riconciliazione come alternativa all’odio e alla vendetta. E’ un’associazione che racchiude le tante famiglie, sia arabe sia israeliane, che hanno avuto un lutto in questo conflitto.
Nel sito si leggono tante testimonianze che invitano al dialogo come quella di un medico arabo che ha perso il padre e pur avendo avuto la possibilità di vendicarsi, anche se non ha perdonato chi ha ucciso il padre, ha comunque deciso di non continuare in questa spirale di violenza e ”ha detto basta” a questo circolo di continue vendette. Sempre dai territori in guerra, una storia che racconta di un soldato israeliano che ha trovato un neonato arabo e l’avrebbe portato alle suore cattoliche. Questa notizia (anche se non è facile sapere se sia vera o no), la storia del soldato buono, è nota in Terra Santa già da qualche anno. Quello che è certo è che ci sono segnali di persone, da una parte e dall’altra, che non vorrebbero più la guerra, e ci sono anche tante associazioni sia laiche sia religiose che lavorano ogni giorno per fare nascere ponti tra i due popoli. “Ci sono diversi laici, frati e associazioni che s’impegnano per far smettere questa guerra- spiega Marco Gavasso dell’associazione Papa Giovanni XXIII– e c’è la volontà di chi vive nella Terra Santa di far conoscere le cose belle che accadono e non solo quelle brutte”.