da sinistra Bruno D'Urso, Vincenzo Moretta, Gigi Riello e Ettore Ferrara

“Il varco d’ingresso del Tribunale di Napoli, dedicato ai commercialisti, è un caso di sinergia praticata e non declamata, una virtuosa collaborazione per obiettivi comuni. È un accesso al passo con i tempi della nuova tecnologia, perché riassume in sé una serie di procedure che stiamo sperimentando anche in altre postazioni. Credo sia anche un contributo alla sicurezza dell’edificio ed un riconoscimento alla dignità di una professione di grande importanza come quella dei dottori commercialisti, che danno un apporto determinante all’interno del Palazzo di giustizia”. Lo ha detto Luigi Riello, procuratore generale della Repubblica di Napoli, inaugurando al Tribunale di Napoli il primo varco di accesso in Italia a favore dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

“Viene ufficialmente riconosciuto il ruolo del commercialista nel Palazzo di giustizia – ha evidenziato Vincenzo Moretta, numero uno dei commercialisti partenopei -. Svolgiamo incarichi delicati all’interno del tribunale, credo che questa iniziativa sia un ulteriore passo per la proficua collaborazione con il mondo della giustizia napoletana. Siamo grati a magistratura e addetti alla sicurezza per aver conseguito questo risultato”.
Per il presidente del Tribunale partenopeo, Ettore Ferrara, “è un avvenimento importante che sta ad evidenziare la sinergia che c’è tra il tribunale e l’Odec. Ci consentirà di acquisire livelli di credibilità ed efficienza sempre più elevati”.

Bruno D’Urso, presidente aggiunto Gip del tribunale di Napoli, ha sottolineato come “ai commercialisti sono affidate le sorti di numerosi processi in qualità di curatori, amministratori giudiziari o consulenti tecnici. Il loro è un ruolo importantissimo che con questa iniziativa viene ulteriormente certificato”.

“Con l’apertura di questo varco  – ha infine ribadito Fausto Zuccarelli, procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli – favoriamo le attività dei commercialisti, che svolgono un lavoro di grande collaborazione con chi opera in tribunale, senza compromettere le esigenze di sicurezza”.

Di Golem

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