Per Nicola Marino, presidente dell’Oua, «lo sciopero è sacrosanto. L’avvocatura è sempre stata al fianco della magistratura non togata ed ha avanzato, in molteplici occasioni, diverse proposte per cercare di trovare rimedi alla perenne condizione di precarietà che blocca quello che è diventato uno dei gangli nevralgici della giustizia italiana.
È bene ricordare, in tal senso, come hanno giustamente sottolineato gli stessi giudici di pace, che dal 1995 al 2011 questi hanno definito 23 milioni e 500 mila procedimenti civili e penali. Un’enormità, ma a fronte di questi numeri tutti i Governi hanno sempre eluso quelle urgenti riforme utili per modernizzare il settore».
«L’Oua – conclude Marino – è solidale con lo sciopero e comprende le ragioni alla base della protesta.
È necessario e urgente puntare sulla qualità, sull’autonomia e indipendenza, ma anche sul riconoscimento delle tutele previdenziali e assistenziali per i giudici di pace. Potenziare la magistratura laica è uno dei tasselli per una riforma complessiva della giustizia italiana che, ribadiamo, passa anche per un potenziamento delle piante organiche dei giudici e che non è possibile avviare a “costo zero”, cioè senza gli adeguati investimenti».