L’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha inviato ieri una lettera (di seguito), a firma del presidente, Nicola Marino, al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per chiedere un incontro sulla geografia giudiziaria e, più in generale, sulle proposte degli avvocati per riformare la giustizia.
Nella missiva si sottolinea anche la “sorpresa e lo sconcerto” per le “severe dichiarazioni” del Capo dello Stato sulla prossima chiusura di mille uffici giudiziari e sui ddl presentati in Commissione Giustizia del Senato per una proroga dell’entrata in vigore del provvedimento per avviare diverse, necessaria correzioni.
«Conoscendo la Sua ben nota sensibilità per i temi istituzionali e per la Giustizia – scrive il presidente Oua – sono rimasto sorpreso e sconcertato per una presa di posizione forte su un argomento che all’Avvocatura sta molto a cuore e che, anche recentissimamente, ha avuto modo di affrontare nell’incontro con il Ministro Cancellieri, depositando un documento di proposte, relative non soltanto alla Revisione della Geografia Giudiziaria, ma anche sulle altre problematiche che affliggono il sistema Giustizia italiano”.
Nicola Marino, ribadisce, poi, che, “la classe forense è assolutamente favorevole alla Revisione della Geografia Giudiziaria, ma non condivide la riforma in atto, in quanto irrazionale ed incostituzionale”.
“Sul punto – continua – non sfuggirà alla Sua alta considerazione che la Corte Costituzionale esaminerà nei primi giorni del prossimo mese di luglio le ordinanze di rinvio dei Tar Regionali e di diversi Magistrati ordinari, i quali hanno evidentemente rilevato molteplici profili di illegittimità costituzionale della Riforma in atto. Anche sotto questo aspetto e per la peculiare prerogativa di garante della Costituzione che a Lei spetta, quale massima carica dello Stato, mi permetto di non condividere il drastico giudizio da Lei espresso”.
Il presidente dell’Oua, contesta, innanzitutto, ai diversi ministri che si sono succeduti, come sia mancato “il parere e la consultazione preventiva dell’Avvocatura sulle Riforme riguardanti siffatti argomenti”, che sono “doverosi e necessari ancor più di quelli espressi da una burocrazia ministeriale oggettivamente lontana dalla realtà dei Tribunali, in cui quotidianamente viene amministrata la Giustizia. Né appare sufficiente il parere richiesto ed espresso dalla Magistratura, che rappresenta soltanto una componente della giurisdizione, mentre l’altra parte, palesemente negletta, è appunto l’Avvocatura, figura insostituibile di rango costituzionale per la difesa dei diritti dei cittadini e delle imprese”.
Marino, quindi confida in un positivo riscontro e conferma al Presidente “la piena disponibilità a collaborare nell’interesse del supremo fine della Giustizia, prevista dalla Costituzione ed assolutamente insostituibile in uno Stato democratico”.