Una delegazione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, composta da Carlo Maria Palmiero e Domenico Monterisi, è stata ascoltata oggi pomeriggio dalla Commissione Giustizia del Senato.
È stato consegnato un documento che analizza e propone le diverse proposte dell’Oua sui ddl di riforma della magistratura onoraria (n.548 e 630) all’esame del Parlamento.
Nel documento consegnato, si sottolinea positivamente (nel Ddl n.548) la, “specifica previsione ed elencazione delle materie in cui non è consentito al Giudice onorario di operare”, ma l’Oua propone di aggiungere, “tra le materie la cui trattazione non può essere affidata ai Giudici Onorari quella delle locazioni”.
Nel contempo si propone l’eliminazione dell’art. 18, comma secondo (lett. b), “che consente la trattazione dei procedimenti da parte dei Giudici Onorari, qualora il numero dei procedimenti assegnati ai magistrati in servizio superi la media del carico di lavoro esigibile determinata dal CSM, essendo forte il rischio di abusi che un’interpretazione blanda di tale requisito potrebbe determinare”.
Corretta l’esclusione di, “forme di stabilizzazione del magistrato onorario”, ma insufficiente, laddove ilddl contempla una deroga, che “consente (art.9) la nomina di Giudici di Pace fra coloro che abbianoterminato il doppio quadriennio di funzioni di giudice onorario o viceprocuratore onorario”.
Manca, ancora una volta, denuncia l’Oua un intervento, “specifico e definitivo sulla retribuzione del magistrato onorario.”. Il sistema vigente, scrivono, “non appare il più felice sia perché non consente di premiare la relativa produttività, che va, al contrario, valutata sul numero di procedimenti definiti, sia perché la retribuzione massima garantita al Giudice Onorario, salvo rarissime eccezioni, non supera oggi € 1.500,00 mensili”.
In tal senso, nel documento si rilancia lo storico progetto di riforma presentato dall’Oua nel 2009 in cui si, “propone di corrispondere al Magistrato Onorario lo stipendio previsto per il Magistrato Togato di prima nomina, oltre i contributi previdenziali”.
Per quanto attiene al regime delle incompatibilità L’OUA, propone, “che il magistrato onorario non possa svolgere attività forense ovvero altra attività professionale se non al di fuori del distretto di Corte d’Appello ove si trova il Tribunale presso cui svolge servizio”, contestando, quindi, le ipotesi prospettate nelle proposte in discussione. “Il criterio territoriale della Corte di Appello –precisano – vaapplicato in tutte le altre ipotesi di incompatibilità previste dalla legge, anche relative ai familiari”.
Giudizio positivo sulla formazione permanente del Magistrato Onorario, che, però, “dovrà essere comune a quella dei Magistrati Togati”. Sui requisiti previsti per l’ammissione al ruolo di Magistrato Onorario, l’Oua propone anche “l’iscrizione da non meno di due anni all’albo degli avvocati”. E sempre in relazione al reclutamento, si segnala l’opportunità di, “non limitare la selezione del Giudice Onorario sulla sola base della relazione del Magistrato affidatario, bensì anche tenendo conto dei titoli”.
Oua, audizione in commissione Giustizia al Senato parere sulla riforma della magistratura onoraria, 23 gennaio 2014