Il ministro degli esteri Giulio Terzi ha inviato una lettera al vicepresidente del Consiglio nazionale forense, Carlo Vermiglio, capo delegazione italiana al Ccbe, organismo che aveva promosso la mobilitazione a favore dei quattro funzionari della Corte penale internazionale, fermati in Libia durante una missione per incontrare Saif Al-Islam Gaddafi, figlio del defunto leader libico, Muammar Gaddafi. L’impegno dell’Italia a tutti i livelli, dunque, ha contribuito al felice esito della vicenda. L’impegno è stato apprezzato, ha riferito Terzi nella lettera inviata al Cnf, dal presidente della Icc Sang-Hyun Song, che ha “voluto ringraziare pubblicamente il Governo italiano sottolineando come il sostegno dell’Italia sia stato determinante per la positiva soluzione della vicenda”. Lo stesso presidente del Cnf Guido Alpa e il vicepresidente Carlo Vermiglio avevano mandato una lettera al Ministro per sollecitare l’intervento diplomatico delle autorità italiane. La delegazione dell’ICC, composta dall’avvocato Melinda Taylor, dal professor Estaban Peralta Losilla e da alcuni membri della cancelleria della Corte, si trovava in Libia lo scorso giugno nel contesto di una missione ufficiale dell’Office of Public Council for Defence dell’ICC, cui è stata affidata la difesa d’ufficio di Saif Al-Islam Gaddafi contro le accuse di omicidio e tortura perpetrate durante il periodo della rivoluzione che determinò la caduta del regime Gaddafi in Libia. Come precisato dal Presidente dell’ICC, i quattro funzionari beneficiavano dell’immunità inerente all’esercizio delle proprie funzioni. L’obiettivo della missione era di incontrare Saif Al-Islam Gaddafi per informarlo circa i propri diritti di imputato, nella specie ad avere un processo equo e ad essere rappresentato da un avvocato di sua scelta. Per Carlo Vermiglio “va salvaguardata la difesa nei procedimenti penali e il diritto irrinunciabile di ciascun imputato di comunicare con i propri avvocati, diritto peraltro sancito dall’articolo 8 dei principi di base delle Nazioni Unite del 7 settembre 1990 sul ruolo degli avvocati e garantito dall’articolo 67 dello Statuto di Roma dell’ICC”.