Con “Operazioni di Mercato Aperto” si identifica uno dei canali attraverso cui una banca centrale assolve alla sua funzione primaria, ovvero quella di controllare la quantità di moneta (dunque la “liquidità”) del sistema bancario, grazie alla compravendita di titoli di Stato. Acquistando titoli la banca immette moneta nel sistema, versando il valore corrispondente, mentre l’opposto accade quando li vende. Il mercato di riferimento si identifica come “primario”: alle aste partecipano solamente gli istituti accreditati, generalmente grandi investitori, che poi rivenderanno i titoli sul mercato “secondario”, ovvero quello borsistico.
Tale meccanismo di trasmissione consente di mettere in pratica la politica monetaria di una banca centrale. Regolando la compravendita di titoli a livello primario, infatti, la banca tiene sotto controllo i tassi d’interesse e la base monetaria (ovvero la somma tra contanti in circolazione e depositi bancari), fissando come obiettivo un determinato tasso d’inflazione. Gli scambi avvengono da un lato attraverso rapporti bilaterali tra istituti e banca centrale, dall’altro tramite aste a tasso fisso o variabile.
Generalmente la banca non interviene sul mercato secondario, dove il prezzo dei titoli dipende dalla domanda e dall’offerta espresse da banche, imprese e piccoli risparmiatori. Gli statuti, tuttavia, non vietano generalmente tale opzione: nel caso specifico della Banca Centrale Europea, ad esempio, l’istituto può acquistare direttamente titoli sul mercato secondario, a patto che la scadenza sia inferiore ai tre anni. Tale condizione trova giustificazione nella politica relativa agli aiuti di Stato, per cui si intende lasciare il più possibile al mercato il compito di valutare l’affidabilità dei titoli.
Acquistando direttamente titoli di Stato la Banca altera sostanzialmente il meccanismo di formazione dei tassi d’interesse, che dovrebbero rispecchiare il livello di esposizione al rischio di fallimento (tassi elevati indicano una maggiore probabilità di default). I tassi, infatti, si formano sulla base della domanda complessiva del mercato, che in tali operazioni viene “artificialmente” incrementata dall’acquisto dei titoli da parte della banca: il valore dei titoli rimane elevato ed i rendimenti contenuti. La sola possibilità che la Banca operi in tal senso innesca un meccanismo di aspettative auto-realizzanti che calmiera i tassi, in particolare quando gli acquisti sono potenzialmente illimitati, capaci dunque di neutralizzare qualunque manovra speculativa. (Luigi Borrelli)