“Mi piacciono gli uomini, ma non ne ho mai parlato con nessuno. Nessuno sa nulla: sono – come si dice – un insospettabile”.
“Sono sposato, laureato e in pensione. Ma fin da quando avevo quattordici anni ho dovuto indossare la maschera dell’eterosessualità, maschera (o gabbia) che indosso tuttora: però mi piacciono i maschi, in assoluta discrezione. Alla mia famiglia ho dato e dò tutto quel che posso, mettendo sempre in secondo piano i miei istinti, i miei desideri, le mie aspettative: a loro non ho tolto nulla, né l’affetto, né il tempo. Non ho mai trascurato mia moglie: è stata l’unica donna che io abbia conosciuto in vita mia. Le sono stato fedele: certo era un amore non appassionato, fin dall’inizio, e poco frequente. Se i miei genitori non avessero esercitato una pressione psicologica su di me (‘Ce l’hai la ragazza? quando ti sposi?’), io non mi sarei mai sposato. Ho sposato l’unica donna che ho conosciuto: e così vissero tutti felici e contenti.
Mi sono tenuto dentro le mie angosce e i miei tormenti: negli anni in cui lavoravo mi sono impegnato moltissimo, proprio per evitare che la mia fantasia vagasse altrove. Il sesso, sostanzialmente e forzatamente dimenticato: non ho mai avuto un’esperienza omosessuale. Nel passato qualche desiderio nascosto, sì, ma ora le velleità sono solo un ricordo, i desideri assopiti. Cosa è rimasto: illusione o delusione. O, come dicono gli psicologi, sublimazione.
Ho buttato via la mia vita? No, semplicemente ho realizzato una vita parallela, reprimendo una parte della mia personalità. Sensi di colpa, verso me stesso. Sì, molti: ma il mio carattere mi porta a mettere le altre persone davanti a me. Forse sono stato un codardo, ma non avrei potuto fare diversamente. E non posso fare diversamente nemmeno adesso, per rispetto dei miei familiari.
Qualche tempo fa, in un momento in cui forse ero ancora più tormentato, mi sono iscritto a un social network per persone omosessuali: lì posso essere ‘IO’, senza dovermi nascondere, senza vergognarmi di confessare che mi piacciono i maschi. Questo mondo mi ha sempre affascinato, perché nella vita ho spesso incontrato persone gay sensibili e con valori alti. Perché mi sono iscritto? Forse per aggiungere ulteriori delusioni a quelle che ho accumulato. Forse per l’esigenza di essere me stesso, di far cadere la maschera, di uscire da quella gabbia che il ‘me stesso’ si è costruito. Ma soprattutto per il bisogno di fare parte, anche se in maniera riservata, di quel mondo al quale avrei voluto partecipare fin da quando avevo quattordici anni e in cui non sono mai entrato.
Mi piace avviare delle relazioni amichevoli, anche se virtuali, con altre persone desiderose di instaurare un dialogo. I volti possono anche essere sconosciuti, l’importante è che ci sia un grande cuore disponibile a uno scambio reciproco di interessi, opinioni, esperienze, pensieri, ricordi, virtù, sogni, speranze, dolori, gioie.
Ormai sto per giungere alla mia stazione di arrivo. Non ho mai fatto male a nessuno, ma ho ricevuto molto male: la mia unica colpa è quella di avere nascosto un lato della mia personalità cercando qualche soddisfazione superficiale.
E poi c’è mia moglie. Gli impegni li porto a termine sempre, ad ogni costo, fino in fondo. La nostra, sostanzialmente, è una convivenza: non abbiamo rapporti intimi ma andiamo d’accordo. Non ho mai parlato di questo mio lato nascosto con lei, perché lei appartiene a una famiglia molto religiosa.
Come la mia. Io ho avuto un’educazione cattolica e il senso di colpa per ogni atto sessuale mi ha perseguitato per molto tempo. Se a quattordici anni avessi detto ai miei genitori che mi piacevano i miei compagni di collegio, sarebbe nato un putiferio. L’educazione che ho ricevuto mi ha condizionato. In collegio ci veniva inculcato il senso di colpa, a suon di ‘Non commettere atti impuri’. Ma l’amore verso le altre persone non sarebbe stato un discorso più importante?
Allo stesso modo, anche nella famiglia di mia moglie l’essere gay non è apprezzato. Dunque, silenzio.
Io ho conosciuto mia moglie da eterosessuale, mi sono sposato da eterosessuale, ho fatto l’amore da eterosessuale, ho convissuto da eterosessuale: tutti mi credono eterosessuale e morirò eterosessuale”.