Il candidato si presenta bocciato. Il disegno di legge di contrasto all’omofobia lunedì 23 maggio arriva in Aula con la pesante eredità della commissione Giustizia, che a maggioranza lo ha bocciato.

Le cronache di questi giorni sono note: la relatrice al provvedimento, Paola Concia (Pd) ha presentato due proposte emendative – una mercoledì 18 e una giovedì 19 maggio – per inserire nel testo una circostanza aggravante per chi commette un reato con l’obbiettivo di colpire un omosessuale.
Il testo (leggibile in allegato con l’originario testo base), non fa altro che riprendere l’enunciato del trattato di Lisbona recepito dall’Italia nel 2008 prevedendo un’aggravante anche per chi commette reato contro un disabile o un anziano.
Ma non è la prima volta che il testo sull’omofobia incassa una bocciatura.
Il cammino del Ddl è infatti molto lungo e parte circa più di 900 giorni fa, sempre alla Camera, dove viene bocciato per la prima volta dall’aula (dopo il cammino in commissione!) per sospetti vizi di costituzionalità.
Nel “vecchio” testo si parlava di reati commessi «per finalità» che avevano a che fare con l’orientamento sessuale della persona offesa. In quel caso, si disse, la formula era troppo vaga, anche perchè non si chiariva bene quando dovesse scattare l’aggravante.
Dopo un lungo e tormentato dibattito, la proposta è stata calendarizzata per l’Aula e la scorsa settimana la commissione Giustizia ha dovuto prendere una decisione. La relatrice Concia ha presentato quindi un testo che specificava nel dettaglio quando si verificava l’aggravante: in caso di delitti contro la vita e l’incolumità individuale, contro l’onore commessi in ragione della disabilità, del sesso, dell’omosessualità ovvero della transessualità della persona offesa.
Ma anche in questo caso il testo della relatrice non ha convinto una parte del Pdl, la Lega e alcuni responsabili (pare richiamati a gran voce in commissione Giustizia) che ne hanno decretato la bocciatura. Vista la situazione la relatrice si è dimessa ed il suo posto è stato preso dal capogruppo del partito di maggioranza Enrico Costa (Pdl). Gli esponenti del Centrodestra hanno chiesto più di una volta in commissione, un rinvio dell’esame da parte dell’Assemblea, motivando la loro contrarietà sia alle proposte della relatrice, sia allo stesso testo originario 2802 Soro. Richiesta che però non ha ricevuto l’appoggio del gruppo di opposizione che aveva chiesto la calendarizzazione.
Lunedì 23 maggio, quindi il testo si presenterà in Aula con il parere contrario della Commissione, resterà quindi da vedere se, con il voto segreto, il testo in assemblea riuscirà a passare o meno (molte le dichiarazioni favorevoli anche da parte del centrodestra).
Se dovesse passare, andrebbe all’esame di Palazzo Madama, una strada ancora più in salita.

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