Per l’Organismo unitario dell’avvocatura è necessario pensare a maggiori controlli per i penalisti si tratterebbe di risposte demagogiche.
“L’ipotesi del reato di omicidio stradale torna ciclicamente, quasi sempre in concomitanza di incidenti che si impongono all’attenzione della cronaca, ma rischia di essere solo una risposta demagogica”.
E’ l’opinione del presidente dell’Unione camere panali, Valerio Spigarelli, scettico sulle novità annunciate dal ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Il rappresentante dei penalisti italiani parte da una prima distinzione: “Per comminare pene più elevate, o si agisce sull’omicidio volontario con dolo eventuale, operando però una forzatura del concetto giuridico sottostante, perché il dolo eventuale presuppone che chi agisce metta in conto le conseguenze della propria condotta ma se ne disinteressi; oppure, evitando fughe della giurisprudenza, si rafforzano le pene previste per l’omicidio colposo, che non presuppone cioé la volontà di uccidere.
Il problema, però, resta quello di usare lo strumento penale in maniera complessiva, evitando irrazionalità. Se introduci l’omicidio stradale irrobustendo le pene per l’omicidio colposo – spiega Spigarelli – devi anche prevedere che non sia punito in maniera parossistica rispetto ad altri reati colposi, altrimenti il sistema sanzionatorio diventa irrazionale, discrezionale, senza proporzionalità tra un certo tipo di reato e un altro. Le attuali sanzioni già prevedono pene da tre a 10 anni per l’omicidio colposo con violazione delle norme sulla circolazione stradale con le aggravanti per la guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di droga”.
Un sistema sanzionatorio troppo duro può diventare controproducente e forse non è un caso, osserva Spigarelli, che “mentre gli omicidi colposi sono in calo, c’é un aumento delle omissioni di soccorso: di fronte a una sanzione molto alta, molti soggetti sono indotti ad aggravare il proprio comportamento scappando”.
E l’ergastolo della patente? “Dipende a cosa la ancori: teniamo conto che ritiro e sospensione della patente sono gia’ previsti. Il fatto che tu non la possa più riavere per tutta la vita, é davvero una cosa logica? Il rigore sanzionatorio svincolato dalla ragione per cui infliggiamo la pena si traduce in vendetta sociale”.
Anche il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (OUA), Nicola Marino, commenta con preoccupazione le dichiarazioni del Ministro Cancellieri, apparse sui mezzi di informazioni, su un ipotetico provvedimento sulla sicurezza stradale: «Una premessa: le leggi ci sono, ma si applicano male. Attenzione, quindi, ad aggiungere ulteriori interventi ‘spot’ dagli effetti criminogeni, che si sovrappongono e che possono creare confusione nei Tribunali. Attendiamo di avere un quadro più chiaro del progetto e auspichiamo che il Ministro scelga la strada del disegno di legge (invece che quella della decretazione) e, quindi del confronto. È opportuno, infatti, che oltre a sentire i “tecnici” dei due Ministeri interessati (Giustizia e Interno), vengano coinvolti gli avvocati, cioè coloro i quali sono in prima linea e che difendono, appunto, le vittime degli incidenti stradali. L’Organismo Unitario dell’Avvocatura darà il proprio contributo fattivo affinché si intervenga con ponderazione e con decisione sulla domanda di sicurezza che viene dagli italiani».
«Innanzitutto – spiega Marino – sono infatti da fugare tre rischi, che citerò in modo sintetico e meramente esemplificativo. Il primo: questo nuovo, eventuale, provvedimento si deve innestare organicamente con l’attuale quadro normativo. In tal senso, è bene ricordare, che le leggi in vigore potrebbero essere efficaci se solo fossero applicate con decisione e accompagnate da maggiori controlli sulla strada. Il secondo: la creazione di una nuova fattispecie di reato, presuppone che il cittadino sotto effetto di alcol (ovvero di sostanze stupefacenti) che decide di condurre una macchina abbia consapevolezza di voler commettere un reato. E, poi, siamo certi che questa durezza sia un efficace deterrente ? O, invece, assisteremo a più casi di omesso soccorso? E non rischiamo di avere un effetto criminogeno, con tutto ciò che ne consegue in termini di tenuta del nostro sistema carcerario?
Terzo: guai a norme che possano aprire le porte a ulteriori regali alla compagnie assicurative, dopo quelle già contenute nel primo Decreto Destinazione Italia ora in conversione nel Parlamento. Troppe volte in Italia si legifera con la scusa della semplificazione e dell’emergenza, per poi far passare vantaggi economici per le assicurazioni e a scapito dei cittadini. Anche in questo caso, non vorremmo che si andasse in questa direzione. La durezza contro il conduttore imprudente deve essere reale, efficace ma proporzionata».
«Dal Ministro Cancellieri – conclude Marino – attendiamo, ora, un cenno di riscontro».
Infine, il presidente dell’Oua ritorna su un altro provvedimento varato nel 2013, quello relativo alla cosiddetta “marca da otto”, ossia il versamento forfettario che accompagna il contributo unificato nell’iscrizione di una causa a ruolo: «Prima erano 8 euro, poi sono diventati 25 – sottolinea – ma come se non bastasse l’ultima legge di stabilità ha fatto lievitare ancora il costo della marca: siamo arrivati a 27 euro. Tutto ciò accompagnato dai continui aumenti dello stesso contributo unificato e dal filtro previsto dalla mediazione obbligatoria. L’accesso alla giustizia è una corsa ad ostacoli e anche in questo caso il cittadino è costretto a pagare balzelli su balzelli per avere garantito un diritto costituzionale. È un assurdo, considerando poi le enormi disfunzioni del nostro sistema, la lunghezza dei processi, la chiusura di moltissimi uffici giudiziari. Si paga sempre di più per avere sempre di meno».