Dalla prossima settimana la dottoressa Francescs Ormanni curerà, per Golem, una rubrica sull’omeopatia. Per “prepararvi” a questa novità, abbiamo creduto utile cominciare a chiarire i confini di questa medicina complementare.
L’omeopatia si fonda sulla legge farmacologica dei simili:”Similia similibus curentur”, e cioè qualsiasi sostanza che data in dosi ponderali in un soggetto sano provoca dei sintomi, se assunta in dosi omeopatiche guarisce quegli stessi sintomi.
E’ una medicina complementare, e non una medicina alternativa come spesso viene definita, giacché può e dovrebbe completare l’approccio del medico al paziente, pur se già in terapia con farmaci tradizionali o cosiddetti allopatici.
I farmaci omeopatici (entro il 31 dicembre 2015 si concluderà la registrazione all’Aifa – Agenzia italiana del farmaco – di tutti i prodotti omeopatici in commercio) si possono infatti assumere anche in contemporanea a quelli tradizionali, poiché non solo non perdono la loro efficacia – come si credeva un tempo – ma riescono anche a ridurre gli eventuali effetti collaterali della terapia farmacologica allopatica già assunta dal malato, determinando quindi un amplificazione dell’effetto curativo “buono”, aumentando in definitiva il benessere del paziente.
Fondata nel 1800 dal medico tedesco Samuel Hahnemann, rappresenta un metodo di cura, ma soprattutto di prevenzione delle malattie acute e croniche in tutte le età della vita, dal neonato all’anziano.
I farmaci omeopatici vengono estratti per la maggior parte da sostanze del regno vegetale, ma anche animale e minerale. La sostanza di origine, cosiddetta “souche”, viene poi diluita e dinamizzata fino ad ottenere la diluizione richiesta. Proprio questo processo di diluizione e dinamizzazione rende unico il prodotto omeopatico distinguendolo dai prodotti fitoterapici e dai rimedi naturali in genere, oggi tanto di moda.
Grazie a questa modalità di preparazione l’omeopatico stimola la “reattività” del paziente, con pressoché nulli effetti collaterali.
L’obiettivo di una terapia omeopatica è quello di ristabilire “l’equilibrio” del paziente al fine di raggiungere una vera guarigione e non solo l’eliminazione dei sintomi. Questo risultato viene raggiunto attraverso tre step:
1) riequilibrio del “terreno” del paziente attraverso l’individuazione della “costituzione” e della “diatesi”, le quali rivelano sia la predisposizione di quel soggetto ad ammalarsi di un certo tipo di malattie, sia del “modo” di fare malattia (sintomi) che è diverso per ognuno di noi, seppur colpiti dalla stessa patologia, come tutti noi ben sappiamo. Ad esempio, coloro che si ammalano di influenza hanno sensazioni diverse: uno dolori per tutto il corpo, un altro invece brividi continui, un altro ancora vorrà stare fermo ed immobile nel letto e cosi via;
2) Inscindibilità psiche-corpo: approccio globale dell’individuo, includendo in questo concetto sia la psicosomatica che la somatopsichica;
3) Superamento della visione organicistica della medicina tradizionale dove lo scopo è individuare l’organo malato, mentre in omeopatia l’alterata funzionalità di un organo o apparato rappresenta l’epifenomeno di uno squilibrio dell’intero organismo.
Da questo approccio si può capire perché l’omeopatia è una medicina individualizzata, e cioè personalizzata, poiché ognuno di noi è diverso dall’altro e ognuno di noi avrà bisogno di un farmaco omeopatico specifico, certamente diverso da quello di un altro individuo pur se colpito dalla stessa patologia.
Da queste premesse ha origine il valore aggiunto della medicina omeopatica: la capacità di fare una efficace prevenzione, che vuol dire ridurre la tendenza ad ammalarsi, a differenza della medicina tradizionale in cui il concetto di prevenzione spesso si identifica in quello di diagnosi precoce, certamente utilissima per ridurre la morbilità e mortalità di molte gravi malattie, ma non bastevole per un corretto approccio medico.
I farmaci omeopatici possono essere assunti da qualsiasi soggetto, sano o malato. La persona sana verrà aiutata a mantenere tale stato nel tempo, sfruttando il potere di prevenzione che abbiamo descritto. Nel malato, non solo saranno curati i sintomi ma si ridurranno nel tempo eventuali ricadute.
Gli omeopatici possono essere assunti in gravidanza, durante l’allattamento, dal neonato fino alle estreme età della vita, rappresentando un valido aiuto per mantenere o ritrovare lo stato di buona salute.