Svolgendo la mia professione di medico omeopata mi sono resa conto che molte informazioni in possesso dei pazienti sulla medicina omeopatica e i suoi farmaci, sono errate. Questo per diversi motivi: 1) conoscenza superficiale della materia, 2) uso indiscriminato di internet, 3) assenza di informazione, se non addirittura discredito, da parte dei colleghi di medicina tradizionale.
Ritengo quindi che sia importante, comunque la si pensi sull’omeopatia, conoscere alcune notizie di base, poiché solo la conoscenza porta a scelte consapevoli, in qualsiasi settore della vita.
Tanti credono che per avere un riscontro apprezzabile, curandosi omeopaticamente, bisogna attendere tempi molto lunghi. Questa affermazione non corrisponde a verità o meglio è vera solo in parte: infatti il medico omeopata può dover curare una patologia cosiddetta “acuta”, e cioè ad esordio improvviso e a rapida evoluzione – comparsa di sintomi e segni violenti in breve tempo come una faringite acuta, laringite acuta (comune mal di gola) ma anche una tonsillite purulenta, un attacco di sinusite acuta, gastroenterite acuta, lombalgia acuta, i primi sintomi dell’influenza, cistite acuta, otite acuta e cosi via – o una malattia cronica. Dopo aver visitato il paziente ed esclusa una compromissione più importante o impegno organico, più che funzionale, il quale necessariamente richiede un approccio terapeutico diverso – sia esso solo omeopatico ma anche allopatico, qualora necessario, ricordiamo che le due medicine sono complementari – orbene dal momento dell’assunzione del farmaco omeopatico al miglioramento dei sintomi fino alla loro scomparsa intercorreranno solo poche ore. Sì, ho detto poche ore giacché se così non fosse non potremmo essere di aiuto ai nostri pazienti: chi soffre desidera stare meglio nel più breve tempo possibile! Una corretta omeopatia ottiene questo risultato.
Diverso è il discorso per la cura delle patologie croniche, cioè quelle che durano da più di sei mesi o che sono soggette a ricadute. In questo caso la terapia omeopatica ha tempi più lunghi, poiché bisogna “riequilibrare” l’organismo, trattando il “terreno” del paziente, lavoro che può richiedere un tempo variabile da qualche mese ad alcuni anni, in base alla gravità della patologia ed alla risposta individuale.
Altra credenza diffusa è quella secondo la quale non si possono toccare i granuli con le dita. Ciò era vero un tempo quando la loro produzione non era ancora di tipo industriale, per cui l’unica parte che era impregnata dal principio attivo era lo strato esterno del granulo, rischiando quindi con la manipolazione di ridurre la quantità di principio attivo assorbito. Oggi la produzione industriale avviene con l’impregnazione di ogni strato che forma il granulo, e quindi anche se toccati, non perdono di efficacia.
Non perdono il loro potere curativo neanche se vengono assunti in vicinanza dei pasti, l’importante è non avere sapori in bocca, e ciò si ottiene mediamente 10 minuti prima o dopo un pasto, ma a volte, come nel caso dei lattanti, faccio sciogliere i granuli nel latte del biberon, non potendoli altrimenti assumere in altro modo, e la risposta terapeutica è ugualmente efficace. La ragione per cui ciò accade è nel fatto che i principi attivi omeopatici vengono assorbiti dalla mucosa orale e quindi per una ottimale gestione del farmaco è necessario attendere quei 10 minuti che servono alla mucosa per “liberarsi” da altre sostanze contenute negli alimenti. Ciò che è importante, inoltre, è evitare di bere o mangiare alimenti che contengono camomilla e menta (presente anche nei dentifrici) prima dell’assunzione dell’omeopatico: tali sostanze determinano una vasocostrizione delle mucose riducendo l’assorbimento del principio attivo.
Per concludere ho lasciato l’argomento più importante: la contemporanea assunzione di farmaco omeopatico ed allopatico. La maggior parte dei pazienti, se non quasi tutti, alla prima visita mi chiede se deve sospendere il farmaco omeopatico qualora dovesse assumere quello allopatico. Ebbene, anche questa convinzione non corrisponde a verità, poiché l’omeopatia è una medicina complementare e come tale non solo riduce gli eventuali effetti collaterali del farmaco tradizionale, ma grazie all’azione “equilibrante” sull’organismo in toto, ne amplifica l’effetto curativo.
Allo stesso modo l’azione terapeutica del farmaco omeopatico non viene inficiata da quello tradizionale, come dimostra l’ottima risposta terapeutica in tutti quei pazienti che assumono in contemporanea quelli tradizionali per patologie croniche (per esempio l’ ipertensione arteriosa, il diabete mellito, etc.) e gli omeopatici.
Come ripeto spesso: la medicina omeopatica è per tutti anche se non per tutto.