Nel 2011 il Comune di Olbia indice una gara con “procedura aperta per l’appalto dei servizi di guardiana, manutenzione ordinaria, accompagnamento, informazione e promozione turistico culturale delle aree archeologiche, monumentali e del patrimonio storico-archeologico-artistico (Cig 1510931BB1)”. Si tratta di 3 aree da gestire con un importo complessivo di 131.774 euro.
È richiesta l’iscrizione alla Camera di commercio o un’attestazione di avvenuta iscrizione per categoria adeguata all’oggetto di appalto. Sono inoltre obbligatori i titoli di studio e le qualifiche professionali per ogni figura professionale incaricata di effettuare il servizio. L’appalto è vinto dalla cooperativa Iolao, unica ad essersi presentata, ma viene subito revocato per la presentazione di un’errata documentazione (determinazione 623 del 1.6.2011 ai sensi dell’art. 21 della legge n.241 del 7.8.1990). Il Comune decide quindi di affidare con procedura diretta, e quindi senza indire una nuova gara, le aree archeologiche all’Archeolbia onlus, un’associazione culturale presieduta da Durdica Bacciu. È il 29 giugno. “Non possiamo permettere che in piena estate i siti rimangano sprovvisti di guide turistiche”, è la motivazione del sindaco Gianni Giovannelli per l’affido diretto. All’associazione vengono assegnati 76 mila euro per 6 mesi, fino al 31 dicembre 2011. A metà luglio si scopre che l’Archeolbia non è una onlus, in quanto non è iscritta all’albo delle onlus dell’Agenzia delle Entrate né a quello del Registro Regionale del Volontariato. Quindi non potrebbe utilizzare l’acronimo onlus né usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla Legge Regionale 13.9.1993, n.39. Il finanziamento viene bloccato momentaneamente, ma dopo aver svolto alcune verifiche di validità, l’amministrazione spiana di nuovo la strada all’Archeolbia. Il sindaco sostiene che si tratta di un errore, di una mancanza in buona fede. A fine dicembre 2011, l’affido delle aree archeologiche viene prorogato fino a marzo 2012. Intanto il 27 dicembre Durdica Bacciu diventa socia della cooperativa di pulizie Il Contrasto.

olbiaIl pasticciaccio
11 gennaio 2012. Il solerte Comune di Olbia indice un nuovo bando “per l’appalto dei servizi di guardiana manutenzione ordinaria, accompagnamento, informazione e promozione turistico culturale delle aree archeologiche, monumentali e del patrimonio storico-archeologico-artistico (CIG 3733586C9F)”. Si tratta della gestione di 8 siti per un importo di 191.740 euro. Questa volta è richiesta solo una generica iscrizione alla Camera di Commercio per “attività identiche a quelle oggetto della gara”. Viceversa non sono richiesti i titoli di studio o le qualifiche delle figure professionali deputate a ricoprire i ruoli offerti. La scadenza per presentare le offerte è il 23 gennaio 2012, entro le ore 13.00.
Una bella occasione offerta agli archeologici sardi per occuparsi direttamente della valorizzazione del proprio territorio. Chi meglio di un archeologo può capire le esigenze di un sito archeologico, valutarne le problematiche, idearne strategie di valorizzazione e tutela? Un’impresa di pulizia. Questa è stata la risposta del Comune di Olbia. Ma andiamo con ordine.
Vengono depositate 3 buste: la prima dalla cooperativa Iolao di Carla Marrone, la seconda dalla cooperativa Il Contrasto di Hidalgo Avila e la terza dalla Oltranservice di Niccolò Fiori in corsa con Sistema Museo. Il 31 marzo, giorno di scadenza dell’affido all’Archeolbia, vengono aperte le buste contenenti le relative offerte. A fine aprile viene comunicato il risultato. Vince la cooperativa Il Contrasto, per aver proposto il miglior progetto al miglior costo.

 

olbia_3La vittoria e la sconfitta
L’assessore alla cultura Vincenzo Cachia, blocca l’attribuzione della vittoria e prende tempo per rivedere le carte al fine di decretare il vincitore finale. Dopo due mesi arriva la conferma della precedente graduatoria.
La decisione lascia increduli gli archeologi del team della Oltranservice e il loro coordinatore Agostino Amucano, archeologo di esperienza ventennale che ha riunito intorno a sé le migliori professionalità del settore per costituire il team. Eppure questo non è bastato. Gli archeologi denunciano la non limpidezza della lista del personale presentata da Il Contrasto. Lista che non riporta nomi e curricula ma solo la dicitura delle figure professionali offerte. È inoltre la prima volta che un bando per siti archeologici non richieda che lo statuto delle imprese partecipanti riporti la voce “gestione aree archeologiche”. È richiesta solo la dichiarazione di inizio attività in ambito archeologico. Amucano e gli archeologi del suo team notano subito l’irregolarità. Innanzitutto Il Contrasto risulta essere una cooperativa di pulizie e giardinaggio, la sua ragione sociale non prevede l’attività di gestione di aree archeologiche ma svariate attività quali lavanderia, pulizia, giardinaggio, servizi facchinaggio, utilissime ma non specifiche e fondamentali per poter svolgere le mansioni richieste dal bando: gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico. Qui si tratta di tutelare un bene pubblico patrimonio di tutti. Inoltre da una Visura alla Camera di Commercio risulta che la dichiarazione di inizio attività della cooperativa è datata al 23 gennaio 2012 ore 12.26. Esattamente lo stesso giorno della scadenza per partecipare al bando. In altre parole, la cooperativa Il Contrasto avrebbe iniziato la sua attività 34 minuti prima che scadesse il bando che ha vinto. Eccezionale. Amucano ed il suo team vogliono a questo punto sapere dove Il Contrasto ha svolto la sua attività archeologica, sotto quale Soprintendenza e sotto quale Comune.
Oltranservice fa ricorso al TAR, con richiesta di sospensiva, ritenendo che Il Contrasto non abbia i requisiti per gestire i siti archeologici e abbia consegnato una falsa dichiarazione di inizio attività.
L’assessore Cachia risponde spiegando che, secondo quanto previsto dal bando, i nominativi delle persone deputate a svolgere le mansioni saranno comunicati solo al momento della stipula del contratto. In un’intervista rilasciata all’Unione il 12 giugno scorso, aggiunge che è lecito che un partecipante faccia ricorso, ma l’importante è che si operi sempre per il bene della città, ossia tenere aperti i siti archeologici con personale preparato. E allora perché ha vinto una cooperativa che non ha dimostrato di offrire personale preparato, dal momento che i curricula li presenterà al momento di firmare il contratto? La contraddizione è evidente.
Il 4 luglio intanto il Tar, ritenendo insussistenti le ragioni di Oltranservice, decide di non dare la sospensiva della vittoria; deve ancora però emettere la sentenza definitiva.
Nello stesso periodo una nota ufficiale della Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro sull’inizio attività della cooperativa Il Contrasto, sostiene che “un’entità di tale nome non risulta a questa Soprintendenza essere titolare di gestione di aree archeologiche nei territori di competenza in data anteriore e posteriore al 23 gennaio” (Prot. N.6401, 28.04.00/16). È firmata dal Soprintendente ad interim Marco Minoja. Quindi la cooperativa Il Contrasto è sconosciuta alla Soprintendenza. La stranezza è evidente dal momento che le attività previste dal bando, e che la cooperativa dichiara di aver svolto, possono essere svolte solo dopo una regolare convenzione tra ditta appaltante e ente pubblico; a seguito della convenzione l’ente ha l’obbligo di comunicare a Ministero e Soprintendenza il nome della ditta.

 

Alle prime armi
Il 27 luglio la Confederazione Nazionale Archeologi chiede ufficialmente un chiarimento all’amministrazione di Olbia, rea di non aver fatto chiarezza sulle modalità di realizzazione dei lavori, soprattutto in seguito delle numerose polemiche. Alessandro Pintucci, presidente della Confederazione, ha sottolineato la non chiarezza sui curricula e sulle competenze professionali delle persone coinvolte nei lavori. Il mistero riguarda anche il tipo di contratto che la società applicherà agli archeologi, dato che per sua natura lavora con contratti dei servizi per l’ambito delle pulizie. “Esigiamo massimo rispetto per la dignità professionale degli archeologi”, spiega Pintucci e aggiunge: “Rispettiamo la sentenza del Tar, ma consentire ad una società senza alcun curriculum professionale di gestire aree archeologiche di un Comune significa non aver avuto cura dell’importanza e della qualità del lavoro da svolgere, né tantomeno della dignità professionale degli archeologi. Avremmo capito se si fosse trattato di dare spazio ad una società appena costituita da giovani del posto, ma purtroppo non è così”.
Mancanza di esperienza nel settore e dei requisiti professionali. Questa è l’accusa che emerge contro la cooperativa Il Contrasto. Amucano deposita una querela alla Stazione dei carabinieri di Olbia. È il 7 agosto 2012. Denuncia che Aida Hidalgo Avila, presidente della cooperativa Il Contrasto, per poter partecipare al bando avrebbe presentato una dichiarazione di inizio attività (attività oggetto del bando) datata al 28 settembre 2011, mentre da una Visura alla Camera di Commercio risulta che avrebbe iniziato il 23 gennaio 2012. Il 28 settembre la signora Hidalgo Havila avrebbe solo trasferito la sede legale della cooperativa, dalla provincia di Padova a quella di Sassari. Il Contrasto non ha mai iniziato l’attività oggetto dell’appalto che ha vinto. L’accusa è quella di falsa dichiarazione.

 

olbia_4Contrasti e rovine
L’estate scorsa il Comune di Olbia affida il mandato per la gestione dei siti archeologici alla cooperativa Il Contrasto. Dopo il silenzio dietro il quale si è trincerata sino alla stipula del contratto, finalmente la cooperativa vincitrice proferisce parola. E lo fa attraverso il suo vicepresidente, Gianfranco Nizzardo: “Le polemiche che ci hanno coinvolto sono state inaspettate e feroci, per questo abbiamo preferito aspettare in silenzio sino alla firma”. Finalmente svela il mistero dei nomi delle figure professionali. Si tratta di un team di ragazzi giovani aventi il titolo di guida turistica coordinati da Letizia Fraschini, classe 1981. Tra di loro Durdica Bacciu. I ragazzi saranno inquadrati con il contratto delle cooperative nazionali che prevede 38 ore di lavoro settimanali, per 12 mesi. È idea di proporre in seguito un contratto indeterminato. Svelato il secondo mistero.
L’assessore Cachia sostiene che con questa scelta è stata premiata la qualità della proposta, dei risvolti turistici e promozionali, dei servizi aggiuntivi che la cooperativa fornirà, quali l’organizzazione di percorsi enogastronomici, la pubblicità all’estero, la vigilanza sulla salute dei visitatori, il servizio baby parking. È questo che ha fatto la differenza. “A noi interessa la manutenzione dei siti, la loro gestione. Non è detto che un archeologo abbia buone capacità gestionali”.
E la singolare dichiarazione di inizio attività presentata da Il Contrasto non ha avuto peso nella scelta? Ministero e Soprintendenza hanno dichiarato che la cooperativa non si è mai occupata di siti, attività richiesta dal bando. Cachia svela il terzo ed ultimo mistero: “Qualora ci fosse stata una dichiarazione mendace da parte della cooperativa, non sarebbe stata fatta al Comune ma alla Camera di Commercio. Invito chiunque, se lo ritiene un falso in atto pubblico, a rivolgersi alla Procura”.
Ultimamente Cachia ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che già solo il pensare a un progetto e partecipare a un bando può essere considerato come inizio di attività.
Sta di fatto che durante questa lunga diatriba, gli 8 siti archeologici sono stati per quasi 4 mesi, in piena estate e quindi nel periodo di maggiore afflusso turistico, sprovvisti di guide.

(7/Continua. Le precedenti puntate sono leggibili in allegato)

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