La mattina del 15 novembre i ragazzi non si sono recati nelle aule, ma hanno richiesto di svolgere un’assemblea straordinaria in cortile, dato il clima di tensione e confusione creatosi a seguito dell’assemblea d’Istituto di lunedì 12 novembre. Nella votazione tenutasi per scegliere la forma di protesta da attuare, su 250 votanti totali, 96 si sono espressi a favore di una cogestione con interruzione della didattica, 136 a favore di un’occupazione, nonostante questa non fosse contemplata come voce, seppur richiesta da alcuni studenti, i restanti a favore delle altre proposte, come le lezioni in piazza.
L’assemblea straordinaria è nata, quindi, dall’esigenza di un confronto tra TUTTI e SOLI gli studenti, confronto che non si è verificato lunedì e necessario a stabilire una linea comune da seguire: infatti era necessario prendere in considerazione la totalità dei voti: da una parte l’occupazione che ha la maggioranza delle preferenze, seppur esclusa dalle voci, dall’altra la maggioranza “ufficiale” ottenuta dalla proposta di cogestione che, in ogni caso, era stata consegnata in Presidenza per il Collegio Docenti.
La mattina di giovedì, però, è iniziata immediatamente in un clima di tensione tra gli studenti, che hanno trovato le aule del piano terra chiuse con i lucchetti. I rappresentanti d’Istituto e il Presidente e Vicepresidente d’Assemblea si sono recati in Presidenza, dove hanno trovato tre agenti Digos. Hanno spiegato la volontà degli studenti, chiedendo che il cortile, chiuso prima dell’ingresso dei ragazzi, venisse aperto per l’assemblea, senza ottenere alcun risultato. Intanto i ragazzi accalcati nell’androne e nel corridoio del piano terra hanno forzato la porta per poter defluire all’esterno. Al termine di una lunga ed estenuante discussione la maggioranza degli studenti si è espressa a favore dell’occupazione.
I ragazzi si sono quindi rispostati all’interno per poter discutere con i docenti, che intanto si erano disposti sulle scale così da impedire l’accesso al primo piano e la conseguente occupazione. Successivamente sono intervenuti anche alcuni genitori, invitati, tramite una mail inviata dall’ufficio della stessa Preside, ad intervenire per portare a casa i propri figli, in vista di un possibile intervento delle forze dell’ordine. Alcuni di loro sono intervenuti a favore degli studenti presenti, esprimendo esclusivamente il favore al DIRITTO di protesta di questi.
Intorno alle 14 anche la Preside è intervenuta con gli altri docenti, ma i ragazzi hanno comunque occupato l’edificio intorno alle 15, pur non ricevendone le chiavi.
Venerdì 16 novembre alcuni docenti si sono presentanti innanzi al portone per poter parlare ancora con gli studenti. Riunitisi nella sede del Liceo Righi hanno consegnato un documento firmato da 24 docenti, in cui si proponeva agli studenti di uscire entro sabato 17 dalla scuola così da poter avviare una settimana di cogestione a partire da lunedì 19. La risposta iniziale degli studenti, discussa in assemblea con circa 300 ragazzi, è stata quella di non chiudersi al dialogo con gli insegnanti, richiedendo, tuttavia, maggiori certezze riguardo all’effettivo svolgimento della cogestione. Gli studenti, quindi, hanno annunciato che avrebbero continuato le loro attività all’interno di scuola, in attesa che l’intero Collegio Docenti deliberasse la cogestione, avendo riscontrato all’interno del corpo docente una profonda spaccatura che non garantiva la collaborazione necessaria all’esito desiderato.
Domenica 18 la Preside dell’Istituto ha deciso di intervenire all’assemblea degli studenti, senza che questi ne avessero espresso il desiderio, ed ha contattato Andrea Manganelli, rappresentante dei genitori nel Consiglio d’Istituto, invitandolo per poter chiarire insieme la situazione.
La Preside ha ribadito di non poter garantire lo svolgimento della cogestione poiché, nonostante fosse favorevole alla proposta, spetta esclusivamente al Collegio Docenti confermarla. Successivamente ha invitato i ragazzi a desistere e riconsegnare la scuola al regolare svolgimento delle attività, così da permettere ai docenti di riunirsi, sottolineando, in un discorso generale, la sua contrarietà all’occupazione e mostrandosi scettica sul tipo di lavoro svolto dagli studenti.
I circa 350 studenti presenti all’assemblea hanno deciso, infine, con amplissima maggioranza, a favore della prosecuzione dell’occupazione, non essendovi a loro giudizio le condizioni per passare ad una cogestione.
Colgono ora l’occasione per comunicare tutte le attività svolte finora, esprimendo il loro dispiacere per non averlo fatto prima data la difficoltà pratica di comunicazione in una situazione simile. Ribadiscono, tuttavia, che non si sono mai rifiutati di relazionarsi con i docenti, i genitori e il personale ATA, accogliendoli ogni giorno in ogni momento per chiarire le proprie posizioni, permettendo a volte, di entrare nell’edificio per constatare l’ottimo svolgimento dell’occupazione.
Ogni giornata è stata articolata in diverse fasce orarie per i corsi autogestiti dagli studenti, i dibattiti con gli ospiti, gli incontri dei gruppi di lavoro come il servizio d’ordine e quello di pulizia, la rassegna stampa e l’assemblea di gestione, in cui si sono quotidianamente analizzati i punti di forza e le criticità dell’organizzazione, sviluppatasi grazie al contributo dei numerosissimi studenti che hanno partecipato sempre con costanza e determinazione. Dai ragazzi di quarta a quelli di terza tutti si sono adoperati per contattare ospiti e proporre corsi, realizzando così uno degli obiettivi da raggiungere: rendere e rendersi tutti registi e non fruitori di uno spazio in cui gli studenti dovrebbero, e desiderano, essere responsabili e protagonisti, in un momento in cui si tenta di svilire sempre di più il ruolo stesso degli studenti (basti pensare al DDL 953).
Gli studenti hanno avuto occasione di mettere a fuoco un dettagliato quadro sulle riforme scolastiche con Roberto Ciccarelli, giornalista del Manifesto, e di confrontarsi con Giorgio Cremaschi, Presidente del Comitato Centrale Fiom fino a qualche mese fa.
I ragazzi hanno deciso di trattare anche tematiche che toccano la vita quotidiana, come il problema della mobilità e dei trasporti, approfondito da Maurizio Zamboni, ex Assessore alla Mobilità di Bologna, e quello della pirateria informatica e del copyright, approfondito dal giurista Stefano Rodotà.
Si è sentita, poi, l’esigenza di discutere del mondo del lavoro e della precarietà. Sono intervenuti Guglielmo Epifani, Segretario Generale della CGIL dal 2002 al 2010, e Simone Oggionni, portavoce nazionale dei Giovani Comunisti, per discutere di come i giovani si relazionano con la precarietà. Si è discusso, inoltre, del rapporto tra salute e lavoro con Piero Bevilacqua, storico della Sapienza e editorialista del Manifesto, Fabio Palmieri, della segreteria nazionale Fiom, Federico Gennari, dell’associazione A Sud.
Gli studenti hanno successivamente ricordato la Genova del 2001, cogliendo l’occasione per discutere della gestione di piazza e l’intervento delle forze dell’ordine, alla luce di quanto è accaduto mercoledì 14 novembre. A questo proposito sono intervenuti Andrea Di Nicola, uno dei primi giornalisti ad entrare nella Diaz, Rolando Revello, attore nel film di Vicari, anch’egli contattato ma non disponibile perché fuori Roma, e Franco Fracassi, regista del documentario sul G8 “The Summit”.
In un momento come quello attuale in cui la formazione del proprio spirito critico è sempre più minacciata, è stato molto interessante parlare con Matteo Nucci, scrittore e giornalista per Repubblica e Messaggero, dell’origine di ciò partendo da Socrate, considerato il primo contestatore.
Sono state poi offerti squarci panoramici su varie tematiche: Francesco Piccolo sul mestiere dello scrittore, Mariano Gabriele sul valore pedagogico della Storia, approfondendo il rapporto tra Italia e Germania a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, Maria Quinto sulla delicata questione dell’immigrazione in Italia,
Emiliano Sbaraglia, giornalista Radio1, autore di “La scuola siamo noi”, insegnante precario, ha raccontato la sua esperienza di web radio con gli studenti.
Si è dato anche spazio all’espressione artistica, invitando la compagnia Attrice Contro che ha rappresentato lo spettacolo “I soliti facinorosi”. È stata inoltre contattata la compagnia Voci nel deserto, progetto di resistenza teatrale, che non potendo venire ha dato la disponibilità per le prossime settimane.
Tutti gli incontri sono stati moderati dagli studenti, i quali hanno organizzato anche propri corsi, come quelli di musica o di discussione sul carteggio tecnico della TAV, presentato da Ascoltateli! – Roma, il movimento di informazione sulla TAV portato avanti da degli studenti.
Mentre a scuola si svolgevano queste attività, all’esterno se ne svolgevano altre complementari, rese possibili dall’occupazione, a cui hanno magnificamente portato ulteriore visibilità.
Ogni giorno gli studenti si sono impegnati nel mantenere in perfetto ordine l’ambiente scolastico e nel riqualificarlo laddove fosse possibile: il bagno del primo terra, completamente ricoperto di scritte da anni, è stato ripulito totalmente, le scritte sui muri sono state cancellate. Le linee dei campi sportivi in cortile, ormai sbiadite, sono state riverniciate.
I lavori si chiuderanno nella giornata di giovedì 22, come stabilito dall’assemblea di martedì, con una mobilitazione conclusiva di cui tutti verranno informati in serata.
Gli studenti hanno quindi dimostrato che un’occupazione non equivale automaticamente alla distruzione, come tanti sostengono, poiché dietro vi è consapevolezza, desiderio di formare uno spirito critico, una coscienza politica e un pensiero personale sempre più forti e indipendenti.
Hanno dimostrato di essere in grado di gestire i propri spazi, di avvalersi al meglio delle proprie possibilità, di cui spesso in troppi si dimenticano, per costruire un sapere coerente per cui alle parole corrispondono azioni concrete, tutte orientate al Bene Pubblico e Comune.
Gli studenti hanno così sfatato le false convinzioni proiettate sulla loro generazione: a tutti coloro che li hanno accusati di esser privi di contenuti o di ragione, mortificandoli personalmente, hanno mostrato intelligenza e costruttiva capacità di analisi e di costruzione.
Hanno dimostrato di essere diretti responsabili delle realtà che li circondano, profondamente convinti che le difficoltà incontrate lungo il percorso non possano scoraggiarli, ma debbano divenire la propria determinazione a riaccendere il dibattito, a manifestare il proprio dissenso, a riappropriarsi dei propri spazi, a rivendicare il proprio ruolo.
Dimostreranno, inoltre, che questo non è che l’inizio, che questa settimana ha posto le basi di un movimento che non si fermerà all’autunno studentesco come tanti sostengono, ma che porterà alla costruzione di molti altri percorsi alimentati dalle stesse speranze, la stessa determinazione, la stessa forza di questi e di tanti altri giorni.
Di seguito, una breve sintesi delle motivazioni che hanno condotto gli studenti alla mobilitazione.
Oggi 15 novembre 2012 gli studenti del Tasso hanno occupato la scuola, poiché è sempre più forte l’esigenza di ribadire la propria contrarietà alle politiche neoliberiste, volte allo smantellamento dello stato sociale e alla privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni.
All’interno di questa visione economica rientrano tutte le recenti misure adottate in ambito scolastico, quali l’ex DDL Aprea, che trasformerebbe la scuola pubblica in un ente semi privato, svilendo la democrazia collegiale attraverso la riduzione della rappresentanza degli studenti e del personale ATA.
Inoltre i contributi agli istituti privati e i tagli alla scuola perseguono una logica di supporto a ciò che è privato e di svilimento di ciò che è pubblico.
Sottolineiamo che a toccarci non è soltanto la situazione della scuola, ma anche e soprattutto quella del mondo del lavoro ormai segnato dalla precarietà.
Vogliamo, quindi, con la nostra protesta costruire una scuola che realizzi i valori di solidarietà e comunità a partire dal confronto quotidiano tra noi studenti, responsabili e protagonisti delle realtà che viviamo.
Esprimiamo la nostra determinazione a mantenere acceso il dibattito e viva la mobilitazione per l’intero corso dell’anno e a non cadere nei falsi ideologici che ci propugnano.
Studenti e Studentesse del Liceo Tasso