Il fatto che un motociclista in possesso della sola patente B si sia trovato alla guida di un vuoto di grossa cilindrata con un passeggero bordo non può essere considerata una circostanza tale da comportare una valutazione sotto il profilo del concorso di colpa.
La giovane età del conducente e il mancato conseguimento della patente A sono infatti circostanze che non influiscono in alcun modo sull’apporto causale nell’incidente.
È quanto afferma la terza sezione civile della Corte di Cassazione (sentenza n. 6071/2012) Specificando che le valutazioni sulle colpe, nei sinistri stradali, va fatta in relazione alla condotta del momento. Nel caso esaminato dai giudici di Piazza Cavour la vicenda ha avuto origine dall’incidente tra un motociclista ed un trattore con traino.
La suprema corte fa notare che nel corso del giudizio di merito si fa riferimento a diverse circostanze per valutare le colpe concorrenti. Se da un lato si evidenzia correttamente il problema relativo all’accensione dei dispositivi di illuminazione dall’altro si mette in evidenza anche la circostanza che il motociclista non poteva guidare quella moto (Suzuki 600) e non poteva trasportare passeggeri non avendo compiuto ancora 21 anni d’età ed essendo titolare della sola patente B.
Ebbene secondo gli Ermellini se la questione relativa all’accensione di fari poteva avere rilievo dato che l’utilizzo dell’illuminazione avrebbe consentito al conducente della moto di vedere in anticipo l’ingombro, il rilievo sulla giovane età del conducente e della titolarità della sola patente B si fonda su circostanze che non hanno alcuna relazione causale con il sinistro e non possono alcun rilievo per escludere la condotta colposa del veicolo antagonista.