La legge non è uguale per tutti. E’ questa l’amara scoperta di un poliziotto italiano, Gianni Palagonia, che nella sua lotta al crimine è arrivato alle figure più importanti, ma non gli è stato concesso di proseguire le indagini. Gianni Palagonia non è il suo vero nome, è inventato per proteggere lui e la sua famiglia. Quando lavorava alla Questura di Catania, fu minacciato di morte se non lasciava la Sicilia. Si è dovuto trasferire al nord ma Il fiuto dello sbirro non lo perde e arriva a scoprire che nel profondo settentrione la mafia è molto potente. La mafia ricicla denaro sporco con attività apparentemente lecite, ha intrecci con massoneria e il potere economico.
“Qui gli affaristi della mala lasciano vivere la città in una sorta di vacanza perpetua – afferma Palagonia- evitando le violenze più eclatanti, e intanto violano la legge e si arricchiscono alla luce del sole: appalti truccati, tangenti, corruzione a vari livelli che coinvolgono un po’ tutti e di cui, come al sud, tutti sanno ma fingono di non sapere, protetti dalle modalità felpate di un crimine fin troppo borghese.” Queste sono solo alcune delle cose che l’autore racconta nel suo romanzo-inchiesta: NELLE MANI DI NESSUNO la lotta di uno sbirro antimafia in un paese malato, edito dalla Piemme. È chiamato a Roma per seguire un’importante indagine, su due figure, di cui diamo i soprannomi con cui venivano indicati durante l’attività investigativa: il “mostro” e la “cantante” e scoprono tramite intercettazioni telefoniche, che la “cantante” è stata a letto con più di un Ministro e che gode d’importanti amicizie.
La donna ha una rete capillare di contatti, non solo di Ministri in carica, ma anche membri dell’alto clero, prefetti, funzionari statali, ufficiali delle forze armate, personalità di spicco di logge massoniche. “Tutti si rivolgono a lei con imbarazzante deferenza, – scrive Palagonia- per chiedere sempre e solo una cosa: raccomandazioni”. Il “ mostro” si muove spesso con macchine ministeriali e ha contatti con Liones Masso, siculo-americano, personaggio di primissimo piano notoriamente legato alle famiglie mafiose del palermitano.
Nelle intercettazioni, tra il “ mostro” e Liones, si parla di affari intorno ai 400 miliardi di dollari, con cinque società italiane, una di queste più volte indagata per mafia. Il “mostro” viaggia molto e ha contatti in vari stati. A Palermo si reca in un palazzo dove ha sede la massoneria. “C’è l’Ordine del …. Il Potere puro. Là dentro abbiamo messo microspie e telecamere- a parlare è un poliziotto di Palermo- lì dovresti vedere come si baciano. I molti masculi li chiamano “cavalieri” e le femmine “ dame”. Tutti ci si sono iscritti. Magistrati, politici, scienziati e mafiosi. Tutti insieme si baciano e poi si spartiscono l’Italia. Un pezzo io un pezzo tu e fottiamocene del popolo”.
Dopo sei mesi, questa importante inchiesta è repentinamente chiusa. Ai poliziotti i motivi sono chiari, le informazioni raccolte potevano far cadere il governo. Lo sconforto è grande, pedinamenti costosi, trasferte, intercettazioni telefoniche, fatte a spese dei contribuenti, tutto buttato al vento. Palagonia torna a lavorare al nord, dopo la parentesi romana, e scopre che diverse società “trasformano” ingenti capitali illegali in business legali. Società perfettamente integrate in circuiti finanziari in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Arriva a scoprire situazioni gravi, tanto che è ostacolato anche da un suo superiore e in seguito molti dei suoi fascicoli spariscono proprio dall’archivio della polizia, dove possono accedere solo archivisti con l’avallo dei superiori. Un’altra dura lezione per Palagonia, anni d’indagine … buttati al vento.
Sono tanti i particolari che racconta, che vanno letti attentamente per capire come funzionano le cose nel nostro paese. Palagonia si occupa anche delle Brigate Rosse, l’uccisione di Biagi e poi del poliziotto Petri. Arrivano encomi per Palagonia e i suoi colleghi. Nel suo romanzo si narra anche la sua vita personale e di come le sue vicissitudini familiari lo portano sul punto di togliersi la vita. Grazie ad una provvidenziale telefonata non compie il folle gesto, e capisce: “Di quanto sia bello respirare, camminare, parlare, sognare, programmare le cose da fare nella giornata.” A Palagonia è affidata una nuova indagine importante. Nonostante le tante delusioni, e la tremenda cognizione che chi tira le fila dei business illegali sono al momento intoccabili, lui non demorde, continua a credere in una società giusta. Ha una grande consapevolezza sui valori importanti della vita: formare una famiglia, avere amici sinceri. E dice a tutti noi che la vita è bella! E che non dobbiamo mai smettere di sognare un mondo migliore!
Gianni Palagonia, Nelle mani di nessuno – La lotta di uno sbirro antimafia in un paese malato, editore Piemme, 17,50 euro
Sito: http://www.giannipalagonia.it