In Italia esiste un comico che fa politica su Internet. Oltre a Beppe Grillo.
Natalino Balasso, rodigino, 52 anni di cui almeno la metà passati in teatro, da qualche tempo (si) diletta con Telebalasso, il canale di Youtube in cui posta video che, con eleganza e perfidia, distruggono quasi tutte le convinzioni e le convenzioni dell’uomo moderno: da quelle sociali a quelle religiose, da quelle emotive a quelle politiche.

E così, il comico, romanziere, scrittore, autore, attore veneto spiega con nonchalance che “il nostro non è il più semplice dei mondi. Qualcuno ha scoperto che per i gruppi dominanti le cose funzionano meglio se gli schiavi non sanno di esserlo. Bisogna che tu sia convinto di averla scelta, quella catena che porti al collo. Non c’è miglior tranquillante sociale che la paura” (da “Balasso e la pistola)”.
Balasso individua le contraddizioni e i paradossi dell’età contemporanea di cui non ci accorgiamo: paradossi anche linguistici (“Gli adulti ti dicono che non devi dire le parolacce. Ma io ti chiedo: chi l’ha detto che sono parolacce? Chi è che l’ha deciso?”, da “Balasso testimonial superalcolici”). Come un alieno sceso sulla terra, con sguardo ingenuo e innocente sfodera verità taglienti (“Appena riuscite a fare un po’ di schei, ve li sputtanate in ridondanza tecnologica”, da “Balasso e la tosse”) se non addirittura malinconiche: “Lui si sveglia tutte le mattine alle cinque per andare a lavorare e potersi così comprare la macchina. E a cosa gli serve la macchina? Per andare a lavorare” (da “Balasso testimonial superalcolici”).

Pur sconfinando ogni tanto nel complottismo à la Grillo (“Chi vuole seriamente che scompaia il cancro? Se scompare il cancro, addio medicinali, addio soldi per la ricerca, addio posti di lavoro. Il sistema non vuole soluzioni”, da “Balasso testimonial superalcolici”), Natalino vomita pensieri sgradevoli per chi è abituato ad adagiarsi sul politically correct: smonta l’orgoglio dell’appartenenza a una nazione (“Per quanto mi riguarda abolirei i confini nazionali e internazionali, che secondo me sono la causa delle contese e delle guerre, ma soprattutto abolirei i confini mentali, che son quelli che ci fanno credere che noi abbiamo capito tutto e che i nostri vicini di casa non capiscono un cazzo; che son quelli che ci fanno credere che quelli che la pensano come noi sono quelli giusti”, da “Balasso, discorso di Capodanno”); smantella l’ipocrisia di valori universalmente riconosciuti solo perché universalmente non analizzati (“Siamo un grande Paese, un Paese dove si è rubato tanto: ma io vi dico che c’è ancora tanto da rubare. Abbiamo grandi valori: Dio, patria, famiglia. Un trinomio che non significa un cazzo ma che non passerà mai di moda”, da “Balasso, discorso di Capodanno”); spara sentenze e sprona lo spettatore (“Per paura di vivere un giorno solo, non ne vivete neanche uno”, da “Balasso e la pistola”).

C’è molto di più della grassa risata nella satira internettiana del comico di Porto Tolle. C’è la denuncia dei media (“Mi dica una cosa: l’ha visto in faccia il rom?”. “Che rom?”. “Quello che ha sparato”. “Ma io non so mica se era un rom”. “E allora scrivo che la vittima del rom non è sicuro che fosse un rom”, da “Balasso e la pistola”), che poi non è altro che denuncia dell’intera società (“Ma non è quello della televisione?”. “Certo”. “Ah ecco, mi ha spaventata. Credevo fosse uno qualsiasi”, da “Balasso e la tosse”).

Certo, dispiace che certi discorsi (“Bere superalcolici non ha effetti collaterali a parte cirrosi epatica, tumore al fegato, delirium tremens, allucinazioni, schizofrenia. Ma per il resto fa bene e mette allegria”, da “Balasso testimonial superalcolici”) si trovino solo su Youtube, e mai, che so, in una prima serata su Canale 5. Ma d’altra parte potrebbe rivelarsi piuttosto problematico annunciare a cinque o sei milioni di persone che “bisognerebbe smetterla di vendere bevande che sono l’anticamera dell’epatite” (da “Balasso, discorso di Capodanno”) o smascherare la truffa di chi consiglia: “Quando sei ubriaco non metterti alla guida. Sì, lo so che quando sei ubriaco sei incapace di intendere e di volere, e quindi è inutile dirti di non guidare” (da “Balasso testimonial superalcolici”).

Non è difficile pensare che tra le centinaia di migliaia di utenti che hanno riso con i video di Telebalasso (“Balasso testimonial Mercedes” sfiora le 800mila views, “Balasso testimonial superalcolici” supera le 400mila) ci siano molti dei destinatari di strali come “I prezzi sono una roba soggettiva. C’è gente che gli sembra caro due euro per un litro di benzina e spende quattordici euro per un litro di shampoo nutriente”. (da “Balasso testimonial smartphone”).

Tra un’aperta critica al materialismo moderno (“Non sapendo bene cosa desiderare ti limiti a provare i desideri degli altri. E quindi anche tu pretendi che il telefono faccia una serie di cazzate inutili. Più sono cazzate, più ti interessa il telefono”, da “Balasso testimonial smartphone”) e una spiegazione logica della nascita di quello stesso materialismo (“La soluzione dei problemi blocca il sistema. Quello che ci serve è rimediare al tuo problema solo temporaneamente, così poi il problema si ripresenta e noi ti possiamo vendere un nuovo rimedio”, da “Balasso testimonial superalcolici”), Natalino Balasso sottolinea la concreta vacuità e inutilità di molte nostre azioni (“Prima di comprare un oggetto che serve a comunicare, fatti una domanda: che cos’hai da dire?”, da “Balasso testimonial smartphone”), la loro inavvertita ridicolezza (“Vuoi scattare le foto col telefono? Invece di scattare le foto a ogni momento, viviteli, questi momenti”, da “Balasso testimonial smartphone”), la stupidità di bisogni di cui non c’è bisogno (“Col nostro contratto preinstallato potrai parlare gratis con tutti gli amici che vuoi. È facile parlarci gratis: basta che li vai a trovare”, da “Balasso testimonial smartphone”). La potenza del pensiero altro fa perdonare qualche eccesso di moralismo, qualche sentenza ostentata, qualche battuta mancata.

Se è vero che “nessuno è diverso finché qualcuno gli dice che lo è” (da “Balasso testimonial superalcolici”), qualcuno dica a Balasso che lui è molto diverso. Perché fa politica pur non facendo politica. Per fortuna.

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