Come si disfa un manicomio? E come ci si mette in contatto con l’esperienza della contenzione, lasciando che si ingusci in noi? All’alba dei lavori che preludono la chiusura, attesa per il 31 marzo del 2013, degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg), ci sembrava doveroso tornare a parlare di Franco Basaglia, indimenticato promotore della Psichiatria democratica. Tutto ciò insieme a un caso tutto italiano di didattica sociale e artistica. A Roma l’ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà, oggi Museo Laboratorio della Mente, è dedicato alla storia e ai sistemi di cura del disagio mentale.
Il manicomio, sito a Monte Mario, fu attivo come istituzione totale per cinquecento anni (dal 1548 come “Hospitale de’ poveri forestieri et pazzi dell’Alma Città di Roma”) e Basaglia vi si recò nel 1980, prima e dopo la riforma messa in atto con l’approvazione della legge 180 e con l’attuazione, sei mesi dopo, della legge 833, per la riorganizzazione dell’Istituto manicomiale. L’Archivio dell’ex Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma a partire dagli anni Ottanta in poi è stato oggetto di iniziative finalizzate alla sua valorizzazione: la Soprintendenza archivistica per il Lazio è intervenuta, infatti, con un importante lavoro di riordinamento e di catalogazione dei documenti raccolti dalle origini dell’ospedale agli inizi del Novecento. Trasformazioni immense, dunque, che dal 1978 in avanti hanno cambiato per sempre il volto del Servizio sanitario nazionale, nonostante la morte prematura di Basaglia avvenuta nello stesso 1980. Sono trascorsi quasi trentatré anni dall’istituzione di quella legge e tredici dalla definitiva chiusura del Manicomio di Roma. Il Museo Laboratorio della Mente ripercorre da allora la storia dell’Ospedale Santa Maria della Pietà, dalla sua fondazione alla chiusura nel 1999, cinque secoli dopo, come ospedale psichiatrico. Un itinerario immersivo e narrativo percorre le memorie del manicomio, per una lettura dell’alterità, delle sue forme e dei suoi linguaggi, ma anche per combattere lo stigma della malattia mentale e promuovere la salute psichica in “quelli di fuori”. Basta giungere alla sala dove veniva distribuito e consumato il cibo. Pochi oggetti, luci che incorniciano ciò che verrà a raccontarci di più del tempo fermo e uguale dell’ospedale, attivando il contenuto videoregistrato con il solo strofinio della mano.
Lia Traverso e la rivolta delle forchette
Una ciotola, una caraffa, un vassoio, e ancora: una cartella clinica (i trattamenti); il libro dei regolamenti del manicomio (le norme) e un registro di consegne degli infermieri (la vita quotidiana). Soprattutto, però, l’esperienza dell’istituzione totale e l’elettroshock, le regressioni della malattia provocate dai rimedi utilizzati e La rivolta delle forchette, ovvero come Lia Traverso (ne apprendiamo la storia attraverso il monologo della giovane Carlotta Piraino), morta in manicomio a soli 34 anni, scrittrice di un diario lucido e dolente, riuscì a conquistare per gli ospiti dell’Ospedale l’uso delle posate fino allora interdetto. Pena l’inedia per tutti i pazienti che ne seguirono l’incitamento a digiunare per protesta.
L’originale percorso di visita (coadiuvato dall’Archivio storico-audivisivo e dalla Biblioteca Cencelli del Santa Maria della Pietà) è articolato come cartografia storica delle prassi istituzionali e delle pratiche anti-istituzionali, come un doppio e continuo processo dialettico di decostruzione della geografia delle coercizioni spaziali, fisiche, psicologiche, sociali e di riabilitazione della soggettività. Un’irta esperienza interiore e a un tempo umana nella sua orizzontalità affratellante, che si genera per i corridoi manicomiali originari e nell’apparire inatteso delle storie rievocate.
Le opere di Nanof, il colonnello astrale
Una luce tenue accoglie i visitatori all’interno di un viaggio che opera una forte riduzione della distanza, poiché a ben vedere: «Da vicino nessuno è normale». Fra queste “figure dell’alterità” vogliamo ricordare quella di Oreste Fernardo Nannetti, detto Nanof, in alcuni casi solo Nof, matto o, come sosteneva egli stesso, “colonnello astrale, ingegnere astronautico minerario nel sistema mentale collegato al sistema telepatico”. Il suo grande capolavoro, di cui una parte è riportata su plexiglass all’interno del Museo laboratorio della Mente, è un muro di 180 metri, sito nell’ospedale psichiatrico di Volterra, interamente ricoperto di parole e disegni incisi con la fibbia di un panciotto (detta fibbia catodica). Tutto aguzzo e nervoso, il suo corpo e la faccia “spinacea” posano tesi ed elastici come fosse un proiettile; Nanof spunta fuori dagli archivi e ci sorprende con un immenso e imprevedibile film di pietra al quale si è ispirato Paolo Rosa (Studio Azzurro) per il suo L’osservatorio nucleare del sig. Nanof (con Giorgio Barberio Corsetti e Valeria Magli. Film 16 mm, colore, 60’). Nannetti rovescia gli occhi e le parole: «Io di salute mi trovo berne, solo che cercano di anarcotizzarmi», così, sebbene il suo deficit cognitivo tolga, forse, valore artistico al “muro” di Volterra, non possiamo in ogni caso ridimensionare quella instancabile azione durata quindici anni, che si gonfia e si produce, giorno dopo giorno, in termini di storia ininterrotta senza compiacenza mercantile ed egolatra.
Come “Entrare fuori uscire dentro”
Il rilievo assunto dal Museo Laboratorio della Mente nella Organizzazione Museale della Regione Lazio ha avuto, inoltre, un suo momento apicale con il Premio Icom Italia, ricevuto nel 2010 quale “Museo dell’anno per l’innovazione e l’attrattiva nei rapporti con il pubblico”. Il Museo è stato aperto con le caratteristiche attuali solo nel 2009, come risultato di iniziative avviate dal 2000, con un allestimento innovativo nonostante la difficoltà della tematica e nella collazione dei materiali utilizzati (riassumibili nei percorsi: L’istituzione chiusa; La fabbrica del cambiamento; Entrare fuori uscire dentro; Modi del sentire; Ritratti; Dimore del corpo; Inventori di mondi). L’originalità, la qualità visiva e comunicativa degli strumenti multimediali e interattivi (dai registri alle testimonianze della spoliazione dei malati di ogni marcatore identitario; cfr. la Fagotteria) il progetto culturale e sociale, il legame col territorio ne fanno un museo di rilevanza internazionale. Il costante afflusso di visitatori (circa 35.000 all’anno), la collaborazione con istituti scolastici, universitari e di ricerca, servizi sanitari, associazioni socio-culturali, musei nazionali e internazionali, i risultati positivi delle iniziative che hanno caratterizzato i primi dieci anni delle sue attività, la dimensione istituzionale del “prendersi cura”, costituiscono i motivi fondanti per proseguire, in permanente dialogo con la comunità e il territorio, l’opera di valorizzazione del suo capitale artistico-documentale, delle attività di accoglienza, ricerca, formazione e il completamento (con la prosecuzione dell’allestimento al secondo piano del padiglione) del progetto allestitivo intrapreso nel 2008 con Studio Azzurro.
L’Organizzazione mondiale della sanità e la salute mentale
Negli ultimi decenni, anche sotto la spinta della riforma dell’assistenza psichiatrica realizzata in Italia con l’approvazione della citata Legge n.180 del 1978, i temi della salute mentale sono diventati prioritari nell’ambito delle strategie della salute pubblica dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dei Paesi dell’Unione Europea, schematicamente riassumibili in sei punti:
— Aumentare la sensibilità dello Stato nei confronti dei problemi di salute mentale che troppo spesso sono ignorati o sottovalutati (anche dal punto di vista del finanziamento ai servizi sanitari);
— Porre la questione dei diritti umani e di cittadinanza al centro della agenda di sviluppo e di sanità pubblica dei governi;
— Migliorare le legislazioni esistenti;
— generare politiche di salute mentale e sviluppo di servizi con forte orientamento comunitario;
— Disseminare conoscenze tecniche adeguate non solo tra gli specialisti (spesso inesistenti nei paesi poveri) ma fra tutti i professionisti della salute;
— Dare voce alle istanze degli utenti e dei loro familiari.
La lotta contro lo stigma che circonda la malattia mentale è l’obbiettivo principale di un’azione di promozione della salute mentale che passa principalmente dall’informazione capillare e dall’abbattimento dei pregiudizi. In questa prospettiva operano in Europa diversi musei che documentano la storia della psichiatria e più in generale le tematiche della salute mentale. Questi percorsi espositivi favoriscono una preziosa occasione di comunicazione e lo sviluppo di alleanze nei programmi di promozione e prevenzione della salute mentale.
Una rete museale europea
Il Museo Laboratorio della Mente partecipa alla costruzione di un network europeo di Musei che favoriscono, attraverso le loro attività, la salute mentale creando un quadro per gli scambi e la cooperazione tra Stati membri dell’Unione Europea e contribuendo a rafforzare la coerenza degli interventi nei diversi settori politici; nonché istituendo una piattaforma per coinvolgere le parti interessate, comprese le associazioni di pazienti/familiari di pazienti e della società civile nella ricerca di soluzioni.
Il 9 e 10 Novembre 2007 a Göppingen, in Germania, presso il MuSeele – Klinik Christophsbad, si è tenuta la I Conferenza Internazionale dei Musei della Psichiatria in Europa. La II Conferenza Internazionale si è svolta a Praga, nella Repubblica Ceca, dal 29 al 31 Ottobre 2009, all’Ospedale Psichiatrico di Bohnice.
La III Conferenza Internazionale sul tema Dangerously young: Child and Adolescent Psychiatry from a Historical Perspective si è tenuta dal 28 al 29 Aprile 2011 al Museum Dr. Guislain di Ghent, in Belgio.
L’Aktion T4, lo sterminio dei disabili
Qui di seguito riportiamo gli indirizzi dei Musei della Psichiatria in Europa presenti nella guida Verortungen der Seele / Locating the Soul a cura di Rolf Bruggermann e Gisela Schimd-Krebs.
Nella guida (del Museo laboratorio della Mente) si trovano anche schede descrittive di Musei e Collezioni di Outsider Art e percorsi espositivi che ricordano l’Aktion T4, lo sterminio dei disabili messo in atto in Germania dal 1939 al 1941. Una copia della mostra In memoriam, curata da Michael Von Cranak, realizzata in lingua italiana/inglese dall’Agenzia per la Vita Indipendente Onlus, è permanentemente esposta al pubblico presso la Sede del Centro Studi e Ricerche al I piano del Padiglione 26.
Il 22 febbraio 2012 alle ore 18.30 si terrà la presentazione del libro Musei di Narrazione di Studio Azzurro con Paolo Rosa (Studio Azzurro), Viviana Gravano (Ied Roma), Umberto Croppi (Fondazione Valore Italia), Gianfranco Palma (Dipartimento salute mentale Asl Roma E), Fabiana Santini (assessore alla Cultura Regione Lazio), Pompeo Martelli (direttore Museo Laboratorio della Mente).
Austria
Vienna, Der Narrenturm
Vienna, Sigmund Freud Museum
Baden, Gall’sche Sammlung im Rollettmuseum
Belgio
Geel, Geeel
Gent, Museum Dr. Guislain
Danimarca
Augustenborg, Psykiatrisk Museum
Middelfart, Den Psykiatrisk Samling
Risskov, Museet Psykiatrisk Hospital Aarhus
Francia
Parigi, Musèe Sainte-Anne
Clermont Oisi, Musèe Henri Theillou
Musèe Virtuel du Centre Hospitalier Charcot
Finlandia
Mikkeli, Moision sairaalamuseo
Siilinjarvi, Harjamaen sairaalamuseo
Germania
Berlino, Berliner Medizinhistorisches Museum der Charité
Brandenburg an der Havel, Psychiatriemuseum des Asklepios Fachklinikums
Baruth/Mark, Psyche Museum für Psychotherapie
Bremen, Krankenhaus-Museum
Marburg, Wege und Ziele der Psychiatrie
Psychiatrie Museum Haina
Giessen, Vom Wert des Menschen
Herborn, Psychiatrie-Museum Herborn
Weilmünster, 100 Jahre Krankenhaus Weilmuünster
Bedhurg-Hau, Museum der Rheinischen Kliniken Bedfburg-Hau
Bonn, Museum Rheinische Kliniken Bonn
Warstein, Psychiatrie.Museum Warstein
Riedstadt, Psychiatriemuseum
Merzig, Saarländisches Psychiatriemuseum
Tübingen, Psychiatrielehrpfad Tübingen
Göppingen, MuSeele
Weinsberg, Kernerhaus
Kehl-Kork, Deutsches Epilepsiemuseum
Achern, Die Illenau
Freiburg, Institut für Grenzgebiete der Psychologie & Psychohygiene
Emmendingen, Psychiatrie-Museum
Haar, Psychiatrie-Museum
Zwiefalten, Württembergergisches Psychiatriemuseum
Passau, Museum für Geschichte der Psychologie
Leipzig, Sächsisches Psychiatriemuseum
Zschadrass,ort jenseits der strasse
Virtuelles Museum der Hypnose
Gran Bretagna
Londra, Freud Museum
Kent, Bethlem Royal Hospital Archives & Museum
Italia
Roma , Museo Laboratorio della Mente
Reggio Emilia, Museo della psichiatra San Lazzaro
Venezia, Museo del Manicomio di San Servolo
Lettonia
Jelgava, Gintermuiza Mental Hospital Museum
Olanda
Haarlem, Het Dolhuys, www.hetdolhuys.nl
Repubblica Ceca
Praga, Pyschiatrickà lêčebna Bohnice
Romania
Beclean, Spitalul de Boli Psihice Cronice Borşa
Russia
Mosca, Muzej istorii Moskovskoj gorodskoj psichiatrič eskoj bol’nicy im N. A. Alekseeva
Mosca, Muzej evolucii mozga pri Nil mozga RAMN
Ryazan, Muzej Pavlov
Svezia
Göteburg, Medizinhistoriska museet & Psykiatrimuseet
Säter, Mentalvårdsmuseet
Svizzera
Berna, Psychiatrie-Museum
Rieden, Musée Bizarre
Zurigo, Medizinhistorisches Museum der Universitat