MILANO. È morta stamane nella sua casa di Porta Romana a Milano, Franca Rame, dove abitava con Dario Fo. Colpita da un ictus il 19 aprile dello scorso anno, le sue condizioni di salute erano rimaste precarie. Una vita dedicata al teatro, la sua, ma anche all’impegno politico e civile. Era un’attrice e un’artista bella, intelligente e coerente.
Figlia d’arte, Franca Rame era nata a Villastanza (Parabiago, Mi) il 18 luglio 1929. Già in fasce comparve nei ruoli appunto di neonata nelle commedie allestite dalla famiglia. Nel 1950, in piena epoca di rivista, con la sorella debuttò in Ghe pensi mi di Marcello Marchesi. In quegli anni conosce Dario Fo che sposa nel 1954 (dalla loro unione nasce nel 1955 Jacopo) e da allora sarà la sua interprete preferita e spesso la sua collaboratrice ai testi. Sono gli anni delle commedie paradossali, dai titoli singolari come Chi ruba un piede è fortunato in amore o Isabella, tre caravelle e un cacciaballe. Insieme Dario Fo e Franca Rame (1962) sbattono la porta di una Canzonissima di successo, per la censura imposta alle loro scenette dichiaratamente politiche. L’esilio dalla Rai durerà fino al 1977, quando Raidue trasmetterà le commedie. Ma nel frattempo l’Italia avrà vissuto tanti drammi e la coppia Fo-Rame, avrà radicalizzato la sua scelta più a sinistra del Pci. Sempre con Dario esce dal circuito dell’Eti per fondare il collettivo teatrale Nuova Scena e poi successivamente La Comune con cui interpreta in fabbriche e scuole occupate spettacoli di satira e di controinformazione politica. Di quel periodo sono Morte accidentale di un anarchico e Non si paga! Durante gli spettacoli del loro collettivo teatrale si raccolgono fondi per i ”detenuti politici”.
Negli anni Settanta Franca Rame partecipa al movimento femminista e nel 1973 viene sequestrata da un gruppo di estrema destra che la violenta, un’esperienza drammatica che diventerà un capitolo della sua battaglia politico-sociale e nel 1981 anche uno spettacolo, Lo stupro.
Nel 1974 i due attori occupano e trasformano in teatro la Palazzina Liberty a Milano, dove Sebastian Matta dipinge murales rivoluzionari. Scritti da Dario Fo sono poi tutta una serie di testi sulla condiziona femminile (Tutta casa, letto e chiesa, Storia della tigre), che lei recita da sola. Nel 1997 è accanto al marito che riceve il premio Nobel per la letteratura. Il suo impegno politico, sentito sempre come la sua vera vocazione, la portò ad accettare di essere candidata nelle elezioni politiche del 2006 capolista al Senato per L’Italia dei Valori in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Umbria, quando viene eletta senatrice in Piemonte e, poco dopo, Antonio Di Pietro la propone come Presidente della Repubblica (ricevette 24 voti). Ma poi, indipendente e incapace di accettare compromessi troppo vistosi, lascia il Senato due anni dopo.
Nel 2009 ha scritto, inevitabilmente insieme a Dario Fo, la sua autobiografia: Una vita all’improvvisa. Da sempre, dai primi grandi successi degli anni Sessanta, da La Signora è da buttare a Settimo: ruba un po’ meno, sino alla sorpresa del premio Nobel nel 1997 e oltre, nonostante c’è chi sostiene che il loro rapporto abbia conosciuto periodi tempestosi, Franca Rame e Dario Fo sono vissuti come una coppia indissolubile. In scena, come nella vita. Se Franca Rame e Dario Fo hanno potuto digitalizzare e mettere in rete il loro immenso archivio (120 testi di cui una metà inediti, un milione di pagine, lettere e disegni ecc.) lo si deve a lei, che da sempre ha raccolto e ordinato tutto, ”tranne quello che Dario mi ha perso”, diceva, aggiungendo: “perché sono poche le donne che vincono un Nobel? Perché non hanno alle spalle una moglie che fatica per aiutarli”.