La crisi dell’Euro e gli effetti che la moneta unica europea ha avuto sui paesi del Vecchio Continente fa paura ai ricchi paesi arabi del Golfo, che da anni sognavano di emulare l’Europa dando vita ad una moneta unica.
Nonostante le dichiarazioni ottimistiche della vigilia del ministro del Tesoro saudita, Ibrahim al Asaf, il progetto di moneta unica dei paesi arabi del Golfo è stato ancora una volta rinviato a data da destinarsi. Si è conclusa infatti con una fumata nera la riunione dei ministri del Tesoro dei paesi della regione che si è tenuta a inizio settimana in Arabia Saudita. La speranza di Riad, che spinge da anni verso la moneta unica, era quella di arrivare entro questa settimana ad un calendario preciso che portasse con certezza al traguardo agognato. Per questo il ministro saudita ha sostenuto solo pochi giorni fa in un’intervista al giornale locale “Okaz” che l’approdo alla fase di unione monetaria voluta nel dicembre del 2011 era ormai prossimo e che l’apertura della sede del Consiglio monetario del Golfo a Riad voleva dire che l’unione monetaria è ormai da considerarsi cosa fatta, anche senza gli Emirati Arabi Uniti.
La monarchia di Riad ha fatto però i conti senza l’oste perché si è trovata di fronte l’ostilità di alcuni paesi della regione, che temono di fare la fine che ha fatto l’Italia dopo l’entrata in vigore dell’Euro, e proprio non vogliono sentire parlare di moneta comune. Il piano infatti di unione monetaria della ricca regione araba ha visto da sempre la contrarietà di Abu Dhabi ed anche del vicino sultanato dell’Oman. Gli Emirati, considerati i rivali storici nella regione dei sauditi, erano contrari anche alla scelta di Riad come sede del Consiglio monetario del Golfo.
Per questo al momento il progetto di moneta unica è monco prima ancora di partire considerato che nella prima fase, che non si sa quando e se partirà, è prevista l’adesione solo dell’Arabia Saudita e dei paesi che nella regione maggiormente subiscono la sua influenza come il Kuwait, il Qatar e il Bahrein. Questa situazione non piace al ministro saudita al Asaf, come da lui stesso sostenuto in un colloquio avuto con i giornalisti arabi presenti a Riad a inizio settimana, in occasione del vertici tra i ministri del Tesoro regionali. Più realista è stato invece il governatore della futura moneta araba, il saudita Fahd al Mubarak, il quale ha spiegato al termine di una riunione dei governatori delle varie banche centrali della regione che “il dossier della moneta unica è ancora oggetto di studio” e che al momento “non è stato fissato un calendario preciso per la sua fase esecutiva”.
Si registrano inoltre contrasti anche tra i paesi che hanno accettato in linea di principio di adottare questa moneta unica araba. Tutti e quattro i paesi arabi del Golfo che hanno aderito a questo progetto hanno infatti già espresso la volontà di ospitare la sede della Banca centrale regionale, che dovrà avere la responsabilità di guidare l’unione monetaria ed emettere moneta in tutta la regione. Una delegazione ufficiale emiratina, guidata dallo sceicco Mohammed Bin Rashed al Maktoum, vice presidente e premier degli Emirati oltre che governatore di Dubai, ha espresso forti riserve sulla scelta di Riad come sede della Banca centrale del Golfo.
Secondo gli osservatori locali, citati dal quotidiano “al Quds al Arabi”, lo scontro tra Arabia Saudita e Emirati non nasce da questa vicenda ma è di tipo storico e risale alla metà degli anni cinquanta quando c’erano anche profondi contrasti sulla demarcazione dei confini tra i due paesi. Ci sono contrasti tra questi due paesi anche a proposito dei confini marini così come tra Emirati e Qatar. Contrasti che hanno bloccato numerosi progetti di sviluppo economico che avrebbero potuto coinvolgere Emirati e Qatar, come quello della costruzione di ponti e autostrade. Esistono contrasti anche sulla gestione di alcuni pozzi petroliferi presenti lungo il confine tra Emirati e Arabia Saudita. Al momento la forte crescita economica registrata degli Emirati Arabi Uniti fa di questo paese l’unico vero concorrente dell’Arabia Saudita. Entrambi i paesi vedono l’altro come meno forte e importante nella gestione degli interessi della regione e dell’intero Medio Oriente. Ci sono inoltre ragioni politiche importanti dietro i contrasti tra questi due paesi. Gli Emirati ad esempio hanno rapporti diplomatici regolari e di dialogo con l’Iran, mentre l’Arabia Saudita lancia da sempre l’allarme tra i paesi della regione contro i pericoli derivanti dall’espansionismo di Teheran.