Il re del Marocco è intervenuto al vertice straordinario arabo-islamico, che si è tenuto a Riad. Il suo discorso è stato pronunciato dal capo del governo Aziz Akhannouch.
Per il re del Marocco, Mohammed VI, i paesi islamici hanno la responsabilità di chiedere un cessate il fuoco per la Striscia di Gaza. I paesi arabi a suo giudizio devono lavorare ad una vera pace nella regione nel quadro della soluzione dei due Stati. Uno stato palestinese indipendente con Gerusalemme est come capitale. Questo rafforzando l’Autorità nazionale palestinese (Anp) e istituendo dei meccanismi per la sicurezza regionale che siano sostenibili.
Sono questi i concetti chiave espressi dal monarca marocchina durante il vertice arabo-islamico straordinario sulla guerra a Gaza che si è svolto nel fine settimana in Arabia Saudita. Il re Mohammed VI ha pronunciato un discorso molto duro, chiedendo con fermezza la pace e la fine dei raid sui civili palestinesi.
Nel discorso il sovrano ha sottolineato la situazione critica nella Striscia di Gaza, segnata da tensioni e scontri armati che causano ingenti perdite umane e incommensurabili sofferenze tra la popolazione civile. Ha sottolineato la flagrante violazione delle leggi internazionali e dei valori umani, in particolare l’impatto devastante sui civili, tra cui donne, bambini e anziani.
Intervenendo in qualità di presidente del comitato per Gerusalemme dell’Oci, ha evidenziato quattro priorità urgenti: la riduzione immediata della tensione, la protezione dei civili in conformità con il diritto internazionale, la consegna di aiuti umanitari a Gaza e il rilancio di una prospettiva politica per la questione palestinese basata sulla soluzione dei due Stati.
Sono stati inoltre ricordati gli sforzi compiuti per salvaguardare il ruolo religioso di Gerusalemme. In particolare attraverso l’Agenzia chimata “Bayt Mal Al-Quds Acharif”. Ha sottolineato l’importanza di preservare lo status storico e giuridico della città santa.
Il discorso si è concluso con un appello alla fermezza e alla responsabilità per porre fine alle aggressioni. Per stabilire una pace giusta e duratura nella regione. Un messaggio che per gli analisti risuona con forza in un contesto di crescenti tensioni e sfide umanitarie.
In una critica velata, il re Mohammed VI ha denunciato il “one-upmanship” nel conflitto. Un termine che usa per riferirsi a tattiche provocatorie e competitive che non fanno altro che aumentare le tensioni e ostacolare gli sforzi di pace. Ha messo in guardia dai pericoli di questi approcci, che sono spesso privi di sostanza e guidati da interessi ristretti.
Questo discorso è quindi un appello alla consapevolezza collettiva. Alla responsabilità condivisa nella ricerca di una soluzione duratura al conflitto israelo-palestinese. Riflette la sua profonda preoccupazione per il futuro della regione e il suo desiderio di vedere un approccio più umanitario ed equilibrato nella gestione di questa crisi.