Il silenzio è qualcosa di assolutamente rumoroso. Palpabile, quasi olfattivo come se i nostri sensi improvvisamente scattassero come un centometrista al colpo di pistola dello starter all’unisono con i muscoli , nervi e soprattutto cuore.

Il cuore è l’unico a produrre un suono a volte frenetico a volte dolcissimo come una ninna nanna. Il cuore ci accompagna nel silenzio perché non vuole mai fermarsi, compagno della nostra vita in ogni momento, spesso in sordina nascosto dentro il nostro corpo nel centro di ogni cosa.

Lo sentiamo solo in determinati momenti, quasi volesse bussare al nostro cervello e ricordare che lui è sempre al suo posto e lo fa, si che lo fa, soprattutto quando cala il silenzio. Quando poi il silenzio viene chiamato, quasi acceso da uno speaker dentro uno stadio prima di una partita a pochi secondi prima della sfida, ecco che quanto ti aspettavi perché consapevole e informato che il silenzio sarebbe stato richiesto tutto si ferma. Ognuno dà uno stop, la massa si ammutolisce cercando conforto nel proprio vicino e guardandosi intorno per far sì che il volume del cuore si alzi.

Così accade in uno stadio dove 40mila cuori sono assiepati in attesa della partita con ritmo e adrenalina a mille quando si tratta di una sfida importante. Dagli slogan ai canti, allo sventolar di sciarpe e bandiere improvvisamente tutti, o quasi, si ritrovano con quei ventidue giocatori abbracciati al centro del campo quasi a voler esser con loro stretti in un unico pensiero. Pensiero che se rivolto a qualcuno che ti tocca da vicino, nel ricordo diventa ancora più forte , più determinato e allora ecco arriva travolgendoti con il suo rumore doloroso il silenzio.

Così oggi mentre scrivo queste due righe penso a un ragazzo di 16 anni volato in cielo per un assurdo destino che dobbiamo fronteggiare senza armi , senza difese, solo con la nostra perenne voglia di vivere. Scrivo e sono in silenzio pensando che esistano campi di pallone infiniti dove migliaia di ragazzi insieme ai loro amici possano giocare urlando e correndo più forti di prima con la voglia di non smettere mai. Scrivo pensando che mai e poi mai possano sentire voci di dolore e silenzi invitati da uno speaker in uno stadio di calcio. Scrivo e chiedo al cuore di farsi sentire ancora una volta per questo e tanti ragazzi che ci hanno lasciato con la speranza che il suono del silenzio sia solo e sempre una dolce ninna nanna.

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