Il quadro generale della situazione desta forti preoccupazioni, ha affermato questa mattina in Aula alla Camera il ministro della Giustizia Paola Severino.
C’è un arretrato spaventoso da smaltire che al 30 giugno 2011 è pari a 9 milioni di processi, di cui 5,5 milioni per il civile e 3,4 per il penale con tempi medi di definizione che vanno da 2645 giorni (sette anni e tre mesi) per il civile a 1.753 (quattro anni e nove mesi) per il penale. Con oltre 2,8 milioni di nuove cause in ingresso nel primo grado, l’Italia in Europa è seconda solo alla Russia nella classifica stilata dal Rapporto Cepej 2010 sullo stato della giustizia. Nel confronto con le altre democrazie europee nel rapporto Cepei viene riportato che nel civile in Italia ci sono 4.768 contenziosi ogni centomila abitanti: il nostro paese risulta così al quarto posto per tasso di litigiosità secondo solo a Russia Belgio e Lituania.
Rispetto a questo poi c’è un “ulteriore intasamento del sistema conseguente al numero progressivamente crescente di causa intraprese dai cittadini per ottenere un indennizzo conseguente alla ritardata giustizia” dopo l’approvazione della legge Pinto. Nel 2003 le richieste sono state di 3.580, nel 2010 sono arrivate a 49.596. Per quanto riguarda gli indennizzi siamo passati dai 5 milioni del 2003 ai 40 milioni del 2008 fino agli 84 milioni di euro del 2011.
Ecco perché il ministro Severino ha parlato di vera e propria emorragia “angosciosamente inarrestabile e autoriproduttiva”.
Ma le anomalie del sistema passano anche attraverso la carcerazione preventiva che fa schizzare il numero dei reclusi agli oltre 66 mila attuali: anche in questo caso si parla di anomalia tutta italiana. Per ingiusta detenzione ed errori giudiziari, nel solo 2011 lo Stato ha pagato 46 milioni di euro.
Il Guardasigilli ha parlato anche di iniziative, ha ricordato i decreti natalizi e in corso di conversione e ha “promesso” altre iniziative, garantendo il suo personale impegno sui temi del prossimo futuro come la lotta a tutte le forme di illecita sottrazione di denaro al circuito della legalità, dall’evasione fiscale, alla corruzione, al riciclaggio, alla criminalità organizzata che rappresentano una erosione di valori come quello della leale concorrenza tra le imprese.
Gli interventi vanno fatti e subito, perchè l’inefficienza della giustizia civile, inoltre, può essere misurata in termini economici pari all’1% del Pil, ha continuato il ministro.
E ancora, l’Italia non può permettersi oltre 2000 uffici giudiziari in 3000 edifici: troppe spese. Vanno ridotte le spese di gestione così come va razionalizzato l’utilizzo delle risorse umane. A proposito di risorse umane il Guardasigilli ha anche ribadito che arriveranno altri magistrati: sono completate le procedure per la nomina di 325 magistrati ordinari vincitori del concorso bandito nel 2009: per altri 360 posti sono in corso le correzioni delle prove scritte del concorso 2010 e altri 370 posti sono stati banditi nello scorso settembre le cui prove scritte sono previste a maggio prossimo.
Insomma, il governo Monti ha solo iniziato la sua opera riformatrice ed è determinato a portarla avanti.
In allegato l’intervento del ministro in Aula e la relazione del ministero sullo stato della Giustizia 2011
Relazione del Guardasigilli sullo stato della Giustizia 2011
Ministero della Giustizia, relazione sull’amministrazione della giustizia 2011