Si potrebbe definire umiltà, ma questo è solo una parte dell’aspetto, e oltretutto con accezioni in realtà negative. L’umiltà infatti viene ritenuta sì una dote, ma è anche la dote di coloro che si sottovalutano e si credono meno di quel che sono, e per quanto sia ritenuta una virtù, sottovalutarsi è in realtà sbagliato. D’altronde si considera l’umiltà una dote, ma tutti i derivati di questo termine hanno in realtà un’accezione decisamente negativa, basti pensare a concetti quali “umiliante”, “umiliazione” e “umiliare”.
Simile ad umiltà è il concetto di modestia, il quale vuol dire moderare, quindi dovrebbe essere proprio la dote di coloro che sanno quale sia il loro giusto valore, senza esagerare né in eccesso, né in difetto. Ma poiché viene spesso usato come sinonimo del primo, anche questo termine rischia di trarre in inganno.
E dal momento che voglio far comprendere come siano pericolosi gli estremi del sentimento di sé, e voglio anche sottolineare come essere moderati a volte voglia dire proprio innalzarsi, preferisco parlare di autocontrollo del proprio ego.
La millanteria
Molti animali in situazioni di lotta o pericolo cercano di farsi vedere decisamente più grossi di quello che sono, lo stesso accade per alcuni animali nel periodo, o nel momento, in cui devono corteggiare e attirare le femmine dimostrandogli la loro imponenza. Questo accade istintivamente: essi non hanno capacità di ragionamenti complessi e possono basarsi solo su determinati espedienti per sperare di avere la meglio in una situazione di vita o di morte, o nel bisogno istintivo di continuare la loro stirpe.
Eppure questo comportamento è ancora presente in alcuni uomini. Ironizzando, si potrebbe supporre che è in coloro che come gli animali non hanno la capacità di ragionamenti complessi, ma ovviamente questa vuole essere solo una provocazione. Queste persone con la tendenza a gonfiare il proprio ego ragionano su quello che stanno facendo, credendo che sia il modo migliore per lasciare un’impressione positiva di loro ma sfortunatamente anche i “contendenti” (spesso immaginati erroneamente come probabili rivali o partners) ragionano, avendo la possibilità di rendersi conto se quanto millantato è degno di essere creduto oppure no. A questo punto sarà convenuto mettere in atto questo espediente per sembrare più grossi e possenti come fanno gli animali?
Probabilmente per la prima impressione può essere effettivamente utile e se il rapporto si concluderà con questa prima impressione, si potrebbe anche provare a enfatizzare se stessi ma attenzione, perché con l’età e l’esperienza le persone acquisiscono una sorta di anticorpi contro chi ricorre a questo sotterfugio, e anche lì dove non lo facciano notare per educazione (o compassione?) la maggior parte delle volte si rendono conto di quale meccanismo la persona stia mettendo in atto con la conseguenza di bollarla, etichettarla, automaticamente come di scarso valore, altrimenti perché ci si sarebbe dovuti gonfiare?
Al di là della prima impressione, e della capacità dell’interlocutore di comprendere il sotterfugio, non riuscire a reggere la millanteria provoca comunque una caduta più brusca. Sarebbe forse meglio in alcuni ambienti esibire modestia, mostrando talvolta addirittura una falsa modestia, così da essere poi messi sul piedistallo. Ma anche in questo caso attenzione: rischiamo di essere considerati menzogneri, vediamo perché.
La falsa modestia
Esattamente come la millanteria, la falsa modestia è un espediente che talvolta nasconde il desiderio di essere osannati.
Infatti la falsa modestia nasce dalla volontà di essere messi sul piedistallo, spesso perché intimamente si considera il proprio io maestoso e grande.
In pratica il falso modesto vuole essere messo sul piedistallo sul quale crede di essere, o sul quale crede che sarebbe giusto o allettante stare e quindi dichiara di valere molto meno per poi stupire. Facciamo un esempio pratico: immaginate di organizzare un torneo di tennis per principianti al quale si iscrive un vostro conoscente che si presenta con un “me la cavo, ma non sono un granché”. Durante il torneo si manifesta invece la sua notevole superiorità ed esperienza. Certo, farà rimanere tutti a bocca aperta, vincerà sicuramente il trofeo, ma il fatto che dei principianti lo mettano su un piedistallo, pone realmente questa persona così in alto, o non vi è più che altro un desiderio di essere innalzati “giocando facile”? Oltretutto siamo sicuri che la persona sarà accresciuta da questa esperienza? E siamo sicuri che verrà osannata genuinamente o rischierà critiche alle spalle per il comportamento assunto?
Un altro modo in cui si mette in atto la falsa modestia è dichiarare di credere di valere molto meno rispetto a quanto in realtà si è palesemente. L’esempio tipico sono quelle persone di bell’aspetto, e che sono coscienti di questa loro apparenza piacevole, ma che dicono di essere brutte per ricevere complimenti immediati. Ancora una volta si sta ottenendo l’ambito piedistallo.
Ma abbiamo detto all’inizio che l’uomo ha la capacità di ragionamento e con l’esperienza comprende certi meccanismi, e quando questi sotterfugi saranno smascherati cosa accadrà? Come verrà considerata la persona? Il piedistallo ambito le sarà tolto, e la persona rischierà di essere bollata come codarda, come falsa, o potrà essere ritenuta incontentabile in quanto palesa di voler essere ancora più di quello che già è!
Al contrario, chi si mostra realmente per quello che vale ha il totale rispetto dagli altri. Così il tennista avrebbe potuto avvertire della sua professionalità “sono un professionista seppur non da Olimpiadi” e la persona di bell’aspetto avrebbe potuto essere più sincera “credo di essere realmente piacente, ma come tanti ce ne sono” In questo modo costoro si sono dati un giusto valore senza irrealistica esagerazione.
L’osservazione di se stessi
Abbiamo parlato quindi di millanteria e di falsa modestia: due modalità in cui si esprime il nostro ego, ma dobbiamo ancora parlare di come si sente chi ha decisamente una considerazione eccessiva di se stesso, e chi invece ne ha una considerazione sminuente.
Nel prossimo articolo parleremo di questo, di come si comportano questi due tipi di ego, di quali tra le modalità di comportamento qui trattate metteranno in atto e in che modo. Inoltre cercheremo di capire come sviluppare un ego equilibrato e a cosa può portarci questa virtù.
Nel frattempo un buon esercizio potrebbe essere proprio quello di cercare di comprendere i modi in cui ci comportiamo, e di osservarci mentre lo facciamo.
Stiamo millantando, stiamo mettendo in atto falsa modestia, perché lo stiamo facendo? A cosa ci porterà tutto questo? Nel momento stesso in cui ce ne accorgiamo, potremmo provare a comportarci in modo diverso. A questo punto osserviamo cosa accade, potremmo sperimentare qualcosa di inaspettato e piacevole: non stiamo piacendo per quello che diciamo (o neghiamo falsamente) di essere, ma stiamo piacendo per quello che realmente siamo. Ma per far sì che ciò avvenga, dobbiamo presentarci in questo modo, né più né meno di quello che effettivamente siamo.
Per imparare a controllare se stessi e a verificarne gli effetti, niente sarà più utile dell’esperienza concreta, ma può essere d’aiuto tenere presente la seguente massima: il rispetto che gli altri avranno di noi sarà più concreto e duraturo, più la nostra presentazione di noi stessi si avvicinerà alla realtà.