Signore preposto al governo del segno dei Gemelli è, per tradizione astrologica, il pianeta che prende il nome dal dio Mercurio, Mercurius, protettore, tra l’altro, dei commercianti: Mercurius ha la stessa radice di merx, merce, mercanzia. E Mercurio è identificabile con l’Ermes greco, figlio di Zeus e di Maia, la più giovane delle Pleiadi…
E’ il quarto giorno del mese quello in cui nasce; e subito, straordinariamente precoce, si libera delle fasce e si spinge fino in Tessaglia, dove ruba parte della mandria di Admeto, custodita da Apollo e la conduce attraverso tutta la Grecia, fasciando gli zoccoli delle bestie (o legando alle loro code delle frasche, o facendole procede all’indietro) per non lasciare tracce. Sacrifica due delle bestie rubate e ne fa dodici parti, ciascuna offerta ad uno degli dèi olimpici, lui stesso compreso. Nasconde gli altri animali e torna alla grotta del monte Cillene, dove era nato. Trova l’ingresso ostruito da una tartaruga, l’uccide, la apre, ne svuota il guscio e tende lungo la cavità di esso delle corde ottenute col budello dei buoi sacrificati, costruendo così la prima lira. Apollo riesce ad arrivare fino a lui, che nega spudoratamente (e comicamente) il furto, ma poi, spinto dall’intervento di Zeus, confessa. Apollo, d’altra parte, affascinato dalla lira, se la fa cedere in cambio del bestiame rubato. Più tardi Ermes inventa anche il flauto (la siringa o flauto di Pan) ed anche di questo Apollo si innamora; e l’ottiene cedendo la sua verga di pastore (a volte identificata con il caduceo) e i segnando al fratello (padre di entrambi è Zeus), l’arte divinatoria. E il signore degli dèì, felice dell’abilità del suo ultimo nato, ne fa il messaggero dei superni.
Ermes-Mercurio proteggeva anche i ladri e i viaggiatori sulle strade. La sua immagine si ergeva anticamente ai crocevia sotto forma di un pilastro quadrangolare (di cui solo la parte superiore era scolpita come un busto o una testa) con gli organi virili bene in evidenza. Si tratta delle erme che, in origine, erano probabilmente solo un mucchio di sassi intorno ad un palo. Il fallo in mostra, poi, è un indubbio richiamo alla fecondità, propria di un dio che proteggeva anche i pastori; vero è che a volte è raffigurato con un agnello sulle spalle: è l’Ermes crioforo, dalle evidente somiglianze con il “Buon Pastore”. Ma il dio è anche psicopompo, cioè conduttore, accompagnatore delle anime nell’aldilà (e ciò lo accosta alla figura di Anubi), il dio egizio dalla testa di sciacallo).
Ermes inventa pure l’astronomia, la bilancia e le misure di capacità, la scala musicale e l’alfabeto. E tutto questo permette il riferimento ad un’altra divinità dell’Egitto: Thot, dio di ogni scienza, inventore del calcolo, della lingua liturgica e della scrittura geroglifica, medico e giudice. Thot, originario della città di Chumnev, chiamata, non a caso, anche Ermopoli (città di Ermes), è spesso identificato con Ermes Trismegisto (tre volte grande, tre volte eccellente) cui si attribuiscono gli scritti detti, per l’appunto, ermetici. Mercurio è dunque legato alla parola. E la parola può essere intesa nel senso più alto, come Verbum, come Logos. Parola che, nell’uomo è legata alla lingua. E ci piace qui riportare quanto dice Elémire Zolla: “Nel volto, a Mercurio spetta la bocca e in particolare la lingua, che lancia il seme della parola a fecondare la fantasia e il raziocinio, a impregnare l’aura psichica altrui… mostrare la lingua è un rito magico, un denudamento e una sfida…”. Si noti, inoltre, che il segno dei Gemelli, dominato da Mercurio, governa, oltre ai polmoni, le braccia, le mani e le spalle; e che Ermes è a volte raffigurato col capo coperto da un cappello a larghe tese (il pétaso), impugnante il caduceo e con le ali ai piedi. Ebbene, ancora Zolla dice: “Ministre alla lingua sono le mani, come alla verga i piedi e nella mano Mercurio è il mignolo oracolare, auricolare (le petit doigt me l’a dit).
Ermes è anche padre di diversi figli: Autolico, nonno di Ulisse-Odisseo; L’Argonauta Eurito; Cefalo e il sessualmente dotatissimo Pan. Dalla sua unione con Afrodite, poi, nasce un ragazzo bellissimo, Ermafrodito. Di lui si invaghisce la ninfa lacustre Salmakis (o Salmace), che viene respinta. Ma il giovane si immerge nell’acqua e Salmakis lo abbraccia strettamente, pregando gli dèi di unire per sempre il suo corpo a quello lui. Viene ascoltata e ne deriva un essere nuovo, dalla doppia natura, maschile e femminile insieme. Sfumature ermafrodite si attribuiscono allo stesso Mercurio.