Il melograno è un piccolo albero appartenente alla famiglia delle Punicacee, nativo dell’Iran, del Nord Africa, dell’Asia occidentale e da millenni presente nel Caucaso. In Italia, viene coltivato anche e soprattutto a fini ornamentali. Il nome comune “melo-grano” affonda le radici nel latino antico malum e granatum, che in italiano rimandano rispettivamente alle parole “mela” e “con semi”.
La traduzione letterale “mela con semi” esprime appieno le caratteristiche peculiari del melograno. Malgrado la traduzione alluda ad una mela, il melograno, oltre al nome, della mela riporta solo parzialmente la forma.
Attorno al frutto della melagrana ruotano miti e leggende antichissime. A partire dai tempi più remoti il melograno, forse per via della sua forma rotonda, o della sua somiglianza con la mela o per la molteplicità dei semi contenuti al suo interno, ha attratto su di sé numerosi miti. Nella simbologia cristiana, ad esempio, la melagrana rappresenta l’unità, nella fede, fra popoli e culture diverse, la fecondità e l’abbondanza, come testimoniano la decorazione e l’iconografia religiose; nella simbologia ebraica, invece, la melagrana simboleggia l’onestà e la rettitudine, in quanto contenente un numero di semi uguale o molto vicino a 613, il numero di prescrizioni contenute nella Torah, osservando le quali si agisce come individui saggi e corretti; nella simbologia islamica, infine, la melagrana figura come uno dei frutti che crescono nel giardino del Paradiso. Ancora oggi la melagrana continua ad essere l’emblema, presso molte popolazioni, della fertilità e della prosperità, della fratellanza e dell’energia vitale: in Turchia, ad esempio, le neo spose sono solite gettare a terra una melagrana e contare i chicchi che ne fuoriescono, i quali corrisponderebbero al numero di figli che avranno, mentre in Cina i futuri sposi hanno l’usanza di mangiare una melagrana la notte prima delle nozze in segno di buon auspicio. Un’antica leggenda greca racconta che Dioniso, figlio di Zeus, uscito dalla coscia del padre, che ne costituiva il rifugio, venne catturato dai Titani, i quali, su suggerimento di Era, gelosissima moglie del re dell’Olimpo, lo uccisero facendolo a pezzi; i suoi resti furono messi a bollire in un paiolo e dalle stille del sangue del dio del vino, nacque un albero: il melograno. Un altro mito greco racconta, invece, che Side, moglie di Orione, rea di aver osato sfidare Era in una gara di bellezza, venne scaraventata, per punizione, nell’Ade, ove si trasformò in una melagrana.
Da un punto di vista fitoterapico il melograno ricchissimo di vitamina c e antiossidanti è noto soprattutto per le decantate proprietà antitumorali dovute essenzialmente alla presenza dell’acido ellagico e di numerosi flavonoidi. Ha inoltre proprietà vermifughe, molto utili contro il famoso verme solitario, la Tenia solium, un parassita molto fastidioso dell’uomo. Grazie alla presenza di tannino il succo del melograno ha anche proprietà astringenti ed è quindi utile in caso di diarrea. Alcune sostanze contenute nel succo stimolano i recettori della serotonina, la sua assunzione può quindi essere d’aiuto nei casi di depressione. Secondo recenti studi l’assunzione protratta nel tempo del suo succo sarebbe in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, e di proteggere il cuore dalla formazione di placche aterosclerotiche.