FERRARA. Il Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah (Meis) non è ancora terminato, occorreranno ancora anni per il recupero totale delle ex carceri di Ferrara, in via Piangipane, ma la prima porzione di edificio ristrutturata dal Comune e dalla direzione regionale per i Beni culturali è già in grado di ospitare mostre presentando Meis versione Beth, la prima mostra che apre il 20 dicembre. Prendendo spunto dal significato e dall’importanza della lettera Beth all’interno dell’alfabeto e più in generale della cultura ebraica – è la seconda lettera dell’alfabeto, la prima lettera della Torah, il testo sacro ebraico – la mostra ripercorre la presenza degli Ebrei in Italia in 22 secoli di storia. Nel linguaggio informatico la “versione Beta” di un programma è anche il prototipo della versione definitiva. Giocando su questi diversi registri – storia, futuro, tecnologia al servizio della conoscenza, multimedialità – Raffaella Mortara ha ideato l’esposizione inaugurale e prefigurato che il Meis “Non sarà il museo degli ebrei per gli ebrei, ma la casa di tutti gli italiani, dove si ritrovano pezzi di un storia comune, poiché la storia degli ebrei italiani è la storia di tutta l’Italia”. L’apertura al pubblico della palazzina ristrutturata e l’inaugurazione della mostra avverranno il 20 dicembre, giorno della festività ebraica di Hanukkah, la Festa delle Luci, celebrata nel periodo più buio dell’anno. Meis versione Beth resterà aperta fino al 5 febbraio.

Di Golem

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