Un uomo di legge applica un testo sacro alla propria crociata anti-gay e propone la pena di morte per gli omosessuali, colpevoli di sodomia.
No, non si tratta di un esponente dell’ISIS e nemmeno di quell’omofobo di Carlo Taormina, legale delle cause perse (Craxi, Priebke, Franzoni, Satana…)e fresco di condanna per discriminazione. Siamo nella terra della libertà, precisamente in California, dove un avvocato difensore ha un sogno ricorrente, quello di prenderlo nel culo. Il suo nome è Matt McLaughlin ed è l’esimio autore del “Sodomy Suppression Act”, una proposta di legge che indica la sodomia, in particolare tra persone dello stesso sesso, come un “male mostruoso che Dio Onnipotente, dispensatore di libertà, ci ordina di sopprimere con dolore e distruzione”.
La pena prevista è una revolverata al cervello “o altro metodo opportuno”, purché faccia placare l’ira divina. L’illustre giurista non soltanto ignora l’incostituzionalità della pena di morte nello stato della California, ma è fermamente convinto di risiedere in Iraq, da qui il suo stupore per la carenza di consensi. Sacrificare i peccatori è l’unica salvezza dal castigo apocalittico e McLaughlin vuole che l’altare sia pronto prima della pioggia di rane. Sarà lui a sventare il flagello del sesso anale o diventerà la nuova principessa di Guantanamo? Ora il verdetto sta alla giuria popolare: Principe del foro o giurista della nerchia?